Coesione
Politica di coesione nell'Unione Europea
La politica di coesione dell'Unione Europea ha come obiettivo lo sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione e la riduzione delle disparità di sviluppo fra le regioni. Opera attraverso il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale e trova base legale negli articoli 174-178 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
I fondi strutturali costituiscono il principale strumento della politica di coesione europea:
- Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - FESR;
- Fondo Sociale Europeo - FSE;
- Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR);
- Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP).
Il meccanismo di funzionamento dei fondi si articola in un sistema di gestione condivisa tra Commissione Europea (CE) e Stati membri, e trova attuazione per un periodo di programmazione di durata settennale, attualmente 2021-2027.
La Commissione Europea negozia e approva i programmi di sviluppo proposti dagli Stati e alloca le risorse. Gli Stati membri e, nel nostro Paese, le regioni, gestiscono i programmi, valutano, selezionano implementano e controllano i progetti. La Commissione Europea monitora e verifica i sistemi di controllo.
Lo stato di attuazione dei programmi e dei progetti possono essere monitorati sul sito dedicato per l’Europa e sul sito per l’Italia.
Con l’approvazione di Next Generation EU volto a rilanciare la ripresa a seguito della pandemia, l’attuazione della politica di coesione si attua piano in modo complementare con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza che per l’Italia, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR, dispone di oltre 194,4miliardi per il periodo 2021-2026.
Futura politica di coesione post-2027
E’ avviata la riflessione sul futuro della politica di coesione, con la pubblicazione del Report del gruppo di esperti sulla politica di coesione e del Nono rapporto di coesione in marzo 2024, che hanno preceduto la tanto attesa proposta di quadro finanziario pluriennale da parte della Commissione Europea del 16 luglio 2025. La proposta di bilancio costituisce una vera rivoluzione della politica di coesione perché per il periodo 2028-2034 prospetta la centralizzazione della programmazione e dell’attuazione attraverso dei Piani nazionali di partenariato nazionale e regionale.
In particolare, secondo la proposta verrebbe lasciata in capo agli stati membri la definizione dell'ammontare delle risorse dedicate alle regioni in transizione e più sviluppate, la definizione del quadro di performance, target e milestones, la modalità del raggiungimento degli obiettivi sociali, il coordinamento del dialogo con la Commissione europea da parte delle Regioni, la previsione o meno di capitoli regionali all’interno del Piano.
Per influenzare il dibattito e il futuro negoziato, l’Emilia-Romagna coordina insieme alla Regione Nouvelle Aquitaine, la coalizione EURegions4cohesion, che conta 149 regioni europee dai seguenti stati membri: Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Olanda.
A seguito della proposta da parte della Commissione europea sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), prende avvio il negoziato tra Parlamento europeo e Consiglio dell’UE.
- POR FESR - Regione Emilia-Romagna;
- Por FSE - Regione Emilia-Romagna;
- "Fondi Europei e cooperazione internazionale" - Regione Emilia-Romagna
- "Fondi strutturali europei" - Regione Emilia-Romagna
- "OpenCoesione" - Governo Italiano
- "Fondi Europei" - Conferenza dei Presidenti delle Regioni Italiane
- "Politica regionale europea" - Commissione europea
- Parlamento europeo - Commissione per lo Sviluppo Regionale
- Consiglio Affari Generali
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