Nel cuore del sistema 118 dell’Emilia-Romagna

Nato a Bologna a partire dagli anni ’60, ha cambiato per sempre il modo di gestire il soccorso in tutta Italia. E oggi cambia ancora, per garantire la migliore assistenza possibile

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ultima modifica 2023-09-14T09:45:31+02:00
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Portare l’ospedale sulla strada. È con questa idea che nel 1967 Paolo Nanni Costa e Vittorio Sabena, con il fondamentale contributo di Marco Vigna, posero le basi per la nascita in Emilia-Romagna, a Bologna, della prima centrale operativa unica per coordinare il soccorso medico.

Un modello diventato lo standard da seguire in tutta Italia e che continua ad evolvere e migliorarsi per restare all’avanguardia.

Obiettivo che si pone anche la riorganizzazione del sistema emergenza-urgenza, appena partita, voluta dalla Regione per dare ai cittadini assistenza e cure all’altezza dei nuovi bisogni.

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Andiamo a conoscere da vicino il servizio 118 dell’Emilia-Romagna, attraverso la voce di alcuni dei suoi protagonisti.

Come nasce il 118

Da Bologna all’Emilia-Romagna, all’Italia

Un sistema complesso

La rete del 118 in Emilia-Romagna si è evoluta in un sistema complesso, che vede schierati mezzi di soccorso all’avanguardia e migliaia di uomini e donne tra medici, operatori sanitari e volontari, che formano una struttura molto ramificata sul territorio sempre pronta ad entrare in azione e che risponde a centinaia di migliaia di chiamate ogni anno.

Eccola descritta da Antonio Pastori, coordinatore della rete regionale dell’emergenza 118.

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Innovare, sempre

L’attitudine a innovare è rimasta una costante per il sistema di emergenza medica dell’Emilia-Romagna. Nel 2020 è stata introdotta una piattaforma di videostreaming che permette all’operatore di vedere la scena del soccorso e valutare così lo scenario di intervento migliore. La centrale operativa invia un semplice Sms con un link dal quale chi ha effettuato la chiamata può autorizzare lo streaming video dallo smartphone.

Ancor più recente è l’introduzione dell’Advanced Mobile Locator (A.M.L.), che con gli smartphone di ultima generazione permette di scoprire con estrema precisione la posizione di chi chiama un numero di emergenza (112,113,115,118).

Il cuore pulsante dell’intero sistema è rappresentato dalle centrali operative, che hanno il compito di ricevere e smistare le chiamate di emergenza.

In Emilia-Romagna sono tre: Romagna (sede a Ravenna), Emilia Est (sede a Bologna), Emilia-Ovest (sede a Parma).

Dentro una centrale operativa

Siamo andati alla centrale operativa Emilia-Est che ha sede a Bologna per vedere da vicino come funziona. Il coordinatore Andrea Franceschini ha spiegato nel dettaglio il lavoro che fanno gli operatori delle centrali e come affrontano le emergenze.

Il 118 durante la pandemia Covid

La gestione grandi emergenze sanitarie è sempre un momento in cui il sistema di soccorso è chiamato a grandi sforzi, ma spesso anche un incentivo per l’introduzione di cambiamenti che contribuiscono a migliorare il servizio.

Il Covid 19 è stata un’esperienza che ha visto la rete regionale dell’emergenza urgenza in prima linea per dare ai cittadini l’assistenza di cui avevano bisogno. Un servizio che non si è mai interrotto nemmeno nelle fasi iniziali e più acute della pandemia, in cui era necessario affrontare un nemico sconosciuto e un numero di enorme di richieste di intervento, continuando comunque ad occuparsi delle altre patologie, con medici, personale sanitario e volontari che hanno dato la vita per garantire l’assistenza alle persone

Il 118 lo fanno le persone

Al centro del lavoro dei professionisti e dei volontari impegnati nel servizio dell’emergenza territoriale c’è il contatto diretto con le persone, una connessione con i pazienti che si rinnova ogni giorno entrando nelle loro case o prestando assistenza direttamente nei luoghi dove c’è bisogno di aiuto. Un profondo legame di fiducia necessario per la buona riuscita dell’intervento, tanto quanto le competenze mediche e la capacità di prendere decisioni rapidamente.

Marco Vigna sottolinea quanto influisce questo aspetto sulla motivazione degli operatori.

La riorganizzazione dell’emergenza urgenza

Per mantenere il livello di eccellenza del sistema sanitario regionale la Regione Emilia-Romagna è pronta a far partire una progressiva riforma del sistema di emergenza urgenza, che cambierà, in meglio, i servizi di cura e assistenza ai cittadini, venendo incontro ai nuovi bisogni di cura e all’incremento della richiesta di prestazioni.

Crediti

A cura di Enzo Menichella, Stefano Asprea e Cristina Gaddi

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