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Introduzione

Giovedì 15 maggio si è tenuto a Roma, presso la Biblioteca Centrale Nazionale, la Conferenza Nazionale sull'economia circolare 2025, organizzata dal Circular Economy Network, in collaborazione con ENEA e con il patrocinio del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.

Durante la Conferenza è stato presentato il nuovo Rapporto sull’economia circolare, realizzato dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA. Il documento fornisce dati aggiornati sull’andamento dei principali indicatori di circolarità dell’economia italiana e offre un confronto con i Paesi europei. L'economia circolare, pilastro della green economy, sostituisce il concetto di rifiuto con quello di risorsa, puntando a ridurre il consumo di materie prime e aumentando l’efficienza nell’uso dei materiali verso la massimizzazione del riutilizzo e del riciclo. 

Il rapporto

Utilizzando il sistema europeo di indicatori, la performance migliore è dei Paesi Bassi (70,6 punti), seguita dall'Italia che, con 65,2 punti, mantiene il suo primato per livelli di circolarità fra le principali economie europee. La Germania si classifica in terza posizione (60,6 punti); Francia e Spagna si trovano in quinta e settima posizione totalizzando rispettivamente, 58,7 e 56,9 punti.

Nel 2023 l’Italia ha raggiunto una produttività delle risorse pari a 4,3 euro di PIL per ogni kg di risorse consumate: si tratta di un dato nettamente superiore alla media UE (2,7 €/kg) e anche a quella di Paesi come Spagna (4,1 €/kg), Francia (3,5 €/kg) e Germania (3,4 €/kg). L’Italia ha confermato nel 2023 anche ottimi livelli di tasso di utilizzo circolare di materia, facendo segnare un valore pari al 20,8%, a fronte di una media dell’11,8% nell’UE, con una crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2019. Si tratta della performance migliore tra i principali Paesi europei, seguita Francia (17,6%), Germania (13,9%) e Spagna (8,5%). Il tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto di 3,2 punti percentuali rispetto al 2019, attestandosi al 2023 al 50,8%. Confrontando le performance dei quattro principali Paesi europei, solo la Germania fa meglio dell’Italia con un notevole 68,2%, mentre risultano peggiori le performance di Francia (42,2%) e Spagna (41,4%).

La dipendenza dalle importazioni di materiali, tuttavia, rimane elevata: nel 2023 è stata pari al 48% del fabbisogno complessivo, valore decisamente superiore a quello dell’UE (22%). Il costo delle nostre importazioni è salito da 424,2 miliardi di euro nel 2019 a ben 568,7 miliardi nel 2024, con un aumento del 34%. Anche il consumo dei materiali per abitante (11,1 tonnellate nel 2023), pur essendo minore della media europea (14,1 t), è in crescita, mentre altri Paesi come Germania, Francia e Spagna lo stanno riducendo.

Il Rapporto evidenzia la necessità di accelerare, perché un aumento della circolarità – con una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e un incremento dell’uso di materie prime seconde (cioè i materiali recuperati e riutilizzati in nuovi processi produttivi) – può contribuire a migliorare la competitività delle imprese. Basta pensare che la Commissione europea stima in 45 miliardi di euro, per i 27 paesi UE, il risparmio annuo dei costi energetici adottando modelli di maggiore circolarità. Maggiore produttività dei materiali e dell’energia, aumento del riciclo e del riutilizzo, riduzione degli scarti e valorizzazione delle materie prime seconde sono i pilastri su cui costruire un modello industriale più resiliente, sostenibile e autonomo, facendo della circolarità un punto di forza del made in Italy.

Per approfondire

Video dell'evento

Rapporto sull’economia circolare 2025

Ultimo aggiornamento: 16-05-2025, 15:40