Introduzione
Lunedì 22 settembre, presso lo Spazio Europa di Roma, è stato presentato il World Nuclear Industry Status Report 2025 (WNISR), uno dei più autorevoli rapporti internazionali sullo stato dell’industria nucleare mondiale. L’evento, organizzato da Kyoto Club, Fondazione Heinrich-Böll, Fondazione Friedrich-Ebert, BASE (Ufficio federale tedesco per la sicurezza nella gestione dei rifiuti nucleari) e Mycle Schneider Consulting, ha riunito esperti, analisti e rappresentanti istituzionali per discutere le tendenze e le prospettive del settore.
I dati evidenziano un quadro complesso: sebbene la produzione globale di energia nucleare abbia registrato un incremento del 2,9% nel 2024, raggiungendo un nuovo record di 2.677 TWh, tale crescita è attribuibile quasi esclusivamente alla Cina. Al di fuori di quest’ultima, la produzione è in calo del 14% rispetto al 2006.
La quota del nucleare nel mix elettrico globale è scesa al 9%, il valore più basso degli ultimi quarant’anni. A fronte di investimenti globali pari a 728 miliardi di dollari nelle rinnovabili non idroelettriche, il nucleare ha attratto solo 21 miliardi. La nuova capacità installata nel 2024 è stata di 565 GW tra solare ed eolico, contro appena 5,4 GW netti per il nucleare.
Il rapporto dedica ampio spazio alle difficoltà di integrazione dell’energia nucleare nei sistemi energetici moderni, sempre più dominati da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Viene inoltre sottolineato il ritardo nello sviluppo dei Reattori Modulari di Piccola Taglia (SMR), ancora in fase embrionale in molti Paesi, tra cui l’Italia.
Un’attenzione particolare è riservata alla situazione di Fukushima, dove, a 14 anni dal disastro, permangono criticità significative, e al tema del decommissioning: dei 218 reattori chiusi nel mondo, solo una minima parte è stata completamente bonificata
Il rapporto analizza anche le interdipendenze geopolitiche, in particolare il ruolo della Russia come fornitore chiave nella filiera del combustibile nucleare e leader nell’export di reattori. In questo contesto, l’Italia viene citata come uno dei Paesi che stanno valutando un possibile ritorno al nucleare, con l’obiettivo di coprire tra l’11% e il 22% della produzione elettrica entro il 2050. Tuttavia, le priorità nazionali restano focalizzate su rinnovabili, reti intelligenti e sistemi di accumulo.
Per approfondire
Ultimo aggiornamento: 24-09-2025, 11:34
