STEP: la strategia europea per l'autonomia tecnologica e la resilienza industriale
L'Europa alla ricerca della sovranità tecnologica
La pandemia di COVID-19 prima e le tensioni geopolitiche poi hanno messo in luce una vulnerabilità critica dell'Unione Europea: l'eccessiva dipendenza da fornitori esteri per tecnologie e componenti strategici. In risposta a questa sfida strutturale, la Commissione Europea ha lanciato STEP (Strategic Technologies for European Platform), una piattaforma ambiziosa che mira a rafforzare l'autonomia tecnologica europea e consolidare la resilienza industriale del continente.
STEP rappresenta un cambio di paradigma nella politica industriale europea, segnando il passaggio da un approccio prevalentemente orientato al mercato a una strategia più attiva e interventista. L'obiettivo è chiaro: garantire che l'Europa possa mantenere la propria competitività globale e, al contempo, ridurre la dipendenza da catene di approvvigionamento vulnerabili, in particolare quelle che fanno capo a Cina e Stati Uniti.
Le tecnologie chiave al centro della strategia
La piattaforma STEP concentra i propri sforzi su un insieme di tecnologie considerate critiche per il futuro economico e la sicurezza dell'Europa:
- Semiconduttori e microchip: Essenziali per quasi tutti i prodotti tecnologici moderni, dai dispositivi medici alle automobili, l'Europa mira a raddoppiare la propria quota di mercato globale entro il 2030.
- Batterie avanzate: Cruciali per la transizione verso la mobilità elettrica e lo stoccaggio di energia rinnovabile, con l'obiettivo di creare una catena del valore europea completa.
- Tecnologie per l'idrogeno verde: Fondamentali per la decarbonizzazione dei settori industriali ad alta intensità energetica e per la transizione energetica.
- Materie prime critiche: Inclusi terre rare e metalli preziosi necessari per le tecnologie pulite, con focus su riciclo, estrazione sostenibile e accordi commerciali strategici.
- Intelligenza artificiale e quantum computing: Tecnologie trasformative con implicazioni per la competitività industriale, la sicurezza e la sovranità dei dati.
- Biotecnologie e farmaceutica avanzata: Settori la cui importanza strategica è emersa con forza durante la pandemia.
Le sfide prioritarie per le imprese europee
Per le aziende europee, l'adattamento al nuovo quadro strategico delineato da STEP presenta sfide significative ma anche opportunità senza precedenti:
1. Riconfigurazione delle catene di approvvigionamento
Le imprese devono ripensare le proprie catene di fornitura, privilegiando partner europei o di paesi alleati ("friend-shoring"). Questo processo comporta costi di transizione elevati e richiede investimenti significativi nella valutazione e mitigazione dei rischi.
2. Investimenti in ricerca e sviluppo
Per mantenere la competitività in un contesto di crescente protezione tecnologica, le aziende europee devono aumentare sostanzialmente gli investimenti in R&S. La sfida è particolarmente acuta per le PMI, che spesso dispongono di risorse limitate ma rappresentano la spina dorsale dell'economia europea.
3. Competenze e capitale umano
Il successo di STEP dipende in larga misura dalla disponibilità di competenze specializzate. Le imprese si trovano ad affrontare una crescente carenza di talenti in settori come l'intelligenza artificiale, la cybersicurezza, l'ingegneria dei semiconduttori e le tecnologie verdi.
4. Accesso ai finanziamenti
Nonostante l'aumento dei fondi pubblici, molte aziende europee continuano a incontrare difficoltà nell'accesso ai capitali necessari per investimenti su larga scala, soprattutto in confronto ai competitor statunitensi o asiatici che possono contare su mercati dei capitali più profondi.
5. Navigare la complessità normativa
Il quadro normativo europeo in evoluzione, pur mirando a sostenere l'autonomia strategica, crea un ambiente complesso che richiede alle imprese significative capacità di adattamento e conformità.
La risposta italiana: strategie nazionali nel contesto europeo
Il Governo italiano ha accolto l'iniziativa STEP come un'opportunità per rilanciare la competitività del proprio sistema industriale, integrando le proprie priorità nazionali nel più ampio contesto europeo.
Piano Nazionale Tecnologie Strategiche
Lanciato in risposta diretta a STEP, il Piano Nazionale Tecnologie Strategiche (PNTS) si articola su tre assi principali:
- Reindustrializzazione selettiva: Concentrazione di risorse su settori in cui l'Italia può sviluppare un vantaggio competitivo sostenibile, come la microelettronica avanzata, le biotecnologie e le tecnologie per la transizione energetica.
- Ecosistemi di innovazione territoriale: Creazione di hub tecnologici che connettono università, centri di ricerca e imprese, sul modello dei Digital Innovation Hub ma con un focus specifico sulle tecnologie critiche identificate da STEP.
- Diplomazia tecnologica: Rafforzamento delle alleanze internazionali, in particolare all'interno dell'UE, per assicurare l'accesso a tecnologie e materie prime critiche.
Mobilitazione di risorse finanziarie
Il PNRR italiano ha riallocato significative risorse verso obiettivi allineati con STEP, con oltre 10 miliardi di euro destinati alle tecnologie strategiche. A questi si aggiungono:
- Incentivi fiscali potenziati per R&S in settori critici (credito d'imposta fino al 50%)
- Fondo Italiano per le Tecnologie Strategiche, dotato di 2 miliardi di euro, per investimenti in equity in startup e PMI innovative
- Garanzie pubbliche per prestiti dedicati a progetti di reshoring e nearshoring delle catene di approvvigionamento
Formazione e competenze
Riconoscendo la centralità del capitale umano, il Governo ha varato un piano quinquennale per le competenze tecnologiche che include:
- Potenziamento dei corsi di laurea STEM con borse di studio dedicate
- Creazione di nuovi ITS (Istituti Tecnici Superiori) focalizzati sulle tecnologie critiche
- Programmi di riqualificazione professionale per lavoratori in settori tradizionali
Semplificazione normativa per settori strategici
Per accelerare lo sviluppo delle tecnologie prioritarie, l'Italia ha introdotto "corsie preferenziali" amministrative per progetti allineati con STEP, incluse:
- Procedure autorizzative accelerate per impianti produttivi in settori strategici
- Zone Economiche Speciali Tecnologiche (ZEST) con regimi fiscali e normativi agevolati
- Semplificazione degli appalti pubblici per l'innovazione
Sfide e prospettive future
Nonostante l'ambizione della strategia STEP e delle relative iniziative nazionali, permangono sfide significative:
Frammentazione del mercato europeo
Nonostante gli sforzi di coordinamento, le politiche industriali nazionali rischiano di frammentare ulteriormente il mercato unico, riducendo le economie di scala necessarie per competere globalmente. L'Italia, come altri Stati membri, dovrà bilanciare le proprie ambizioni nazionali con la necessità di coerenza europea.
Equilibrio tra apertura e protezione
Trovare il giusto equilibrio tra la protezione delle tecnologie strategiche e il mantenimento di un'economia aperta rappresenta una sfida cruciale. Politiche eccessivamente protezionistiche rischiano di innescare ritorsioni commerciali e rallentare l'innovazione.
Sostenibilità finanziaria
La transizione verso catene del valore più resilienti e autonome richiede investimenti massicci. Resta da vedere se l'Europa e l'Italia saranno in grado di mobilitare risorse sufficienti nel lungo periodo, soprattutto in un contesto di crescenti vincoli di bilancio.
Conclusioni
STEP rappresenta un punto di svolta nella politica industriale europea, segnando l'emergere di un approccio più strategico e assertivo alla competitività tecnologica. Per l'Italia, questa transizione offre l'opportunità di riposizionare il proprio sistema industriale in segmenti ad alto valore aggiunto delle catene globali del valore.
Il successo di questa ambiziosa strategia dipenderà dalla capacità di coordinare efficacemente gli sforzi a livello europeo e nazionale, mobilitare investimenti pubblici e privati su scala adeguata, e sviluppare le competenze necessarie per prosperare nell'economia del futuro.
Le imprese italiane che sapranno anticipare e adattarsi a questo nuovo paradigma, investendo in tecnologie strategiche e rafforzando la propria resilienza, saranno nella posizione migliore per cogliere le opportunità offerte da un'Europa più autonoma e tecnologicamente sovrana.