Terremoto, la ricostruzione

Analisi tecnico-economica della ricostruzione post sisma degli edifici produttivi

A seguito del sisma del 20 e 29 maggio 2012 che ha colpito la Regione Emilia-Romagna, il processo di ricostruzione si è articolato, oltre alla fase emergenziale, in tre ambiti principali: la ricostruzione abitativa, produttiva e pubblica. Il coordinamento e la gestione di questi ambiti, giunti alla fase matura, sono affidati all’Agenzia Regionale per la Ricostruzione – Sisma 2012 che ha il compito di coordinare e gestire l’intero processo attraverso propri strumenti di programmazione, esecuzione e monitoraggio. La ricostruzione, non è solo un mero processo economico-finanziario e tecnico, ma sott’intende scelte politiche, nuovi modelli di sviluppo socio-economico, nel segno di nuove trame e processi territoriali ampi. In quest’ottica si è ritenuto avviare una serie di pubblicazioni edite dall’Agenzia Regionale per la Ricostruzione – Sisma 2012, che si pongono l’obiettivo di diffondere le conoscenze e le competenze acquisite durante il processo di ricostruzione per poterle divulgare ad un pubblico ampio e diversificato. Lo scopo di questo volume è quello di fornire una prima analisi economica sulla ricostruzione produttiva, nonché contribuire al dibattito relativo alla prevenzione del rischio sismico e all’analisi economica della ricostruzione in materia di edilizia industriale. Ciò potrà essere oggetto di ulteriori dibattiti nel mondo accademico, scientifico, tecnico e normativo, con la volontà di contribuire alla costruzione di una amministrazione preparata che salvaguardi il patrimonio economico, sociale e storico testimoniale del nostro territorio e alla prevenzione e gestione di future, purtroppo, possibili calamità naturali.
Descrizione/Abstract:

l terremoto dell’Emilia del 20 e 29 maggio 2012 ha interessato una porzione estesa del territorio regionale, densamente popolata, con un importante livello di industrializzazione, un’agricoltura fiorente e un alto tasso di occupazione. È stata colpita una delle zone produttive più importanti del Paese, con la presenza di distretti industriali, come il biomedicale, di rilevanza internazionale.

La risposta del sistema istituzionale è stata immediata nella gestione dell’emergenza, ma si è caratterizzata fin dall’inizio per alcune chiare scelte di fondo nel processo di ricostruzione: rinunciare alla costruzione di “new town” e puntare viceversa sul recupero, la riqualificazione e la messa in sicurezza del patrimonio danneggiato, dei beni storici e culturali; ripristinare in questo modo l’identità dei luoghi e valorizzare gli spazi e i centri di aggregazione e di relazione. Questo affinché, una volta terminata la ricostruzione, le persone tornassero a vivere, lavorare, studiare, pregare, divertirsi e incontrarsi nei propri luoghi e contesti, restituiti ancora più belli e accoglienti, certamente più sicuri. Il governo della ricostruzione è stato democratico e partecipativo, assumendo decisioni e definendo regole con il contributo attivo e costante delle comunità e delle rappresentanze istituzionali, sociali ed economiche del territorio, assumendo il loro coinvolgimento come fattore di efficienza e responsabilità, trasparenza e controllo.

A distanza di tempo si rischia di dimenticare l’enorme lavoro compiuto in questi anni, dapprima per la gestione dell’emergenza e poi per la ricostruzione. Gli edifici che ospitano i servizi pubblici sono stati progettati e costruiti per essere parte del patrimonio permanente degli enti; così, una volta terminata la loro funzione temporanea, saranno destinati ad ulteriori funzioni pubbliche. Tutte le macerie sono state rimosse e quelle con contenuti inquinanti sono state smaltite nel pieno rispetto delle normative vigenti.

Tante scuole sono state ricostruite e molte sono nuove, tutte più belle e sicure. Si va completando una ricostruzione di qualità che restituisce alle comunità un patrimonio edilizio molto più sicuro, energeticamente efficiente e urbanisticamente ripensato in molte sue parti, con edifici pubblici in grado di ospitare funzioni di servizio ai cittadini in condizioni migliori di quelle antecedenti al sisma.

Tutti gli indicatori descrivono oggi un sistema territoriale più attrattivo, dinamico e in forte sviluppo. L’attrattività non è solo la speranza che qualcuno possa decidere di investire in questi luoghi, ma è il riconoscimento della presenza di un tessuto forte, che genera ricchezza e qualità della vita, che crea catene di valore lunghe, con altri nodi internazionali, e che richiama collaborazioni, partnership e personale altamente qualificato. Per questo stiamo lavorando per una programmazione strategica in cui la ricostruzione rappresenta un contributo a un processo più ampio di crescita sociale, culturale ed economica.

Il terremoto del 2012 è stata una grande tragedia, ma è divenuto anche un laboratorio a cielo aperto per chi vive e lavora in questa terra. Per questa ragione riteniamo di dover documentare, sistematizzare e restituire anche l’enorme patrimonio di informazioni tecniche, normative e procedurali prodotte ed elaborate in questi anni. In particolare, intendiamo offrire al dibattito pubblico, alle comunità scientifiche e accademiche, una serie di dati, elementi ed analisi che possano essere utili a rendere più efficaci ed efficienti le scelte per il territorio. E per affrontare con maggiore consapevolezza eventuali nuove emergenze.

Stefano Bonaccini
Presidente Regione Emilia-Romagna
Commissario Delegato Ricostruzione Sisma 2012

Palma Costi
Assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma

ISBN 9788890737091

Data di pubblicazione:
04/02/2019
Editore:
Regione Emilia-Romagna
Scarica la pubblicazione:
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ultima modifica 2019-02-04T18:44:35+02:00
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