Le politiche UE per la trasformazione digitale

Le politiche dell’UE per la trasformazione digitale hanno rappresentato in anni recenti un’agenda trasversale a diverse aree di policy, di particolare rilevanza nell’epoca attuale. Non esiste una competenza comunitaria specifica sul digitale, ma l’UE ha competenza concorrente sul mercato interno, competenza “parallela” agli Stati su ricerca e sviluppo tecnologico, competenza di sostegno agli Stati su industria e cooperazione amministrativa. La base giuridica per le politiche digitali dell’UE risiede spesso nell’Art. 114 TFUE sul ravvicinamento delle normative nazionali per il mercato interno.

Già la Commissione Juncker (2014-2019) aveva intrapreso iniziative in materia digitale, fra cui l’elaborazione di una Strategia per l’Intelligenza Artificiale, l’adozione della General Data Protection Regulation (GDPR) e l’introduzione di un nuovo Programma dedicato, “Europa Digitale”, nel bilancio a lungo termine per il 2021-2027. La prima Commissione Von der Leyen (2019-24) ha poi fatto di “Un’Europa pronta per l’era digitale” una delle proprie sei priorità e ha posto al centro della propria azione politica la “doppia transizione”, verde e digitale.

Con la transizione digitale l’UE mira a rafforzare le proprie capacità digitali e la propria autonomia strategica, tramite la condivisione dei dati, il calcolo ad alte prestazioni, l’intelligenza artificiale, la trasformazione digitale dell’industriacompetenze digitali potenziate, le normative in materia di responsabilità e sicurezza per piattaforme, servizi e prodotti digitali, il completamento del mercato unico digitale e la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni. La Commissione ha definito l’attuale decennio come “decennio digitale europeo”.

Con una prima ComunicazionePlasmare il futuro digitale dell’Europa (febbraio 2020), la Commissione ha delineato azioni da intraprendere nei campi i) dello sviluppo tecnologico, ii) dell’economia e del mercato, iii) della società e dei diritti. Dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, la Comunicazione Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale (marzo 2021) ha individuato obiettivi al 2030 in quattro settori: i) competenze (di base e specialistiche); ii) infrastrutture digitali (connettività, semiconduttori, cloud/edge, calcolo quantistico); iii) trasformazione digitale delle imprese (diffusione delle tecnologie, innovatori di mercato, PMI); iv) trasformazione digitale dei servizi pubblici (servizi pubblici essenziali, sanità digitale, identità digitale).

Per raggiungere gli obiettivi, le istituzioni europee hanno concordato un “Programma strategico per il Decennio Digitale 2030”, istituito con Decisione entrata in vigore nel gennaio 2023. Si tratta di un quadro di governance che stabilisce un meccanismo di cooperazione fra Commissione e Stati membri e di monitoraggio per l’attuazione progressiva degli obiettivi del decennio digitale, fondata su un ciclo di policy iterativo e pluriennale. Il Programma strategico comprende anche un nuovo strumento, il Consorzio europeo per le infrastrutture digitali (EDIC), per lo sviluppo di progetti multinazionali su larga scala (MCP).

Nel settembre 2023 la Commissione ha pubblicato la prima Relazione annuale sullo stato del decennio digitale e presentato traiettorie di sviluppo a livello dell’UE, sulla cui base gli Stati membri sono chiamati ad elaborare tabelle di marcia strategiche nazionali. La prosecuzione del ciclo di policy ha visto la pubblicazione di una seconda Relazione annuale, nel luglio 2024, e di una terza Relazione annuale, la più recente, nel giugno 2025. Il rapporto identifica progressi in alcuni settori, ma anche mancanze e disuguaglianze rilevanti nella diffusione di tecnologie fondamentali e nelle competenze digitali attraverso l’UE.

Ancora su iniziativa della prima Commissione von der Leyen, la Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale è stata firmata congiuntamente da rappresentanti di Consiglio dell’UE, Parlamento e Commissione stessa nel dicembre 2022. La Dichiarazione illustra l'impegno dell'UE a favore di una trasformazione digitale sicura, protetta e sostenibile che mette al centro le persone, in linea con i valori e i diritti fondamentali dell'UE. Il documento enuncia diritti, principi e impegni sulla base di sei capitoli: i) persone al centro della trasformazione digitale; ii) solidarietà e inclusione; iii) libertà di scelta; iv) partecipazione allo spazio pubblico digitale; v) sicurezza, protezione e conferimento di maggiore autonomia e responsabilità; vi) sostenibilità.

Nell’insieme, il quinquennio 2019-2024 ha visto realizzarsi un corpus di norme ampio e ambizioso, senza precedenti in ambito digitale nella storia dell’integrazione europea, con le quali si sono poste o consolidate le basi delle politiche digitali dell’UE in una pluralità di settori, fra i quali:

  • Norme su piattaforme digitali
  • Autonomia strategica
  • Intelligenza artificiale
  • Condivisione dei dati
  • Cybersicurezza
  • Servizi pubblici digitali
  • Connettività
  • Sostenibilità ambientale

Gli orientamenti politici presentati da von der Leyen a luglio 2024 per la ricandidatura alla guida della Commissione europea, che costituiscono i presupposti per il nuovo inquadramento delle politiche digitali nel quinquennio 2024-2029, hanno dipinto il digitale come un volano per accrescere produttività, competitività e prosperità dell’UE. Il documento fa riferimento al completamento del mercato unico in ambito digitale, ad ulteriori investimenti in tecnologie dirompenti e in innovazione legata all’IA, al proseguimento delle politiche di condivisione e sfruttamento dei dati, all’implementazione efficace della legislazione digitale adottata durante il mandato precedente.

Nel quinquennio 2024-2029, la seconda Commissione von der Leyen ha impostato le proprie politiche digitali a partire da un documento strategico trasversale, la Bussola per la Competitività per l’UE (febbraio 2025). Strutturata in tre aree di intervento trasformative e in cinque fattori abilitanti orizzontali, la Bussola prospetta iniziative legate al digitale in rapporto alla prima area, per colmare il divario nell’innovazione con USA e Cina. La sfida dell’IA richiede infatti all’Europa di dotarsi di infrastrutture di calcolo, cloud e dati.

Tali azioni sono riprese in un importante documento programmatico settoriale, il Piano d’Azione per il Continente dell’IA, adottato ad aprile 2025 e articolato in cinque pilastri:

  • Infrastrutture di calcolo e IA su larga scala: attraverso la rete di AI Factories nei principali centri di supercalcolo europei, la creazione di cinque AI Gigafactories grazie a un fondo pubblico-privato da 20 miliardi di euro attivato attraverso la nuova piattaforma InvestAI, le misure del futuro Cloud and AI Development Act per centri di dati e capacità cloud e edge
  • Dati di alta qualità per l’IA: attraverso laboratori di dati (Data Labs) all’interno delle AI Factories, che fungeranno da hub per mettere a disposizione dati ad alta qualità, anche in connessione con gli spazi di dati europei.
  • Adozione dell’IA in settori strategici: attraverso una Strategia per l’IA Applicata settore per settore, il rilancio degli European Digital Innovation Hubs (EDIH) in ottica di IA, progetti per la diffusione dell’IA generativa e un Consiglio europeo della ricerca sull’IA.
  • Competenze e talenti nell’IA: attraverso varie iniziative per formare, attrarre e mantenere ricercatori e professionisti di alto profilo, sia europei che da Paesi terzi, tra cui una AI Skills Academy e l’azione Marie Skłodowska-Curie “Choose Europe”.
  • Semplificazione normativa: attraverso un AI Act Service Desk, punto di riferimento unico per le imprese che cercano assistenza normativa per la conformità all'AI Act, e possibile semplificazione nell’attuazione dello stesso.

La seconda Commissione von der Leyen, che ha deciso di concentrarsi proprio sulla semplificazione con una serie di pacchetti omnibus e altre proposte, ha anche previsto entro il 2025 la proposta di un “pacchetto digitale”, incentrato sulla semplificazione della normativa in materia di cybersicurezza e su una più ampia valutazione dell’acquis digitale alla luce di esigenze e vincoli delle PMI.

Si segnala anche che, al termine di marzo 2025, la Commissione europea ha adottato il programma di lavoro 2025-2027 del Programma “Europa Digitale”, attraverso cui nel corso del triennio saranno investiti 1,3 miliardi di euro per la diffusione di tecnologie critiche di importanza strategica e la sovranità tecnologica dell’Europa.

Reti di regioni Europee nell'ambito delle politiche UE per il digitale


ERRIN (European Regions Research and Innovation Network)

A chi rivolgersi
Andrea Pareschi  

Trasformazione Digitale