Tu sei il mio scopo, tu sei il mio fine. I ragazzi devono ricominciare a sentire; sono lo scopo del processo educante, non il contenitore.

Una ragazza di quasi sedici anni scrive alla professoressa che il suo non è mal di vivere, ma consapevolezza. Non è più grande, ma più fragile, arrabbiata, delusa, sola. La scuola è un amore tradito, l’ansia impera a casa, a scuola e nel corpo. Proprio l’ansia è un sentimento molto frequente e non solo tra i giovani: nel momento di maggiore interconnessione, grazie ai nuovi media, non dovremmo essere soli. Invece tutti si sentono profondamente soli e queste anomalie coinvolgono i processi cognitivi. L’ansia è uno dei disturbi dell’umore più diffusi, diventati pandemici dopo il Covid.

I processi neurali alla base di fenomeni che gli studiosi stanno decifrando hanno un elemento comune: vanno analizzati rivalutando le emozioni che motivano i comportamenti delle persone. La mente da tempo sta perdendo la programmazione delle segnaletiche interne: se i segnali emergono solo durante l’adolescenza è perché fino a quel momento sono stati inibiti.

Eppure il cervello è prima di tutto chiamato a sentire, a determinare attraverso le emozioni il comportamento da tenere tramite ricompense e inibizioni. Solo in un secondo momento può elaborare associazioni. Il dolore è l’invenzione più profonda e coordinata della biochimica neuroelettrica di specie per risolvere i problemi. Se viene inibito a lungo, il cervello alza il segnale e finisce per esplodere. Non è una malattia, è un modello di modulazione del futuro che non funziona più ma che la scuola può correggere.

La scuola ha il dovere, infatti, di assumersi una responsabilità sociale e può aiutare la salute neurale. L’ipergiudizio del sistema educativo e sociale basato su verifica e giudizio è fonte di stress ed è estremamente pericoloso. Lo stress è il ponte tra corpo e mente ogni volta che uno deve soccorrere l’altro. Se però supera determinate soglie senza che l’organismo si ricarichi, diventa dannoso. Serve maggiore affettività relazionale: tu mi stai a cuore. Abbiamo sottovalutato il ‘tu mi stai a cuore’. Le neuroscienze lo riprendono come elemento determinante.

Biografia

Professore Ordinario in Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione presso l’Università di Padova. Membro dell’Accademia Mondiale delle Ricerche sulle difficoltà di apprendimento e di comitati scientifici nazionali e internazionali nell’ambito della salute e dell’educazione. Presidente di Mind4Children, Spin-Off dell’Università di Padova che promuove la divulgazione della ricerca e del sapere scientifico allo scopo di attivare la “Terza missione” dell’Università attraverso il dialogo con la società.
Tra le pubblicazioni più recenti: Lucangeli, Se sbagli non fa niente Ed. DeAgostini, 2023; Lucangeli, Il tempo del Noi, Ed. Mondadori, 2022; Lucangeli-Vicari-Pellai-Ianes, Guerra. Le parole per dirla. Ed. Erickson, 2022; Daniela Lucangeli-Luca Vullo Il corpo è docente, Ed. Erickson, 2021; Daniela Lucangeli-Lorenzo Tozzi I miei primi 1000 giorni in musica. Prenatale, De Agostini 2021; Daniela Lucangeli-Lorenzo Tozzi I miei primi 1000 giorni in musica. 0-3 anni, De Agostini 2021; Daniela Lucangeli, La mente che sente, Ed. Erickson, 2021; Daniela Lucangeli, Lorenzo Tozzi, Nicoletta Perini, Mi piaci come sei, Ed. Erickson, 2020; Daniela Lucangeli, A mente accesa, Ed. Mondadori, 2020; Daniela Lucangeli, Cinque lezioni leggere sull'emozione di apprendere Ed. Erickson, 2019.