"Ci siamo trovati in condizioni emotive e climatiche non facilissime, perché eravamo dalla mattina alla sera bagnati fradici come pulcini. Avevamo l'acqua anche dentro gli stivali. Continuava a piovere. Andavamo di casa in casa, con l’apprensione di non riuscire ad avvisare tutti. Abbiamo vissuto momenti veramente drammatici. 

"Dopo le prime ore, ci guardavano negli occhi, ci dicevamo 'Ma lì, in quella casa siamo stati ad avvisare un’ora fa. Dopo due ore, non c'era già più".

Dopo le prime ore, ci guardavano negli occhi, ci dicevamo 'Ma lì, in quella casa siamo stati ad avvisare un’ora fa. Dopo due ore, non c'era già più. 'In quella strada ci siamo passati alle due, alle quattro non c'era più'. Iniziavamo a metabolizzare quello che veramente era successo, il pericolo che abbiamo corso noi e anche le persone che ovviamente abitavano in quelle zone. 

Io abito a Forlì. Quindi sono stato quattro giorni senza tornare a casa.  La paura più grossa è stata non poter sentire i miei familiari. Sapevo quello che era successo, ma non riuscivo a contattare nessuno della mia famiglia perché non funzionavano i telefoni, non c'era corrente."