Costruire un’industria verde e competitiva: i 6 Pilastri del Piano Europeo per l’Industria Pulita
Domande e risposte sul Piano per l’Industria Pulita, una delle principali iniziative del secondo mandato Von der Leyen per garantire che l’industria europea possa decarbonizzare i suoi processi riacquistando e mantenendo competitività sulla scena globale. Scopri di cosa si tratta con l'approfondimento a cura della Delegazione presso l'UE della Regione Emilia-Romagna.
Il 26 febbraio 2025, la Commissione europea (CE) ha pubblicato il Piano per l'Industria Pulita (Clean Industrial Deal) che delinea le azioni concrete per trasformare il processo di decarbonizzazione in una spinta per la crescita dell’industria europea, prevedendo misure volte alla riduzione dei prezzi dell'energia, alla creazione di posti di lavoro e di condizioni favorevoli per il successo delle aziende.
L'accordo mira a intervenire su ogni fase della produzione industriale, con particolare attenzione a due ambiti prioritari:
- Industrie ad alta intensità energetica, come l'acciaio, i metalli e i prodotti chimici, che hanno urgente bisogno di sostegno per decarbonizzare i propri processi produttivi ed affrontare la concorrenza globale;
- Il settore delle tecnologie verdi, che è al centro della futura competitività europea.
Un altro elemento centrale del Piano è la circolarità, che mira a ridurre gli sprechi e prolungare la vita dei beni e dei materiali, promuovendone il riutilizzo, il riciclo e la produzione sostenibile. Infatti, massimizzare l’utilizzo delle risorse produttive, attualmente limitate all’interno dell'Unione Europea (UE), e ridurre l'eccessiva dipendenza da fornitori di materie prime di paesi terzi è fondamentale per un mercato competitivo e resiliente.
Aree di intervento e azioni orizzontali: su cosa interviene il Piano per l’Industria Pulita?
Il documento è diviso in 6 pilastri di azione:
- Energia a prezzi accessibili;
- Mercati chiave per l’industria pulita;
- Investimenti pubblici e privati;
- Economia circolare;
- Mercati globali e partenariati internazionali;
- Competenze e posti di lavoro per una transizione giusta.
Tali azioni devono essere integrate da interventi orizzontali quali la riduzione della burocrazia, lo sfruttamento delle potenzialità del mercato unico - anche attraverso la graduale integrazione in esso dei paesi candidati all’UE - la promozione della digitalizzazione, l'accelerazione dell'innovazione e il migliore coordinamento delle politiche a livello nazionale e UE.
I 6 pilastri di azione:
I prezzi dell'energia in Europa sono molto più elevati di quelli sostenuti dalle industrie di Stati Uniti e Cina. Garantire un'energia a prezzi accessibili è una condizione fondamentale per la competitività, in particolare per i settori ad alta intensità energetica. Per questo è stato adottato, insieme al Piano per l’Industria Pulita, un Piano di Azione per Energia a Prezzi Accessibili, comprendente misure volte a ridurre tali costi per le industrie, le imprese e le famiglie. Il Piano prevede le seguenti 3 linee di intervento:
1. Riduzione del costo di approvvigionamento di energia elettrica
Il punto di partenza deve essere la piena attuazione delle misure introdotte tramite la Riforma dell'Assetto del Mercato Elettrico del 2024 e la promozione dell'efficienza energetica. La riforma del 2024 favorisce la diffusione di contratti di acquisto di energia elettrica di lungo periodo (Power Purchase Agreements) e dei contratti per differenza, fondamentali per rendere la produzione di energia pulita più accessibile agli attori industriali. In aggiunta, la Commissione intende semplificare le norme sugli aiuti di Stato entro giugno 2025 per accelerare la diffusione degli impianti di energia rinnovabile e garantire una capacità sufficiente di produzione di tecnologie pulite in Europa. Nel contesto del Piano, verrà poi presentato il Pacchetto per una Rete Europea per semplificare la costruzione e l’operatività delle reti transeuropee per l'energia, garantire la collaborazione nella pianificazione e nella realizzazione di progetti transfrontalieri, semplificare le autorizzazioni, promuovere la digitalizzazione e l'innovazione delle reti;
2. Pieno recepimento della normativa in tema di procedure autorizzative per gli impianti di energia rinnovabile
Ad oggi, solo 7 Stati membri hanno notificato il pieno recepimento delle norme semplificate in materia di autorizzazioni contenute nella nuova Direttiva sulle Energie Rinnovabili, il cui obiettivo è raggiungere il 42,5% di rinnovabili nel mix energetico dell'Unione entro il 2030. La Commissione sosterrà gli Stati membri in tale operazione di recepimento ed attuazione e, tramite l’Atto Legislativo sull’Accelerazione della Decarbonizzazione Industriale, proporrà misure concrete per affrontare i colli di bottiglia causati dalle lungaggini autorizzative per la produzione di energia rinnovabile per usi industriali, mantenendo al contempo elevati standard ambientali;
3. Analisi del corretto funzionamento del mercato del gas
A febbraio 2025, la Commissione ha istituito un Gruppo di Lavoro sul Mercato del Gas per esaminare il funzionamento del mercato del gas naturale dell'UE e, se necessario, adottare misure per ottimizzarne il funzionamento e prevenire pratiche commerciali che possano distorcere i prezzi basati sulla dinamica domanda-offerta, sfruttando l’esperienza della crisi energetica del 2022.
Per garantire l’attrattività degli investimenti necessari alla transizione verde dell’industria, occorre assicurare che si promuova la domanda di prodotti e tecnologie per la decarbonizzazione e che si crei un mercato per gli stessi.
In questa direzione, l’Atto Legislativo sull’Accelerazione della Decarbonizzazione Industriale aumenterà la domanda di prodotti puliti fabbricati nell'UE introducendo negli appalti pubblici e privati criteri relativi alla sostenibilità, circolarità e cybersicurezza per i settori ad alta intensità energetica. In aggiunta, l'atto legislativo lancerà un'etichetta volontaria che indichi l'intensità di carbonio dei prodotti industriali, dapprima per l'acciaio nel 2025 e a seguire per il cemento. Oltre a questo intervento, nel breve periodo, la Commissione presenterà nel 2026 una proposta di revisione del Quadro per gli Appalti Pubblici. Questo consentirà di tenere conto dei criteri di sostenibilità, resilienza e preferenza per prodotti europei negli appalti pubblici dell'UE per settori strategici e di chiarire e consolidare le interazioni tra le disposizioni in materia in diversi atti legislativi.
Sempre nell’ottica di migliorare l’attrattività degli investimenti in prodotti e tecnologie per la decarbonizzazione, la Commissione adotterà, nei primi mesi del 2025, l'Atto Delegato sull'Idrogeno a Basse Emissioni di Carbonio, al fine di chiarire le norme per la produzione dello stesso, fornendo certezza agli investitori. Sarà poi prevista, nel terzo trimestre del 2025, una terza opportunità di finanziamento della Banca Europea per l’Idrogeno(fino a €1 miliardo) per il supporto alla produzione di idrogeno.
La transizione verde dell’economia europea richiede ingenti investimenti, sia pubblici che privati, che, a loro volta, necessitano di stabilità normativa a lungo termine e un efficace coordinamento delle politiche nazionali ed europee. Il prossimo Quadro finanziario pluriennale dell’UE (QFP 2028-2034) sarà un fattore chiave.
Il Fondo per la Competitività offrirà un sostegno all'innovazione dell’industria europea e altri finanziamenti UE permetteranno investimenti significativi nelle infrastrutture e nella connettività necessarie per completare l'Unione dell'Energia. La Commissione adotterà poi una Strategia sull'Unione del Risparmio e degli Investimenti per consentire la mobilitazione di capitali privati e rendere l'Europa destinazione privilegiata per gli investimenti nella decarbonizzazione industriale e nelle tecnologie pulite. Verrà poi proposta anche una Banca per la Decarbonizzazione Industriale per fornire un finanziamento di €100 miliardi tramite il Fondo per l’Innovazione, le entrate aggiuntive derivanti dal Sistema per lo Scambio di Quote di Emissioni (EU ETS, la cui Direttiva verrà rivista nel 2026) e la revisione del Programma InvestEU per mobilitare fino a 50 miliardi di € in ulteriori investimenti pubblici e privati. La Commissione proporrà una modifica al regolamento per provvedere al riutilizzo delle eccedenze del Fondo europeo per gli Investimenti Strategici e sbloccare ulteriori fondi per le principali priorità strategiche UE, quali la modernizzazione dei processi industriali, la produzione e la diffusione di tecnologie pulite, il finanziamento di progetti per le infrastrutture energetiche, la mobilità verde e la riduzione e riciclo dei rifiuti.
La Commissione adotterà anche un nuovo Quadro per gli Aiuti di Stato nel contesto del Piano per l’industria Pulita, fornendo maggiore certezza sugli investimenti per i progetti che contribuiscono agli obiettivi dello stesso, evitando distorsioni della concorrenza nel mercato unico. Lavorerà inoltre a stretto contatto con gli Stati membri per facilitare la predisposizione di nuovi Progetti Europei di Interesse Comune che favoriscano la decarbonizzazione industriale.
L'Unione deve essere più strategica nell'approvvigionamento di materie prime e materiali secondari per ridurre drasticamente la sua dipendenza da fornitori inaffidabili di paesi terzi ed evitare interruzioni dell'approvvigionamento.
A marzo 2025, la Commissione ha approvato, nell’ambito del Regolamento sulle Materie Prime Critiche, un primo elenco di progetti strategici per garantire la diversificazione delle forniture lungo l'intera catena produttiva di specifiche tecnologie e facilitare l'accesso al sostegno finanziario pubblico e privato per tali progetti. Sarà istituito poi un Centro UE per le Materie Prime Critiche, al fine di favorirne l'acquisto congiunto per conto delle imprese interessate, in collaborazione tra gli Stati membri.
Nel 2026, sarà poi presentata una Proposta di Legge sull’Economia Circolare, per favorire la libera circolazione dei prodotti da riutilizzare e riciclare, dei materiali secondari e dei rifiuti, e promuoverne al contempo la domanda. Una delle misure della proposta sarà la revisione delle norme esistenti sui rifiuti elettronici, per garantire che siano più semplici e che favoriscano il recupero delle materie prime critiche in essi contenute. Inoltre, si intende semplificare e allo stesso tempo espandere la responsabilità di coloro che fabbricano prodotti elettronici con riferimento allo smaltimento degli stessi. La Commissione avvierà un Dialogo Industriale sulla Circolarità, per sostenere l’informata preparazione di questa proposta.
La vasta rete di accordi commerciali dell'UE garantisce alle imprese europee un accesso privilegiato a mercati di paesi terzi e, conseguentemente, ad una più ampia scelta di beni essenziali per i processi produttivi. È pertanto fondamentale che l'Unione concluda ed attui gli accordi di libero scambio pendenti e porti avanti i negoziati in corso per i nuovi. I partenariati per il commercio e gli investimenti verdi integreranno tali accordi e saranno maggiormente adattati agli interessi commerciali prioritari dell'UE e dei suoi partner, per meglio gestire le dipendenze strategiche ed assicurare una posizione di rilievo dell'UE nelle catene produttive globali che sono fondamentali per la transizione energetica.
La Commissione propone di semplificare il Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere(CBAM), riducendo gli oneri amministrativi per le industrie e le loro catene di approvvigionamento, pur continuando ad incentivare la fissazione di un prezzo per le emissioni di carbonio a livello mondiale. Nella seconda metà del 2025, la CE presenterà anche una relazione di riesame del CBAM, valutandone l'ambito di applicazione e la possibile estensione.
Per ciò che concerne gli investimenti esteri nell’Unione, si proporranno misure per garantire che questi contribuiscano più efficacemente alla competitività a lungo termine dell'industria dell'UE, alla sua resilienza economica, nonché alla creazione di posti di lavoro in loco. Ad esempio, si proporrà, per i progetti che comportano investimenti esteri in settori strategici, come l'industria automobilistica o delle energie rinnovabili, che gli Stati membri prendano attentamente in considerazione condizioni quali la provenienza UE dei fattori produttivi, l'assunzione di personale con sede nell’UE e l’eventuale necessità di trasferimenti di proprietà intellettuale. Da ultimo, entro gennaio 2026, la Commissione pubblicherà un documento di orientamento sui concetti chiave alla base del Regolamento sulle Sovvenzioni Estere, per chiarire le modalità di valutazione degli effetti distorsivi della concorrenza di tali sovvenzioni.
L’industria europea ha bisogno di forza lavoro qualificata e deve offrire condizioni di lavoro adeguate ad attrarla. Mantenere i lavoratori e le comunità locali al centro della trasformazione industriale, sfruttare e sviluppare ulteriormente le competenze necessarie è essenziale per il successo della transizione verde.
La Commissione ha previsto l’Unione delle Competenzecome strategia comprensiva per fornire ai lavoratori le competenze di cui hanno bisogno per entrare e rimanere nel mondo del lavoro e per garantire che i datori di lavoro abbiano accesso ai profili di cui hanno bisogno. Si riesamineranno, inoltre, i modelli di sostegno dell'UE alle iniziative settoriali in materia di competenze (tra cui il Patto per le Competenze, l'Alleanza Europea per l'Apprendistato e i Centri di Eccellenza Professionale), al fine di ottimizzare il panorama europeo per il rafforzamento delle competenze settoriali nelle industrie strategiche legate al Piano per l’industria Pulita. Sarà infine elaborata una Tabella di Marcia per l'Occupazione di Qualità, per supportare gli Stati membri e l'industria nel garantire condizioni di lavoro dignitose, standard elevati in materia di salute e sicurezza, accesso alla formazione continua e transizioni occupazionali eque per i lavoratori subordinati e autonomi.
In conclusione
Come indicato dal Piano per l’Industria Pulita, le emissioni nette di gas a effetto serra nell'UE sono ora inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre il PIL è cresciuto del 68% nello stesso periodo, dimostrando che la decarbonizzazione è un motore per la crescita economica e la prosperità. Porre la decarbonizzazione e la circolarità al centro della politica economica europea è inoltre l'unico modo per l'UE di tenere il passo con i concorrenti globali.
Tuttavia, una strategia è valida solo quanto la sua efficace attuazione. L’attuazione del Piano richiede monitoraggio, dialogo e azioni coordinate a livello europeo, come anche approcci su misura basati sulle caratteristiche di determinati settori. Infatti, il Piano intende fungere da iniziativa ombrello per vari settori, prevedendo poi dei piani di azione distinti per alcuni di essi. Due sono stati già pubblicati, il Piano per l'Industria Automobilistica Europea e per l'Acciaio e i Metalli.Sono invece in preparazione il Pacchetto per l'Industria Chimica, il Piano di Investimenti per Trasporti Sostenibili e la Strategia per la Bioeconomia.
Link utili
Immagine in anteprima: Press release della Commissione europea - Presentazione del Clean Industrial Deal con i Vicepresidenti Esecutivi Teresa Ribera e Stéphane Séjourné e il Commissario europeo Wopke Hoekstra