La tecnologia si inserisce perfettamente dove c'è assenza.

Giuseppe Lavenia ha ricordato come iI 38% dei ragazzi che subiscono bullismo diventano bulli a loro volta. La tecnologia si inserisce dove c’è un’assenza.  Il 75% dei ragazzi pensa al futuro con ansia, il 60% non riesce a immaginare il proprio futuro.  8 ragazze su 10 si sentono giù e il 50% pensa che niente abbia senso. Le leggi ci sono già, sotto i tredici anni non si dovrebbe accedere ai social per la legge sulla privacy, ma è difficile farle rispettare. Fare foto e video vuol dire mettere un filtro a quel momento. La tecnologia tende a dissociare la capacità di provare emozioni dal rappresentarle e trasformarle in sentimenti. Siccome noi adulti siamo sotto pressione tendiamo a concedere ai figli sempre qualcosa di più. I figli hanno bisogno di presenza, di adulti che posino lo smartphone, di un giorno alla settimana in cui ne sono privi per disintossicarsi.

Biografia

Giuseppe Lavenia è psicologo, psicoterapeuta, docente universitario e presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Regione Marche. Ha fondato l’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo (Di.Te.), punto di riferimento in Italia per l’educazione digitale e il supporto alle nuove generazioni. Da oltre vent’anni si occupa di benessere psicologico, iperconnessione, cyberbullismo e isolamento sociale.

È autore di numerosi saggi divulgativi tra cui “Mio figlio non riesce a stare senza smartphone” (Giunti), “Generazione selfie” (Mondadori), “Nasci, cresci e posta” (Mondadori) e “Patentino digitale” (Mursia). Collabora con La Repubblica e partecipa come ospite esperto a programmi Rai e Mediaset dedicati all’adolescenza, alla genitorialità e all’impatto delle tecnologie.