A cura di Maria Giulia Bonomini

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha recentemente pubblicato il rapporto scientifico sull’influenza aviaria in Europa e nel mondo. Il report è il risultato di un mandato congiunto tra l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e il Laboratorio di Riferimento dell'Unione Europea per l'Influenza Aviaria. Questo rapporto scientifico fornisce una panoramica completa delle rilevazioni del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in pollame, uccelli in cattività (uccelli domestici) e uccelli selvatici, avvenute nel periodo compreso fra il 7 giugno e il 5 settembre 2025. Il documento include anche un aggiornamento sulle rilevazioni del virus HPAI nei mammiferi e sui casi di infezione nell'uomo nello stesso periodo. L'esigenza di tale monitoraggio nasce dalla persistente e ampia circolazione del virus e dai continui eventi di spillover (salto di specie) nei mammiferi.

Nel periodo tra il 7 giugno e il 5 settembre 2025 sono state segnalate complessivamente 183 rilevazioni del virus HPAI A(H5) in uccelli domestici e selvatici, distribuite in 15 paesi in Europa. Sebbene la maggior parte dei casi siano stati rilevati in Europa occidentale e sudoccidentale, si sono verificate segnalazioni anche sulla costa settentrionale della Norvegia.

Situazione in uccelli e mammiferi

La maggior parte delle rilevazioni ha interessato gli uccelli selvatici (156). Oltre il 75% di questi casi è stato riscontrato negli uccelli marini coloniali, in particolare nel gabbiano reale (European herring gull). Si è notata una diminuzione delle rilevazioni negli uccelli acquatici rispetto ai mesi precedenti. Inoltre, rispetto al precedente periodo di monitoraggio (marzo – giugno 2025), il numero di stabilimenti di pollame colpiti è stato inferiore rispetto e, soprattutto, non si è verificata alcuna diffusione secondaria dei focolai.

Per quanto riguarda i mammiferi in Europa, sono stati segnalati casi di virus HPAI A(H5N5) in quattro volpi artiche in Norvegia. Negli Stati Uniti d'America, il numero di rilevamenti del virus HPAI A(H5N1) nei bovini da latte è rimasto stabile, mentre il topo muschiato e lo scoiattolo di terra dalla coda rotonda sono stati segnalati come colpiti per la prima volta.

Implicazioni per la salute umana

Tra il 7 giugno e il 5 settembre 2025 sono stati segnalati 19 casi di infezione da virus dell'influenza aviaria nell'uomo, di cui tre mortali, in quattro paesi: Bangladesh (un caso di A(H5N1)), Cambogia (11 casi di A(H5N1)), Cina (un caso di A(H10N3) e cinque casi di A(H9N2)) e India (un caso di A(H5N1)). Nella maggior parte dei casi umani di A(H5N1) è stata segnalata un'esposizione al pollame prima dell'individuazione o dell'insorgenza della malattia.

Considerata la diffusa circolazione dei virus dell'influenza aviaria nelle popolazioni animali, le infezioni umane rimangono piuttosto rare, e durante il periodo di riferimento non è stata documentata alcuna trasmissione da uomo a uomo. Il rischio di infezione da virus dell'influenza aviaria attualmente circolanti in Europa rimane basso per la popolazione generale nell'Unione europea/Spazio economico europeo (UE/SEE) e da basso a moderato per le persone esposte per motivi professionali o di altro tipo ad animali infetti o ad ambienti contaminati.

Conclusioni

In sintesi, la situazione dell'influenza aviaria tra giugno e settembre 2025 ha evidenziato una persistente circolazione del virus HPAI, con focolai significativi negli uccelli selvatici in Europa e casi emergenti di infezione nei mammiferi. Sebbene le infezioni umane siano rare e non sia stata rilevata trasmissione da uomo a uomo, la sorveglianza continua e le misure preventive sono essenziali per mitigare i rischi per la salute pubblica e animale.

Data la persistente circolazione dell’HPAI negli uccelli selvatici in Europa, che probabilmente continuerà per molti anni, è necessario prendere in considerazione strategie di riduzione del rischio a medio e lungo termine nel settore avicolo, come per esempio non collocare gli allevamenti di pollame in prossimità di aree ad alto rischio, ridurre la densità degli allevamenti in queste aree, e mantenere elevati standard di biosicurezza. A questo proposito, EFSA ha recentemente lanciato un nuovo toolkit online: https://www.efsa.europa.eu/en/no-bird-flu. In questa pagina è possibile consultare i diversi step di prevenzione per migliorare la biosicurezza, prevenire la diffusione dell’influenza aviaria e proteggere la salute degli animali

https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/2025-09/AI%20Report%20XXXIV.pdf