Delegazione presso l'UE: sede di Bruxelles

Le politiche sociali

Le politiche sociali nell'Unione Europea

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Le politiche sociali a livello europeo riguardano essenzialmente l'occupazione, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, la protezione sociale, il dialogo con le parti sociali, lo sviluppo delle risorse umane e la lotta all'esclusione, la povertà e la discriminazione (art. 3 del trattato sull'Unione europea (TUE) e articoli 9, 10, 19, 45-48, 145-150 e 151-161 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).
Pur se non disciplinate fin dal 1957, sono state successivamente previste nei Trattati europei e rappresentano oggi una priorità per l'Unione europea. Non rientrano tra le competenze dell’UE perché sono ancora gestite dagli Stati membri. L'Unione europea assume quindi un ruolo di impulso fondamentale a livello della convergenza delle politiche comunitarie e nazionali: fissa degli obiettivi comuni, analizza i provvedimenti presi a livello nazionale e adotta raccomandazioni per gli Stati membri. Uno degli strumenti più importanti utilizzati dall’UE è il “metodo di coordinamento aperto” (MCA) che fornisce un quadro di cooperazione tra gli Stati membri per far convergere le politiche nazionali, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione, al fine di realizzare obiettivi comuni.

Nel Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 dicembre 2009, si trovano alcune novità che rafforzano il ruolo dell’Unione Europea per quanto riguarda le politiche sociali. La Carta dei diritti fondamentali viene inclusa nel Trattato europeo: i cittadini possono quindi utilizzare questo testo per investire la Corta europea di giustizia del potere di vigilare sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. Nuovi obiettivi sociali sono stati aggiunti nel testo: la piena occupazione e il progresso sociale, la lotta all'esclusione sociale e alle discriminazioni, la promozione della giustizia, e l’eradicazione della povertà. Viene anche aggiunta una clausola sociale che promuove l’integrazione orizzontale di questi obiettivi nelle politiche UE (“social mainstreaming”). Infine, il Trattato di Lisbona conferma il ruolo delle parti sociali e dell’importanza del dialogo tra di esse.

 Dal 2010, il Semestre Europeo – il ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio in ambito UE che prevede un’analisi congiunta delle politiche economiche degli Stati membri e l’adozione di raccomandazioni specifiche per i singoli paesi, prende in considerazione anche gli aspetti relativi l’occupazione, la protezione sociale e l’inclusione.

L’UE ha adottato, nel 2017, il Pilastro europeo dei diritti sociali, con l’obiettivo di rispondere alle sfide sociali che investono l’Europa. Il Pilastro costituisce il quadro di riferimento per promuovere migliori condizioni di vita e di lavoro nell’Unione Europea.

La  Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, punta a traguardi ambiziosi in termini di equità sociale e prosperità, rafforzando l’economia sociale di mercato. Un piano d’azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali è stato presentato a marzo 2021. Il Piano d’azione delinea azioni concrete per proseguire l'attuazione dei principi del Pilastro sociale nell'ambito dell’impegno comune di Stati membri e UE, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali e della società civile, proponendo inoltre gli obiettivi principali in materia di occupazione, competenze e protezione sociale che l'UE deve conseguire entro il 2030.

Misure promosse dalla Commissione europea per rafforzare la dimensione sociale dell’UE scaturite dal piano d’azione del Pilastro sociale riguardano: la presentazione di uno strumento giuridico per garantire nell’UE un salario minimo equo a tutti i lavoratori; un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione; l’istituzione di una garanzia europea per l’infanzia; garantire la piena attuazione della direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare; migliorare le condizioni di lavoro degli operatori delle piattaforme digitali, con particolare attenzione per le competenze e l’istruzione; trasformare la garanzia per i giovani in uno strumento permanente di lotta alla disoccupazione giovanile. Infine, si intendono promuovere le pari opportunità, in tutti i sensi del termine, in primis attraverso: una nuova normativa sulla lotta alla discriminazione, una nuova strategia europea per la parità di genere, misure in materia di trasparenza retributiva, prevenzione alla violenza di genere.

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ultima modifica 2024-01-11T17:22:59+01:00
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