La beauvericina: analisi del potenziale genotossico
Genotoxicity of beauvericin
09 10 2024
Contaminanti in alimenti e mangimi
La beauvericina (BEA) è una micotossina prodotta da funghi del genere Fusarium, che può contaminare alimenti e mangimi, soprattutto cereali come mais e grano. La sua struttura chimica è quella di un esadepsipeptide ciclico con proprietà ionofore, il che significa che è capace di trasportare ioni attraverso le membrane cellulari, alterando l'omeostasi ionica delle cellule. Queste caratteristiche le conferiscono una serie di attività biologiche, tra cui proprietà antimicrobiche e citotossiche.
Dal punto di vista della filiera alimentare, la presenza di BEA rappresenta una potenziale preoccupazione, poiché può entrare nella catena alimentare attraverso alimenti contaminati. Questo pone rischi sia per la salute umana che per quella animale. In passato, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha evidenziato come la contaminazione cronica da beauvericina potesse rappresentare un rischio, ma la mancanza di dati tossicologici specifici ha impedito valutazioni definitive. In particolare, non era chiaro se la beauvericina potesse avere effetti genotossici, cioè la capacità di danneggiare il DNA e causare mutazioni che potrebbero portare a tumori o altre malattie genetiche.
Nel 2014, il Comitato sui Contaminanti nella Catena Alimentare (CONTAM) dell'EFSA aveva già valutato i rischi legati alla presenza di BEA negli alimenti e mangimi. Tuttavia, in quell'occasione, la mancanza di dati di genotossicità in vivo non permetteva di trarre conclusioni definitive sui rischi per la salute umana. L'opinione concludeva che vi fosse una possibile preoccupazione per l'esposizione cronica alla BEA, ma sottolineava la necessità di ulteriori studi, in particolare sui suoi effetti a lungo termine e sulle possibili interazioni con il sistema nervoso, immunitario ed endocrino.
In risposta a questa necessità, sono stati condotti nuovi studi sia in vitro che in vivo per valutare il potenziale genotossico della BEA.
Nel complesso, i dati disponibili indicano che la BEA non ha un potenziale genotossico. Nonostante alcuni effetti indiretti, come l'aumento dello stress ossidativo e l'induzione dell'apoptosi a concentrazioni elevate, non ci sono prove convincenti di danni diretti al DNA in condizioni fisiologiche normali. Gli studi in vitro e in vivo, così come le previsioni basate su modelli in silico, supportano l'idea che la BEA non rappresenti un rischio di mutazioni genetiche o di sviluppo di tumori legati alla genotossicità.
L'assenza di un chiaro rischio di genotossicità è rassicurante, ma rimane la necessità di monitorare la presenza di BEA nella catena alimentare, soprattutto per esposizioni croniche a basse dosi. Il continuo monitoraggio e la regolamentazione della BEA negli alimenti, in particolare nei cereali e nei mangimi, sono necessari per prevenire potenziali effetti tossici a lungo termine.
Questa valutazione dell'EFSA fornisce una base scientifica importante per l'eventuale aggiornamento delle normative sulla sicurezza alimentare, specialmente per quanto riguarda i livelli massimi accettabili di BEA negli alimenti e nei mangimi.