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Introduzione

Mercoledì 21 maggio l'Istat ha presentato il “Rapporto annuale 2025. La situazione del Paese. La trentatreesima edizione del Rapporto, illustrata dal Presidente dell'Istata Francesco Maria Chelli in un evento a Palazzo Montecitorio, esamina i cambiamenti economici, demografici e sociali che hanno interessato il Paese nell’anno appena trascorso.

Demografia e società

La popolazione continua a diminuire (59 milioni di abitanti): l'emigrazione di giovani qualificati è in aumento, mentre l'immigrazione non compensa il calo demografico.

Negli ultimi quarant’anni i matrimoni in Italia sono costantemente diminuiti: è un segno della cosiddetta seconda transizione demografica, iniziata dagli anni Settanta, che ha trasformato profondamente i modelli familiari. Tra i suoi tratti distintivi c' è anche la bassa fecodità (1,18 figli per donna): si osserva una riduzione costante del numero medio di figli e un’accentuata posticipazione dell’età alla nascita del primo figlio.

L'aspettativa di vita è tornata ai livelli pre-pandemia (83,4 anni), ma l'invecchiamento della popolazione è sempre più marcato. L’Italia si conferma fra i Paesi più longevi, con una struttura per età che riflette l’invecchiamento della popolazione. Le famiglie diventano sempre più piccole e si diffondono nuove forme familiari: aumentano le persone che vivono da sole, soprattutto fra gli anziani, mentre i giovani restano in famiglia più a lungo dei loro coetanei europei, ritardando le tappe verso l’età adulta.

Grazie all’aumento della longevità e al miglioramento delle condizioni di vita, a 65 anni molte persone vivono oggi in buona salute, partecipando attivamente alla società. Usando un approccio dinamico, la soglia di ingresso nella vecchiaia si sposterebbe a 74 anni per gli uomini e 75 per le donne. L’aumento della longevità complessiva tuttavia non sempre si traduce in anni vissuti in buona salute. Le maggiori criticità emergono nei territori più fragili, dove la presenza di anziani soli o in coppie senza figli è più frequente e si dirada la rete di persone su cui poter contare.

Economia e ambiente

Secondo il rapporto, nel 2024 la crescita economica è stata modesta (+0,7% PIL), con un rallentamento degli investimenti e una leggera contrazione delle esportazioni. L'occupazione è aumentata (+1,5%), ma l'Italia resta il paese dell'UE con il più basso tasso di occupazione giovanile e femminile, mentre la produttività cala(-0,9%), penalizzata dalla scarsa dimensione delle imprese e dal basso contenuto tecnologico. Si è consolidato il processo di disinflazione, anche se con una ripresa della dinamica dei prezzi a partire dalla seconda parte dell’anno.

Le previsioni indicano una crescita congiunturale dello 0,3 per cento per il primo trimestre del 2025, con il mantenimento o una lieve diminuzione del ritmo di crescita dello scorso biennio. I fattori di incertezza riguardano l’evoluzione del commercio globale, la possibile ripresa dell’inflazione, il buon esito degli investimenti finanziati dal PNRR. Anche l’aumento di frequenza degli eventi estremi ha un impatto significativo sulle attività economiche: nel 2022 il 18,2 per cento del valore aggiunto di industria e servizi era prodotto in unità locali ubicate in territori esposti a rischi naturali di frane (considerati esogeni) e/o a sismicità elevata (considerati endogeni).

Circa il 30 per cento delle imprese risulta più esposto all’invecchiamento dei lavoratori. Si tratta di unità economiche di dimensioni minori, in larga parte di autoimpiego del titolare. Un aspetto di rilievo per il futuro sarà il ruolo dei giovani, e in particolare quelli qualificati, sulla capacità delle imprese di innovare e competere.

Per approfondire

Volume 

Rapporto Annuale in pillole

Cartografia

Precedenti edizioni

Evento di presentazione

Ultimo aggiornamento: 23-05-2025, 16:06