Delegazione presso l'UE: sede di Bruxelles

Elezioni europee 2019 - Dieci cose da sapere

Dal 22 al 26 maggio si terranno in tutta l'UE le elezioni del nuovo Parlamento Europeo. Un appuntamento elettorale destinato a incidere profondamente sulla storia dell’integrazione europea. Scopri dieci cose da sapere sulle elezioni europee del 2019.

L'articolo - scritto della Delegazione presso l'UE della Regione Emilia-Romagna - è stato pubblicato sul n.1/2019 di Eurolettera, la newsletter dedicata all’UE realizzata da EuropaFacile in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. 

  1. Il contesto
    Tra pochi mesi i cittadini europei saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento europeo. Un appuntamento elettorale destinato a incidere profondamente sulla storia dell’integrazione europea. Quelle di maggio 2019 saranno infatti le prime elezioni dopo la decisione del Regno Unito di lasciare l’UE e avverranno in una fase politica caratterizzata dal rafforzamento delle istanze euroscettiche in tutta Europa. Tra i primi compiti del nuovo Parlamento europeo rientreranno non solo l’elezione del nuovo presidente della Commissione europea e della sua squadra di commissari, ma anche il contributo al negoziato relativo alla programmazione finanziaria 2021-2027. Il nuovo quadro finanziario pluriennale determinerà le voci di spesa dell’Unione Europea per i prossimi 7 anni, con un grande impatto sui territori e sulla capacità di rispondere alle sfide attuali, tra cui coesione, tutela dell’ambiente, flussi migratori, lotta al terrorismo, sicurezza, superamento delle disuguaglianze sociali. Quella che si presenterà alle urne è quindi un’Europa che riflette su stessa e che fa i conti con spinte antieuropeiste che emergono negli Stati membri. Allo stesso tempo, tematiche trasversali relative a sfide globali hanno risvegliato un rinnovato approccio della cittadinanza attiva e delle Istituzioni. In questi ultimi mesi, per esempio, il tema della lotta al cambiamento climatico è divenuto centrale nel dibattito pubblico europeo, con iniziative di sensibilizzazione e manifestazioni di grande seguito in molte città. Un nuovo impegno civico emerge anche dalle campagne al voto per le elezioni europee e per il contributo al futuro dell’UE.
  2. Un po’ di storia
    Il Parlamento europeo è l’unica Istituzione UE eletta direttamente dai cittadini europei. Le prime elezioni a suffragio universale si sono tenute nel 1979. Precedentemente i membri venivano individuati tra i parlamentari nazionali e nominati dai governi degli Stati membri. Il primo presidente del Parlamento europeo eletto dai cittadini fu la francese Simone Veil, recentemente scomparsa. Con le elezioni di maggio si chiuderà l’ottava legislatura europea. Attualmente, la carica di presidente è ricoperta dall’italiano Antonio Tajani.
  3. Date
    Le elezioni si terranno in tutti gli Stati membri tra il 23 ed il 26 maggio. I primi ad andare al voto saranno i cittadini olandesi (giovedì 23) e quelli irlandesi (venerdì 24). Sabato 25 sarà la volta di Lettonia, Malta e Slovacchia, mentre per i restanti paesi l’appuntamento alle urne sarà domenica 26. La Repubblica Ceca è l’unico paese in cui sarà possibile votare nel corso di due giornate (23 e 24 maggio). In Italia, il voto è previsto per il 26 maggio dalle ore 7.00 alle 23.00.
  4. Come si vota
    Tra i diritti che discendono dalla cittadinanza europea rientrano il diritto al voto e il diritto a candidarsi in occasione delle elezioni europee (in Italia, al compimento dei 25 anni). I membri del Parlamento europeo vengono eletti negli Stati membri secondo le leggi elettorali nazionali. Ad ognuno dei paesi è attribuito un numero di seggi secondo un criterio di "proporzionalità degressiva". I cittadini europei residenti in uno Stato membro diverso da quello di provenienza potranno votare anche nei paesi in cui risiedono, registrandosi nelle relative liste elettorali.
  5. Brexit
    La Brexit sarà uno degli argomenti centrali della campagna elettorale in vista delle europee. Per la prima volta uno Stato membro ha deciso di lasciare l’UE, dimostrando di fatto che il processo di integrazione europea non è irreversibile. L’impatto dell’uscita del Regno Unito sulle elezioni riguarderà anche la composizione del Parlamento. Il numero complessivo dei parlamentari europei sarà ridotto da 751 a 705 e i seggi inglesi saranno in parte ridistribuiti tra gli Stati membri. Francia e Spagna eleggeranno 5 candidati in più, Italia e Paesi Bassi 3, Irlanda 2, Polonia, Romania, Svezia, Austria, Danimarca, Slovacchia, Finlandia, Croazia e Estonia 1. Tali previsioni diventeranno effettive nel momento in cui il Regno Unito lascerà definitivamente l’UE.
  6. Italia
    L’Italia eleggerà 79 candidati nelle cinque circoscrizioni: nord-occidentale (Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria) nord-orientale (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia), centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio), meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), insulare (Sicilia, Sardegna). I seggi del Parlamento europeo assegnati sono ripartiti con metodo proporzionale dei quozienti interi e più alti resti, con una soglia di sbarramento del 4% dei voti.
  7. I principali gruppi politici europei
    I deputati eletti negli Stati membri si riuniscono a livello europeo in gruppi sulla base di un’identità politica comune. In ognuno di essi devono essere presenti almeno 25 componenti di almeno un quarto dei paesi membri della UE. L'attuale Parlamento è composto da otto gruppi politici: Partito Popolare Europeo (EPP), Alleanza Progressista dei Socialisti Democratici (S&D), Conservatori e Riformisti Europei (ECR), Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE), Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL); Gruppo Verde/Alleanza Libera Europea (Greens/EFA), Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD), Europa delle Nazioni e delle Libertà (ENF). Gli eurodeputati che non fanno riferimento a nessuno di questi gruppi sono confluiti nel gruppo dei Non Iscritti.
  8. Spitzenkandidat
    Si tratta di una figura introdotta informalmente a partire dalle elezioni europee del 2014. Secondo questo approccio, il Consiglio europeo propone alla Presidenza della Commissione il candidato sostenuto dal gruppo politico più rappresentato in Parlamento. Jean-Claude Juncker è stato il primo presidente della Commissione nominato dal Consiglio in qualità di Spitzenkandidat. In vista delle prossime elezioni, alcuni dei partiti politici europei hanno già reso noti i volti di coloro che guideranno questa campagna elettorale: Manfred Weber (Partito Popolare Europeo), Frans Timmermans (Partito Socialista Europeo), Ska Keller e Bas Eickhout (Verdi), Jan Zahradil (Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei).
  9. Previsioni
    Secondo le prime proiezioni ufficiali – basate su uno studio realizzato dalla società d’analisi di dati Kantar Public e commissionato dal Parlamento europeo – nel rinnovato Europarlamento, grandi partiti come il Partito Popolare Europeo e Partito Socialista Europeo potrebbero perdere la maggioranza dei seggi: è la prima volta che ciò avviene dal 1979. Si prevede, invece, un aumento dei seggi in favore dei gruppi euroscettici come Europa delle Nazioni e Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta. È inoltre previsto un incremento dei Verdi Europei – anche alla luce delle recenti mobilitazioni a favore dell’ambiente - e dei Liberali Europei. È ipotizzabile che dopo le elezioni si formi una maggioranza allargata che andrà oltre le sinergie degli ultimi quarant’anni.
  10. Per tenersi aggiornati 
    In vista dell’appuntamento elettorale di maggio, il Parlamento europeo ha lanciato:
    Il sito web Elezioni europee 2019, con tutte le informazioni utili per votare nei diversi paesi membri;
    Il portale What Europe does for me per scoprire cosa l’Europa fa nei territori europei e per rispondere alle sfide che coinvolgono i cittadini
    La campagna di comunicazione This time I’m voting per sensibilizzare i cittadini al voto.

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ultima modifica 2019-03-12T17:12:19+02:00
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