Il lato nascosto dei Novel Foods in Europa: oltre insetti e carne coltivata
Come l’integrazione discreta di ingredienti funzionali e sostenibili sfugge alla neofobia alimentare, e perché il dibattito pubblico ignora il vero progresso.
Approfondimento a cura di Maria Giulia Bonomini, PhD e della Professoressa Chiara Dall’Asta, PhD – Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, Università di Parma
1. Il divario tra scienza e percezione pubblica
Nonostante la procedura rigorosa e sistematica da intraprendere prima dell'autorizzazione, che consiste in una approfondita valutazione del rischio condotta dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) basata sulle evidenze scientifiche e da una successiva decisione da parte dei rappresentanti degli Stati membri dell'UE (Regolamento (UE) 2015/2283), i Novel Foods (nuovi alimenti) sono spesso percepiti come non sicuri e ritratti come innovazioni radicali che sfidano i confini etici e le norme culturali, causando in ultima analisi dibattiti accesi e ostacolando l'accettazione da parte dei consumatori. Di fatto, studi scientifici mostrano costantemente che i consumatori tendono ad associare alimenti non familiari o altamente innovativi al rischio, anche quando la sicurezza è stata rigorosamente valutata. Questa paura latente rende alcuni Novel Foods particolarmente vulnerabili alla resistenza del pubblico, specialmente quelli percepiti come radicalmente diversi.
Sebbene tali prodotti rappresentino effettivamente cambiamenti significativi per il consumatore, l'attenzione sui casi "estremi" tende a mettere in ombra la realtà più ampia e sfumata dei Novel Foods nell'UE. Infatti, prodotti agricoli provenienti da paesi terzi, come i semi di Chia, o alimenti derivati da nuovi processi produttivi, come il latte e il pane trattati con raggi UV, sono tutti entrati nel mercato dell'UE nell'ambito del quadro normativo sui Novel Foods con poca o nessuna controversia mediatica o da parte dei consumatori, verosimilmente perché percepiti in continuità con l’abituale.
Quando si parla di innovazione nel settore alimentare, i consumatori tendono a essere cauti e generalmente esitano ad accettare i nuovi alimenti. La resistenza alla novità è solitamente radicata in specifiche ideologie, nell'attaccamento alla tradizione, nella non familiarità o, più genericamente, nella neofobia alimentare.
2. Il ruolo dei media nella distorsione dell’opinione pubblica
La comunicazione e i media sono sempre stati uno strumento fondamentale nel plasmare e influenzare l'opinione pubblica. Attualmente, la narrativa dei media e persino la letteratura scientifica si concentrano spesso in modo sproporzionato sulle categorie Novel Foods più controverse, contribuendo negativamente all'opinione generale sul tema.
Da una prospettiva mediatica, questi argomenti sono più provocatori e creano storie più avvincenti, aumentando l'engagement e la condivisibilità dei contenuti, soprattutto sui social media. Da un punto di vista scientifico, i temi più “estremi” attraggono l'attenzione in quanto sollevano questioni complesse che coinvolgono il comportamento dei consumatori, l'etica, la sicurezza e la regolamentazione, fornendo terreno fertile per la ricerca scientifica e interdisciplinare.
Con titoli che attirano l'attenzione e generano engagement, i media contribuiscono attivamente ad aumentare i bias euristici negativi nei consumatori, creando in ultima analisi un ciclo di visibilità e controversia che si auto-alimenta. È principalmente a questi bias euristici che è attribuibile il permanere della percezione negativa sui nuovi alimenti più dibattuti ed estremi, come gli insetti e la carne coltivata, anche nel caso di prodotti ritenuti sicuri e autorizzati dalle autorità competenti. Difatti, mentre con il vecchio Regolamento (CE) n. 258/97 sui Novel Foods sono state presentate 228 domande dal 2003 al 2017, l'EFSA ha ricevuto quasi 400 domande dal 2018 ad oggi, di cui solo una parte trascurabile riguardava insetti o colture cellulari (rispettivamente 26 e 2). Tuttavia, mentre pochi prodotti controversi dominano la narrativa e l'opinione pubblica sui Novel Foods, la maggior parte delle innovazioni introdotte nell'ambito del quadro legislativo dell'UE sono molto meno radicali e più integrate nel consumo quotidiano di quanto la maggior parte dei consumatori non si renda conto. Di seguito alcuni recenti esempi di Novel Foods che sono entrati nel mercato europeo senza controversie, dimostrando che la novità non implica necessariamente interruzioni culturali radicali.
3. La maggioranza silenziosa: esempi di Novel Foods che passano inosservati
- Oligosaccaridi del latte umano (HiMo – Human Identical Milk Oligosaccharides): 3-Fucosillattosio (3-FL) e sale sodico di 3’-Sialillattosio (3’-SL)
- Il 3-FL ed il 3’-SL sono oligosaccaridi identici a quelli già presenti nel latte umano ma prodotti biotecnologicamente mediante fermentazione microbica usando alcuni ceppi geneticamente modificati di Escherichia coli. La loro struttura chimica è identica a quella degli oligosaccaridi presenti naturalmente nel latte materno, e sono entrati nel mercato senza significative resistenze grazie alla loro familiarità biologica e all’applicazione mirata. Ad oggi vengono utilizzati principalmente in formule per lattanti e alimenti per l’infanzia.
- Biomassa di Yarrowia lipolytica
- La Y. lipolytica è un lievito oleaginoso noto per la sua capacità di sintetizzare una varietà di enzimi, consentendogli di degradare un’ampia gamma di composti e produrre sottoprodotti metabolici di valore, fra i quali proteine, peptidi, aminoacidi, minerali, vitamine e acidi grassi. Grazie ai suoi benefici nutrizionali, il prodotto è impiegato in una vasta gamma di alimenti, fra cui formaggi e latticini, prodotti da forno e pasta, prodotti a base di carne trattati termicamente, cioccolato, snack e bevande aromatizzate.
- Semi di Chia (Salvia hispanica)
- I semi di Chia sono un Novel Food tradizionale originario di Paesi terzi, apprezzato per il suo profilo nutrizionale qualitativamente elevato. Sono infatti ricchi di proteine, non limitanti in aminoacidi essenziali per gli adulti, contengono alte quantità di acido α-linolenico (un acido grasso omega-3) e sono fonte di fibra, vitamine del gruppo B, minerali e antiossidanti naturali. Grazie alle loro proprietà nutrizionali, i semi di Chia hanno visto un significativo aumento dei consumi nei Paesi occidentali, con le importazioni che hanno superato le 16'000 tonnellate nel 2016. I semi di Chia in pochi anni sono entrati a far parte delle abitudini alimentari dei consumatori europei a tal punto da generare stupore quando li si annovera tra i novel food.
- Oligosaccaridi prebiotici: Galatto- (GOS), Xilo- (XOS), e Isomalto-oligosaccaridi (IMOS)
- Gli oligosaccaridi sono un gruppo eterogeneo di carboidrati autorizzati come Novel Foods principalmente per i loro effetti prebiotici. Nutrizionalmente, XOS e GOS sono considerati altamente indigeribili nel tratto gastrointestinale superiore e vengono fermentati dalla flora batterica del colon, mentre gli IMOS sono parzialmente digeribili. La loro integrazione è stata relativamente agevole poiché, oltre a fornire fibra alimentare e dolcezza, esercitano un'attività prebiotica sul microbiota intestinale, allineandosi all'aumento dell’interesse dei consumatori verso i cosiddetti alimenti funzionali. Per questo sono utilizzati in una vasta gamma di prodotti, tra cui cioccolatini, bevande di soia, prodotti da forno, latticini, integratori alimentari e salse.
4. Conclusioni
La narrazione mediatica, spesso distorta da pregiudizi cognitivi e dal focus sui casi più estremi (come gli insetti e la carne coltivata), continua a plasmare negativamente l'opinione pubblica sui Novel Foods. Tuttavia, come dimostrato dai numerosi esempi qui analizzati – dagli oligosaccaridi del latte umano, a quelli prebiotici, ai semi di Chia – la maggioranza degli ingredienti Novel Foods è stata introdotta nel consumo quotidiano senza sollevare avversità. Questi alimenti rappresentano un'innovazione fondamentale, offrendo vantaggi nutrizionali, ambientali e tecnologici, oltre ad opportunità di innovazione, senza una radicale rottura culturale. Tuttavia, il distacco tra la percezione pubblica e i pareri scientifici è molto profondo, ed è fondamentale che la comunicazione scientifica venga incrementata per colmare il divario tra la conoscenza degli esperti e la comprensione del pubblico.
Una comprensione più accurata dei Novel Foods e del rigoroso processo di valutazione del rischio condotto dall'EFSA è essenziale per consentire ai consumatori di discutere l'innovazione alimentare con una razionalità informata, neutralizzando così la narrativa polarizzata che domina oggi il dibattito. L'integrazione di questi "nuovi alimenti silenziosi" nel mercato europeo dimostra che l'innovazione alimentare può e deve avvenire in modo responsabile, sicuro e, soprattutto, socialmente accettabile.
