Valutazione della sicurezza dell'enzima alimentare termomicolina dal ceppo geneticamente modificato AR-201 di Trichoderma reesei
Safety evaluation of the food enzyme thermomycolin from the genetically modified Trichoderma reesei strain AR-201
8 ottobre 2025
Materiali di contatto degli alimenti e enzimi
Il Panel sugli Enzimi Alimentari (FEZ) di EFSA ha condotto una valutazione di sicurezza relativa all'enzima alimentare termomicolina (EC 3.4.21.65). L'enzima è prodotto con il ceppo geneticamente modificato Trichoderma reesei AR-201 da AB Enzymes GmbH. L'enzima alimentare è destinato ad essere utilizzato in sette processi di produzione alimentare come la produzione di proteine del latte modificate, produzione di proteine da carne e pesce modificate, e il processamento di cereali e prodotti derivati da piante, funghi o lieviti.
Le modificazioni genetiche non causano preoccupazioni in materia di sicurezza. L'enzima alimentare è stato considerato privo di cellule vitali dell'organismo di produzione e il suo DNA assente. L'esposizione alimentare è stata stimata fino a 0.461 mg di solidi organici totali (TOS)/kg di peso corporeo al giorno nelle popolazioni europee. I test di genotossicità non hanno evidenziato problemi di sicurezza. La tossicità sistemica è stata valutata mediante uno studio di tossicità orale a dosi ripetute della durata di 90 giorni nei ratti. Il gruppo di esperti ha identificato un livello senza effetti avversi osservati pari a 1000 mg TOS/kg di peso corporei al giorno, la dose più alta testata, che, se confrontata con l'esposizione alimentare stimata, ha dato luogo a un margine di esposizione di almeno 2169. È stata effettuata una ricerca dell'omologia della sequenza aminoacidica della termomicolina con allergeni noti e sono state trovate corrispondenze con 1 allergene alimentare, 19 allergeni respiratori e 3 allergeni da contatto. Il gruppo di esperti ha ritenuto che non si possa escludere il rischio di reazioni allergiche in seguito all'esposizione alimentare all'enzima alimentare.
In conclusione, sulla base dei dati forniti, il gruppo di esperti ha ritenuto che questo enzima alimentare non susciti preoccupazioni in termini di sicurezza, nelle condizioni d'uso previste.
