Introduzione
Presentato a Roma il 13 dicembre 2024 presso la sede del Consiglio nazionale economia e lavoro (Cnel) il Rapporto dell’ASviS Territori che esamina lo stato di attuazione dell’Agenda 2030 su scala territoriale. Si tratta di uno strumento utile per le amministrazioni per orientare le politiche e le azioni sui territori per colmare i ritardi e le diseguaglianze dello sviluppo sostenibile in Italia.
I nostri territori
Il Rapporto Alle radici della sostenibilità nelle parole del titolo evoca il mondo agricolo e la relazione intensa dell'uomo con la natura. L'indagine ha utilizzato circa 100 indicatori elementari e indici compositi per esaminare la condizione dei territori italiani sul periodo 2010-2023. Si evidenziano progressi, criticità e divari territoriali, in particolare una marcata disuguaglianza Nord-Sud del paese.
In particolare, Povertà (G1), Acqua (G6) e Vita sulla terra (G15) e Giustizia e istituzioni (G16) peggiorano in gran parte dei territori, mentre sia il Nord-Ovest sia il Nord-Est presentano significativi miglioramenti per l’Istruzione (G4), a fronte di una sostanziale stabilità nel resto del Paese.
Quattro focus
1. Analisi dell’assetto idrogeologico del paese per porre il faro su un tema urgente per evitare di ricorrere le emergenze, anziché prevenirle.
2. Analisi e strategie per le politiche climatiche delle città, per aumentare la sostenibilità e la vivibilità dei cittadini delle grandi aree urbane e, allo stesso tempo, attenzione alle aree interne e alla relazione tra i luighi e i territori.
3. Attenzione alla rigenerazione urbana e alle politiche abitative per uscire da una situazione di grave carenza ed inadeguatezza che segna i tempi attuali.
4. Infine, il tema della convergenza strategica, ovvero dell’effettiva collaborazione tra i livelli istituzionali per determinare la capacità del paese di raggiungere gli obiettivi dell’Agenza 2030.
La situazione delle regioni italiane
Il Rapporto contiene un focus specifico sulla capacità di Regioni e Province autonome di raggiungere 28 obiettivi quantitativi contenuti in strategie, piani e programmi ufficialmente adottati a livello europeo e nazionale. Tra le più virtuose – si legge nel documento - ci sono Lazio, Umbria, Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Trento, in grado di conseguire 12 obiettivi, mentre molte altre regioni, soprattutto nel mezzogiorno, potranno raggiungerne solo 4-6. Provincia Autonoma di Bolzano, Veneto, Molise, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna presentano, alla luce delle tendenze degli ultimi anni, il numero maggiore di obiettivi impossibili da raggiungere.
Il documento contiene anche un approfondimento sulle Città metropolitane, da cui emergono numerose disuguaglianze: Firenze, Milano, Roma e Cagliari hanno risultati migliori, con 6-8 obiettivi raggiungibili, mentre Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania si fermano a due obiettivi.
I rischi naturali ed antropici
Ispra, che coordina uno dei gruppi di lavoro sul raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030, ha curato un approfondimento sui rischi per il sistema energetico ed elettrico causati dai rapidi effetti dei cambiamenti climatici, come alluvioni, frane, siccità, desertificazione, incendi boschivi. Nel Rapporto ASviS 2024 compare per la prima volta, dunque, questa tipologia di rischio per la rilevanza degli episodi da annoverare sotto questa voce: allagamenti e distruzione di cabine elettriche causati da alluvioni e temperature elevate, rottura di cavi elettrici per le ghiacciate e nevicate copiose, tutti episodi dannosi per l'ambiente e per l'uomo.
Per approfondire
Ultimo aggiornamento: 16-12-2024, 18:49