Due potentissimi sistemi di calcolo quantistico stanno per arrivare al Tecnopolo Dama di Bologna, sempre più cittadella internazionale della scienza, il luogo dove si danno risposte sul presente già dal futuro. Ma perché tutta questa forza tecnologica, moltiplicata rispetto ai milioni di operazioni al secondo degli attuali supercomputer già presenti negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi? Un racconto

Il calcolo quantistico sta per occupare ogni ambito o quasi, dal lavoro alla salute, dalla ricerca scientifica alla produzione, dall’agricoltura alle biotecnologie, dagli spostamenti alla cybersicurezza. In breve: organizza la nostra vita, con l’obiettivo di renderla migliore, in una società sostenibile.
In questo lungo reportage, fatti, pareri, informazioni, esperti da tutto il mondo.
E una certezza: serve una via europea alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale, per raggiungere l’autonomia rispetto a Usa e Cina, per progettare e realizzare e non essere solo follower. Una nuova frontiera che ha radici solide a Dama, al centro della rete dei Tecnopoli dell’Emilia-Romagna: al servizio del Paese e dell’Europa.

L'Italia si prepara a fare un salto di qualità nel settore del calcolo quantistico: tra la fine del 2025 e l'inizio del 2026, Dama Tecnopolo ospiterà due sistemi di quantum computing tra i più avanzati d'Europa, consolidando la posizione dell’Emilia-Romagna – e quindi del nostro Paese - come hub internazionale per le tecnologie quantistiche. 

Ecco, potremmo chiudere qui l’articolo. Perché, diciamocelo con onestà, il 99% di noi ha capito poco o niente di queste poche righe.

Il tema è complesso anche per gli addetti ai lavori. Tanto per capirci, circola sul web un video illuminante in cui un docente universitario di Meccanica quantistica, chiaramente divertito, accoglie le matricole al primo giorno di lezione con queste parole:  

“Questo è un giorno molto emozionante per me, perché inizieremo con la meccanica quantistica. Ora, ho una cattiva notizia e una buona notizia: la cattiva notizia è che è una materia piuttosto difficile da seguire intuitivamente, e la buona notizia è che nessuno può seguirla intuitivamente. Al momento sono l'unico a non capirla, ma tra circa sette giorni anche voi non sarete più in grado di capirla. E a quel punto potrete diffondere la vostra ignoranza ovunque”. 

Una cosa va detta senza esitazione: la tecnologia quantistica - anche se non ce lo immaginiamo - determina ogni cosa e sta per occupare lo spazio delle nostre vite, sarà intrecciata alla maggioranza dei contesti che ci riguardano, dal lavoro alla salute, dalla ricerca scientifica alla produzione, dall’agricoltura alle biotecnologie, un elenco sterminato che potremmo appunto riassumere con: la nostra vita.   

Alcuni esempi di quale impatto potrebbe avere il calcolo quantistico sulla vita quotidiana delle persone, anche se molti di questi effetti si vedranno nei prossimi anni, possono aiutarci ad avere chiaro il potenziale di queste tecnologie.  

Partiamo dalla sanità, che potrà contare sullo sviluppo di farmaci su misura per ogni persona. Non solo, la comunità scientifica è concorde sul fatto che anche le terapie contro il cancro saranno più efficaci, con effetti collaterali meno impattanti.   

Rimanendo nella vita quotidiana, pensiamo ad esempio al traffico, uno di quei contesti in cui i software dei nostri navigatori lavorano per garantirci il percorso migliore. I navigatori di nuova generazione saranno in grado di analizzare milioni di possibilità contemporaneamente, facilitando non solo il nostro singolo tragitto in auto, ma ottimizzando il traffico di interi territori suggerendo itinerari ai mezzi di trasporto pubblici, addetti alle consegne, Taxi, ecc., con l’obiettivo generale di un traffico più scorrevole nelle città (e con meno inquinamento).  

Arriveranno auto elettriche che si ricaricano in pochi minuti e faranno più chilometri, così come per gli smartphone, che dureranno di più con una sola carica. Avremo previsioni del tempo sempre più precise, che aiuteranno agricoltori, Protezione civile, Comuni e cittadini a prepararsi in anticipo, salvando risorse e vite. Nel settore dell’agricoltura, inoltre, grazie alla potenza del calcolo quantistico si potrebbe arrivare ad avere meno sprechi d'acqua, raccolti migliori, cibo più abbondante e meno caro grazie all’analisi dei dati del suolo, delle piante e del meteo. 

E l’Italia, in particolare la nostra regione, è al centro di questi cambiamenti di innovazione tecnologica che sono rivoluzionari e che riguardano l’umanità intera. 

 

Lo scorso 28 maggio, c’è stato il Quantum Summit – un’iniziativa di cui parleremo tra poco – in uno spazio di Bologna di cui avete sentito parlare, il Dama – Data Manifattura Emilia-Romagna, ma di cui spesso sfugge la vera natura.  

Ecco, potremo dire che il Dama è lo spazio in cui, per conto dell’Europa e nel cuore dell’Emilia-Romagna, chi ci lavora si sta occupando del nostro presente e del nostro futuro dal punto di vista dell’innovazione tecnologica. È un progetto rafforzato da una consolidata cooperazione istituzionale fra Unione Europea, Ministero dell'università e della ricerca, Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e Regione Emilia-Romagna.

È un'eccellenza internazionale per il supercalcolo, i Big Data e l'Intelligenza Artificiale, con applicazioni nell'ambito scientifico e tecnologico della meteorologia, climatologia, salute, scienze della terra e industria e ospita il Cineca (il Consorzio Interuniversitario, il maggiore centro di calcolo in Italia), il Data Center del Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf), il CNAF, che è il centro di calcolo principale dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).  E, a medio termine, ospiterà anche Art-Er, BI-REX che è uno degli 8 Competence Center nazionali istituiti dal Ministero dello Sviluppo Economico nel quadro del piano governativo Industria 4.0, con focus specializzato sul tema Big Data, Cmcc, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. E poi Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ICSC – Centro Nazionale per la Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, la Fondazione IFAB su Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano, L’Istituto Ortopedico Rizzoli, Italia Meteo, e una sede dell’Università delle Nazioni Unite. 

Se volessimo fare un paragone con un elemento della nostra quotidianità, potremmo paragonare Dama a un condominio. Tanti soggetti sotto lo stesso tetto, che in questo caso è l’innovazione tecnologica, in cui ogni appartamento ospita persone che si occupano di funzioni diverse, ma tutte orientate a facilitarci la vita dal punto di vista delle novità tecnologiche a cui stanno lavorando, novità rese possibili dalla potenza di calcolo che hanno a disposizione. Il Centro Meteo con previsioni sempre più accurate, il Cineca che offre ai vari soggetti presenti una parte della propria potenza di calcolo, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che elabora e conserva enormi quantità di dati scientifici utili non solo alla ricerca nucleare e subnucleare, ma anche ad altri settori civili come ambiente e meteo o la biomedicina (in particolare per la ricerca applicata alla salute). Tutti condòmini, insomma, che fanno la propria parte per arrivare ai risultati accennati prima a proposito delle innovazioni rese possibili dal supercalcolo quantistico. 

Con ogni probabilità avete tutti sentito parlare del Supercomputer Leonardo presente a Dama, in grado di fare (siete pronti?) 255 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Un numero talmente alto che è impossibile anche solo da raffigurare. Eppure, con l’arrivo dei nuovi computer quantistici, faremo un salto nella fantascienza, perché – per citare uno studio della rivista Physical Review Letters – il secondo supercomputer più potente al mondo (Leonardo, che appartiene alla stessa famiglia, è nono) “impiegherebbe quasi 6 miliardi di anni per fare ciò che i nuovi computer quantistici possono fare in pochi minuti”. Anche facendo la tara a un eventuale eccesso di entusiasmo delle fonti, i numeri sono impressionanti. Questo, a scanso di equivoci, non significa che le tecnologie quantistiche sostituiscono (per ora) i supercomputer, ma possono affiancarli per risolvere problemi troppo complessi anche per loro.   

Ripetiamo: a cosa ci serve tutta questa potenza? Qui in Emilia-Romagna, ma più in generale in Europa, nel mondo. Semplice: ci serve a fare tutto, è alla base delle tecnologie che servono a migliorare i servizi per i cittadini e a supportare le imprese (più avanti, ce ne parla Marco Becca, direttore della Fondazione Ifab). E, soprattutto, questa potenza serve a fare tutte queste cose in maniera autonoma come Europa, senza dipendere dai grandi colossi come Usa o Cina. E serve a farlo anche in fretta.

E allora torniamo alle righe iniziali, dove annunciavamo l’arrivo di due computer a Dama. Si, perché per ora non ci sono ancora, ma stanno arrivando, è questione di qualche mese. E il loro arrivo si intreccia al Quantum Summit Italy, l’evento di fine maggio che ha portato a Bologna in un’unica giornata le principali aziende quantistiche, rappresentanti delle big tech globali, investitori internazionali specializzati e policy maker europei.  

Una presenza, come si può notare, di tutti gli attori principali, cioè di chi si occupa di sviluppare la tecnologia, di chi la finanzia e di chi (la politica europea) prova a gestirne una ricaduta che – perdonerete la sintesi - punti ad aumentare il benessere generale della popolazione in termini di lavoro, welfare, servizi ecc. 

Questi soggetti si sono ritrovati a Dama per discutere del futuro del quantum computing, delle infrastrutture digitali avanzate e del ruolo strategico dell’Europa nella nuova corsa globale alla sovranità tecnologica. 

E le due parole-chiave di tutto ciò di cui stiamo parlando sono proprio quelle che chiudono la frase qui sopra: sovranità tecnologica.  

La pandemia e le tensioni geopolitiche hanno messo in luce la dipendenza dell’UE da fornitori esteri per tecnologie strategiche. Per rafforzare l’autonomia tecnologica e la resilienza industriale, la Commissione Europea ha quindi lanciato STEP, una nuova piattaforma che ha esattamente questo obiettivo: ridurre la dipendenza da Cina e Stati Uniti e tutelare la competitività europea, arrivando alla sovranità tecnologica.  

Non solo. Step individua cinque gruppi di tecnologie considerate critiche per il futuro economico e la sicurezza dell'Europa, rispetto alle quali è necessario raggiungere l’autonomia. E una di queste è proprio quella dell’intelligenza artificiale e del quantum computing, tecnologie che hanno implicazioni smisurate per la competitività industriale, la sicurezza e la sovranità dei dati. A queste, solo per completezza di informazioni, si aggiungono le tecnologie per semiconduttori e microchip, per le batterie avanzate, per l'idrogeno verde, per le materie prime “critiche” e, naturalmente, per il grande capitolo delle biotecnologie e farmaceutica avanzata, settori la cui importanza strategica è emersa con forza durante la pandemia.

Vai alla scheda sulla sovranità tecnologica

L’Italia non è stata a guardare e da tempo ha tradotto gli obiettivi comunitari di Step con quello che si chiama “Piano Nazionale Tecnologie Strategiche (PNTS)”, il cui obiettivo è  investire solo nei settori dove può davvero fare la differenza e restare competitiva nel tempo, come i microchip, le biotecnologie, le tecnologie verdi per l’energia del futuro, la creazione di centri tecnologici in varie zone del Paese e una rete di accordi con altri Paesi – soprattutto europei – per garantirsi l’accesso alle tecnologie e alle materie prime più importanti, così da non dipendere troppo da fornitori esterni.  

Protagoniste di questo Piano sono naturalmente le Regioni, a cominciare dall’Emilia-Romagna, che poche settimane fa, proprio nell’ambito del piano PNTS , ha assegnato trenta milioni di euro a sostegno di investimenti di sviluppo e fabbricazione di ‘tecnologie critiche’ e di attività di ricerca e innovazione, per dare impulso sul proprio territorio a campi come la microelettronica, il cloud computing, l’intelligenza artificiale, la cybersecurity, il 5G nonché l’energia rinnovabile, lo stoccaggio di elettricità e calore, i combustibili rinnovabili di origine non biologica e quelli alternativi sostenibili.  

“Dobbiamo recuperare la nostra sovranità tecnologica, la dobbiamo recuperare in Europa e la dobbiamo recuperare nel nostro Paese. Come Emilia-Romagna stiamo facendo investimenti in ricerca, in brevetti, in ricerca di base, in ricerca applicata perché, se non hai sovranità tecnologica, perdi la tua autonomia politica ed economica- ci spiega Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore allo Sviluppo economico-. La sovranità tecnologica è la più grande forza che deve mettere in campo l'Europa per evitare lo schiacciamento tra la Silicon Valley e l'Asia. Abbiamo il più grande livello di investimento in Europa dal punto di vista degli investimenti in ricerca, pari al 2,3%. E arriveremo entro il mandato al 3%. Non c'è nessuna regione in Italia che ha un investimento di tale portata”. 

Guarda il video dell'intervista a Vincenzo Colla

Anche le piccole e piccolissime realtà imprenditoriali sentono la necessità di rivolgere il loro interesse verso progetti di digitalizzazione. E la Regione, che crede negli strumenti complementari e nella necessità di accelerare la crescita di tutti, sostiene queste vocazioni all’innovazione cofinanziando progetti con fondi FESR. A questo proposito sono stati realizzati due bandi: con il primo sono state concesse risorse per un totale di 50 Milioni di euro a 700 dei 900 progetti presentati. Più recentemente invece, c’è stato un vero e proprio “assalto” con la candidatura di ulteriori 1.200 progetti, ora in corso di valutazione.  

Questa spinta verso il futuro, con radici solidissime nel presente, non a caso trova terreno fertile nel Data Manifattura Emilia-Romagna che è uno dei punti di riferimento per l’Unione Europea anche per altre iniziative che lì dentro stanno prendendo corpo, in particolare grazie al progetto IT4LIA AI Factory, che può contare su un investimento totale di circa 430 milioni di euro.  

Si tratta, in estrema sintesi, di uno dei primissimi progetti sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale ufficialmente selezionato dalla Commissione Europea, un elemento che consolida il ruolo dell’Italia come protagonista nello sviluppo dell’AI in Europa, ma in particolare il ruolo dell’Emilia-Romagna. Al centro del progetto, infatti, c’è la realizzazione di un supercomputer ottimizzato per l’intelligenza artificiale, che verrà installato a Dama. La cittadella della scienza di Bologna, cuore della rete regionale dei Tecnopoli, già punto di riferimento europeo per supercomputing, big data, intelligenza artificiale e calcolo quantistico, si arricchisce quindi di un’ulteriore infrastruttura avanzata (che si aggiunge al supercomputer Leonardo già presente e ai due nuovi computer quantistici in arrivo), elementi che ne irrobustiscono il ruolo di leader in Europa per capacità di elaborazione sull’intelligenza artificiale. A Bologna, in via Stalingrado c’è un hub che è già nel futuro.  

Ed è un futuro, quello di Dama, finanziato al 100% dal pubblico attraverso l’Unione Europea, il Governo, la Regione Emilia-Romagna - che detiene fra l’altro la proprietà del complesso - il Comune di Bologna e gli enti insediati 

Ma esiste una “via europea” per l’intelligenza artificiale, intesa come forma-pensiero che sta alla base delle modalità di utilizzo della potenza di calcolo?  

Certo, Bologna in questo senso ha un ruolo centrale proprio come sede di Dama. Questa via è emersa chiaramente nei due più recenti incontri ospitati. Il primo, come detto, è stato il Quantum Summit Italy dello scorso 28 maggio. Il secondo è stato “AI e Innovazione: l'Europa cambia gioco, da taker a maker”, promosso da un altro dei soggetti che presto avrà una sede a Dama, cioè la Fondazione IFAB, voluta dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Obloo Ventures, Art-ER e ICSC

Partiamo da alcuni tra i relatori del Quantum Summit. Cecile Perrault, di Alice & Bob – una startup parigina che hal’obiettivo di costruire il primo computer quantistico universale entro il 2030 – ha spiegato che se tutti gli attori europei lavorano in sinergia, “avremo meno frontiere e riuniremo tutti nella spinta quantistica, trasformando questa sfida in un vero e proprio potere”.  

Guarda il video dell'intervista a Cecile Perrault

Il professor Tommaso Calarco, docente all’Università di Bologna e di Julich, è autore del Quantum Manifesto, che ha favorito l’avvio, nel 2017, della Quantum Flagship della Commissione europea. Insomma, se cercate in carne e ossa la persona che incarna l’onda dello sviluppo su cui stiamo surfando, è lui. Di sé dice di condurre le sue ricerche “nel campo del controllo ottimale quantistico per le tecnologie quantistiche, colmando il divario tra teoria e sperimentazione”. Ed è proprio nelle azioni per colmare questo divario che propone la sua ricetta: “Ciò che l'Italia può fare è adottare questa strategia quantistica nazionale, che è emersa dalla saggezza combinata del settore accademico e industriale, per connettersi con l'intera iniziativa europea. Questo è davvero il momento di agire. Per dirla in una frase: ‘è ora o mai più’. In questa fase- sottolinea Calarco- c'è anche un'enorme competizione internazionale. Abbiamo una finestra temporale, direi di due o tre anni, per non perdere il vantaggio che abbiamo. Questo richiede non solo forti investimenti, ma anche integrazione e sinergia a livello europeo”.

Guarda il video dell'intervista a Tommaso Calarco

Uniti, quindi, questo è il passaggio obbligatorio. E rapidamente. Thierry Pellegrino, di Amazon Web Services, aggiunge che “il motivo per cui agire adesso e non dopo è molto semplice: in qualsiasi transizione tecnologica, il modo migliore per andare più veloci e passare alla fase successiva è iniziare ora.

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E anche Oscar Diez, della Commissione Europea, conferma: “Abbiamo un numero enorme di startup, abbiamo ottime startup nel settore quantistico. Abbiamo un gran numero di ottimi ricercatori. Quello che dobbiamo fare ora è prendere tutto questo e convertirlo in commercializzazione, in cose che la società può usare. Riunire l'industria con i ricercatori e con gli utenti finali”. E Nicola Redi, Socio Amministratore di Obloo Ventures, mette in evidenza che “l'Europa può competere con Stati Uniti e Cina ed è importante che si abbiano come riferimento due realtà e due giganti come gli Stati Uniti e la Cina, perché questo è lo stimolo principale per salire di categoria. Essere un follower – aggiunge - ha significato essere un insieme di Stati sovrani, di 27 Stati sovrani, che in qualche modo, in maniera indipendente, cercavano di appoggiarsi a tecnologie sviluppate altrove”. 

Guarda il video dell'intervista a Oscar Diez

Ma oltre al fatto di fare, come Europa, “insieme e presto”, come emerso al Quantum Summit, c’è anche una via europea più sottotraccia, per dirla così, ma altrettanto importante, che ha preso corpo all’appuntamento “da taker a maker”, un gioco di parole per spiegare che è finito il tempo in cui come continente europeo ci limitiamo a utilizzare le innovazioni tecnologiche, ma che dobbiamo giocare finalmente il ruolo attivo di chi – quelle tecnologie – le progetta e le governa.  E lo dobbiamo fare guardando anche al lato etico: “L’UE è differente dagli Usa nella sua idea di Intelligenza artificiale- evidenzia Enrico Signoretti di Cubbit, una startup fondata a Bologna che offre servizi di cloud-. L'Unione europea, le istituzioni, stanno cercando di creare un ecosistema più sano, più etico di quello della Silicon Valley. Preferisco un AI che abbia il cittadino al primo posto”.  

Guarda il video dell'intervista a Enrico Signoretti

Anche Andrea Santagata, Amministratore Delegato Mondadori Media SpA, punta su una AI etica: “Quando l'intelligenza artificiale era appena arrivata nei nostri smartphone, si è partiti dalla regolamentazione. Molti l'hanno vista come una limitazione, io invece lo vedo come il plus che sta mettendo l'Europa. Vediamo cosa succedendo negli Stati Uniti in questo periodo, dove si stanno un po' allontanando dal rispetto delle regole del gioco. Secondo me – chiude - alla lunga non premia neanche nel mercato dei capitali”. 

Guarda il video dell'intervista ad Andrea Santagata

In tutto questo, davvero Dama può svolgere un ruolo centrale? Enrico Signoretti ne è sicuro e aggiunge: “Dalla potenza di calcolo alla consulenza, al fatto di avere spazio per aziende private all'interno di questo complesso: questo è importantissimo perché stiamo creando questo ecosistema, questa Data Valley, questa AI Valley che può essere competitiva.” E Andrea Santagata, a margine dell’evento, fa notare che “il Tecnopolo Dama è una delle grandi eccellenze che ci viene riconosciuta a livello internazionale. Adesso la grande sfida è creare intorno al Tecnopolo il polo che non sia solo hardware, ma sia know-how e software al servizio della ricerca, ma ricerca che vada anche al servizio delle aziende e della pubblica amministrazione, dei cittadini”.  

Nicola Redi richiama l’attenzione sul fatto che “il riferimento non sarà più la singola iniziativa fatta su un singolo Stato membro, ma mettere a fattor comune le risorse, le tecnologie, creare ecosistemi europei. E sarà l'Europa, nel creare vari ecosistemi di diverse tecnologie sparsi all'interno dei propri Stati membri, che diventerà una potenza, facendo massa critica degli investimenti, delle risorse e delle competenze. Un'infrastruttura come Dama, con la AI Factory connessa, è uno degli esempi molto interessanti di come la concentrazione delle risorse possa andare a cambiare Il posizionamento strategico dell'Europa rispetto agli Stati Uniti o alla Cina”.  

Guarda il video dell'intervista a Nicola Redi

Marco Becca, direttore della Fondazione Ifab, sceglie la via di un’immagine, quella di una calamita che attira in un solo luogo fisico tutti gli attori: l'infrastruttura di calcolo; il Cineca; il mondo pubblico che crea il contesto, gli spazi e le opportunità; il mondo della ricerca; le aziende e le startup: “Dama deve agire da calamita. Uno dei motivi per avere un centro come questo- rileva Becca- è non solo avere la capacità di calcolo, ma anche avere le teste che la fanno funzionare. Con una struttura del genere oggi un ragazzo, magari un italiano che è andato in America, può dire: io la mia azienda la voglio fare qua anziché andarla a fare a Berlino, a Parigi. Ecco, quindi, il ruolo del posto fisico con le teste che ci lavorano dà il plus”. 

Guarda il video dell'intervista a Marco Becca

Una piccola pausa è necessaria. Perché per cittadini e imprese le tecnologie quantistiche sono importanti, l’intelligenza artificiale è fondamentale e Dama tecnopolo di Bologna è al centro di tutto questo per trovare una via europea che ci renda autonomi dal duopolio Usa-Cina. Ma dal punto di vista pratico come funziona tutto questo? Per dirla in altri termini: cosa vuol dire che Dama è al centro dell’Europa per queste tecnologie? In che maniera Dama può essere utile, per esempio, a un’azienda che produce poltrone ad Amsterdam? O che si occupa di ricambi per le auto a Madrid? O che si occupi di ricerca farmaceutica a Milano? Come funziona, potendocelo immaginare come fosse un disegno?  

“Immaginiamo un'azienda di moda che vuole offrire un'esperienza personalizzata ai suoi clienti online, suggerendo articoli basati sui loro gusti, stili precedenti e tendenze emergenti – ci viene in soccorso Marco Becca, il direttore della Fondazione Ifab-. L'azienda si rivolge a IT4LIA (di cui abbiamo parlato qui) e, guidata dai professionisti e ricercatori delle istituzioni partecipanti – molte delle quali con sede al Dama - l’azienda accede a diversi passi di sviluppo di un progetto. Inizierà con l’accesso a servizi di data discovery (quel processo che aiuta utenti tecnici e non tecnici a trovare e interpretare i dati più rilevanti per i propri obiettivi), preparazione dei dati e aiuto nella creazione di gruppi di dati sintetici, se necessario. Usufruirà poi di servizi di consulenza dai maggiori esperti di machine learning che la aiuteranno a scegliere gli algoritmi giusti nella progettazione dell'architettura del modello”.  

“Una volta progettato il modello- prosegue Becca- è il momento di allenarlo, accedendo alle risorse di calcolo avanzate messe a disposizione gratuitamente dall’infrastruttura dell’AI Factory. Attraverso tutto il percorso, IT4LIA offrirà corsi di formazione e sessioni pratiche che insegnano al team aziendale come gestire l'Intelligenza Artificiale, migliorare continuamente il modello, e come interpretare i risultati per ottimizzare l'esperienza del cliente”.  

“Percorsi analoghi di accompagnamento valgono per aziende di ogni tipo: dal manifatturiero all’agrifood, dalla farmaceutica ai servizi finanziari. Il Dama, tramite la AI Factory e le numerose iniziative in cui è inserita, è in grado di ascoltare le loro necessità e costruire sartorialmente i percorsi più adatti per ciascuna”. 

Alla luce di tutto questo, forse, anche per i non addetti ai lavori è evidente in tutta la sua potenza il significato della frase con cui avevamo iniziato. E risulta chiara l’idea di un’Italia che ha il cuore europeo dell’intelligenza artificiale in Emilia-Romagna. E che si prepara a fare un salto di qualità nel settore del calcolo quantistico ospitando a Dama due nuovi computer quantistici che posizioneranno il nostro Paese come hub internazionale per le tecnologie quantistiche. L’hub internazionale, appunto. Una sfida che richiede la massima determinazione perché, per dirla con le parole del vicepresidente Colla, “se non hai sovranità tecnologica perdi la tua autonomia politica, perdi la tua autonomia economica e rischi di essere un soggetto contoterzista povero a disposizione degli altri”. 

Speciale a cura di Stefano Aurighi, Cristina Gaddi, Elisa Ravaglia, Stefano Asprea, Enrico Amadori
Reportage di Stefano Aurighi