La Direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, introduce norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri per l’allontanamento dal loro territorio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. La direttiva fissa disposizioni per porre fine ai soggiorni irregolari, per trattenere i cittadini di paesi terzi in attesa del loro allontanamento, nonché garanzie procedurali. La Commissione europea ha inoltre presentato, il 9 settembre 2015, un Piano d'azione dell'UE sul rimpatrio (COM(2015) 453 final), che comprende 36 azioni concrete per migliorare l'efficienza del sistema di rimpatrio dell'Unione europea. 

Nel 2016, il Parlamento e il Consiglio hanno adottato il regolamento (UE) 2016/1953 relativo all'istituzione di un documento di viaggio europeo per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. 

Per via delle necessità di una politica di ritorno più efficiente, il 2 marzo 2017 la Commissione ha adottato una comunicazione per un Piano d’azione rinnovato sul rimpatrio (COM(2017) 200 final).  

Nel 2018 la Commissione europea ha proposto una rifusione della direttiva rimpatri per accelerare le procedure, prassi e norme più chiare per prevenire gli abusi, programmi di rimpatrio volontario da istituire negli Stati membri e normativa più chiara in materia di trattenimento. Nel 2021 la Commissione ha inoltre pubblicato la strategia dell'UE sui rimpatri volontari e la reintegrazione, che individua obiettivi comuni per una maggiore coerenza tra le iniziative dell'UE e quelle nazionali. 

Al contempo, l'UE negozia e conclude accordi di riammissione con i paesi di origine e di transito al fine di rimpatriare i migranti irregolari e di cooperare nell'ambito della lotta contro la tratta di esseri umani.