Delegazione presso l'UE: sede di Bruxelles

6 punti per comprendere la risposta UE all'invasione russa dell'Ucraina

Dal 24 febbraio, data in cui il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha iniziato l’invasione dell’Ucraina, l’UE si è attivata su diversi fronti per rispondere alla crisi, imporre sanzioni agli aggressori e sostenere Kyiv sul piano militare, umanitario ed economico. L’approfondimento, a cura della Delegazione della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles, risponde a 6 domande chiave per comprendere la risposta dell’Unione a questa guerra

All’indomani del Consiglio Europeo straordinario del 30-31 maggio e dopo un difficile negoziato, i leader UE hanno trovato l’accordo su un sesto “pacchetto” di sanzioni verso la Russia. Il Consiglio, incentrato sull’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina e sulle dirette conseguenze dell’invasione negli ambiti di Sicurezza alimentare, difesa, energia, ha previsto tra le varie misure, l’embargo del petrolio russo nella UE, che entrerà in vigore tra sei mesi, riservando eccezioni relative agli oleodotti via terra, che riforniscono in particolare Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Germania.

Si tratta di un ulteriore step nella risposta UE all’invasione Russa dell’Ucraina del 24 febbraio: un'aggressione che ha fatto venir meno la pace e la sicurezza nel continente europeo e cambiando lo scenario geopolitico a livello globale.

I leader europei hanno sin da subito avviato un dialogo sulla situazione in Ucraina e sulle misure da adottare in risposta all’aggressione. Un Consiglio Europeo straordinario ha condannato immediatamente l’invasione ed il riconoscimento da parte russa delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk del 21 febbraio. Inoltre, è stato dato inizio ad una stretta collaborazione tra gli Stati membri, con i partner della Nato, dell’OSCE, delle Nazioni unite e del G7, nonché con i Paesi più prossimi al conflitto: Georgia e Repubblica di Moldova. Oltre a sostenere il popolo ucraino dal punto di vista umanitario, sanitario e militare, l’UE ha progressivamente imposto sanzioni alla Russia in risposta all’aggressione.

Dall’approvazione di pacchetti di sanzioni contro la Russia all’attuazione di misure di sostegno al popolo ucraino, dalla possibilità che l’Ucraina diventi Paese candidato alla previsione di interventi per sostenere gli Stati membri nel contenere le conseguenze del conflitto – a partire dall’iniziativa CARE (Cohesion’s action for refugees in Europe), la guerra in Ucraina è diventata inevitabilmente prioritaria nelle agende di tutte le istituzioni.

Al Consiglio straordinario di Versailles, i leader degli Stati membri hanno ribadito l’intenzione di offrire protezione temporanea a tutti i rifugiati di guerra dall’Ucraina. Al contempo, hanno adottato una dichiarazione in favore del rafforzamento della difesa europea e della riduzione della dipendenza energetica, auspicando la costruzione di una base economica più robusta con investimenti in settori strategici. In materia di energia, è stato il Consiglio Europeo straordinario del 30-31 maggio a prevedere un primo “embargo” graduale del petrolio russo in arrivo via mare.

In tutta Europa si moltiplicano le iniziative umanitarie destinate a raccogliere fondi per il popolo ucraino vittima dell’aggressione. Con la campagna "Stand Up For Ukraine", la Commissione Europea ha creato un nuovo sistema per incanalare le donazioni in natura del settore privato verso l'Ucraina, la Moldavia e i vicini Stati membri dell'UE, per aiutare a soddisfare i bisogni degli sfollati interni e dei rifugiati, parallelamente ad iniziative come CARE.

L’Emilia-Romagna è in prima linea in quest’ambito. A fronte della crisi, il 2 marzo 2022 la Regione ha lanciato una raccolta fondi per accogliere e assistere chi fugge dalla guerra, con progetti umanitari realizzati in Ucraina, assistenza e supporto ai profughi accolti in Emilia-Romagna (già 23mila a inizio maggio) e contributi per la fase di ricostruzione che auspicabilmente seguirà la fine del conflitto.

L'approfondimento contiene una disamina delle misure restrittive adottate dall’UE nei confronti di Russia e Bielorussia dall’inizio del conflitto, ed una sintesi delle misure a sostegno dell’Ucraina adottate sinora. Inoltre, analizza le principali conseguenze del conflitto per l’UE, prestando attenzione in particolare all’accoglienza degli sfollati ucraini, offerta di materie prime, sicurezza alimentare e approvvigionamento energetico.

1. Quali misure ha intrapreso finora l’UE a sostegno dell’Ucraina?

L’Unione europea fornisce sostegno e assistenza emergenziale all’Ucraina tramite misure negli ambiti umanitario, civile, economico e militare.

L’UE supporta gli Stati Membri nell'accoglienza degli sfollati, per attivare il meccanismo di protezione civile e garantire assistenza macro-finanziaria. La Commissione ha inoltre predisposto misure di aiuti per tutti i paesi che stanno fornendo protezione ai rifugiati, in termini di protezione speciale per i bambini, accesso all’istruzione, alla sanità e agli alloggi.

2. Quali sanzioni l’UE ha imposto alla Russia?

All'invasione dell’Ucraina, l’UE ha reagito prontamente adottando una serie di pacchetti che prevedono sanzioni restrittive al fine di indebolire la capacità del Cremlino di finanziare la guerra, imporre chiari danni economici e politici all'élite politica russa responsabile dell'invasione e diminuire la sua base economica. Le sanzioni - di tipo economico e finanziario, nonché sul piano energetico, dei trasporti e della ricerca – si sono moltiplicate nel tempo, con il dispiegarsi del conflitto.

A seguito di resistenze da parte di alcuni paesi dell’Est, all'indomani del Consiglio europeo del 30 e 31 maggio, i leader dell’UE hanno concordato il sesto pacchetto di sanzioni e hanno esortato il Consiglio dell’Unione Europea ad adottare le nuove misure, garantendo: un mercato unico dell’UE ben funzionante, una concorrenza leale, solidarietà tra gli Stati membri e condizioni di parità per il graduale affrancamento della dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi.

 Al 13 giugno 2022, le sanzioni, colpiscono 1158 individui e 98 entità. 
Sanzioni sono state prevista anche per la Bielorussia, in ragione del suo ruolo nel contesto dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

3. Che ripercussioni sta avendo la guerra sull’UE?

La guerra in corso a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina sta avendo un impatto diretto e crescente su un’ampia gamma di settori: dall’energia alla finanza, dalla sicurezza alimentare all’approvvigionamento di metalli e materie prime, anche di fronte al rischio di deindustrializzazione.

Aldilà delle conseguenze umanitarie e della distruzione dell’Ucraina, l’impatto della guerra si sta facendo sentire a livello socio-economico tra i cittadini europei, che si stanno trovando ad affrontare problemi legati all’inflazione, all’aumento dei prezzi alimentari nonché all’energia.

Oltre alle sanzioni imposte alla Russia e alle misure a sostegno dell’Ucraina, l’UE ha proposto diverse azioni per sostenere i suoi Stati membri e partner su più fronti.  Si propone di seguito un focus su tre ambiti di particolare rilevanza per l’Unione Europea:

  • Gestione delle frontiere e protezione dei cittadini ucraini sfollati. Secondo l’UNHCR, a inizio maggio 2022 sono quasi 7 milioni i rifugiati che dall’Ucraina hanno attraversato i paesi vicini in cerca di sicurezza dall’inizio della guerra. Altri 7,7 milioni di persone sono sfollate all’interno dell’Ucraina. Queste persone necessitano di un’assistenza di base e di un’accoglienza dignitosa. Dati aggiornati sono disponibili qui.
  • Il problema relativo all’approvvigionamento di materie prime e sicurezza alimentare. Il conflitto ha grandi ripercussioni sui prezzi delle materie prime alimentari, dei fertilizzanti e dell’energia e anche sulla disponibilità di alcuni prodotti di base come i cereali e, soprattutto, l’olio di girasole. L’Ucraina rappresenta infatti il 10% del mercato mondiale del grano, il 13% dell'orzo, il 15% del mais, e oltre il 50% del mercato dell'olio di girasole. L’UE dipende notevolmente dall’Ucraina per l’import di semi oleosi e proteine per mangimi. Tuttavia, in ambito UE la sicurezza alimentare non è a rischio, ma gli effetti del rincaro dei prezzi avranno un impatto sulla reddittività delle imprese agricole e sui prezzi al consumo, soprattutto per le fasce a basso reddito. Le maggiori ripercussioni in termini di approvvigionamenti alimentari e di accessibilità economica al cibo si avranno invece nei paesi medio-orientali e del Nord Africa che maggiormente dipendono dalle importazioni di cereali dall’Ucraina e dalla Russia con rischi di instabilità politica e sociale.
  • L’approvvigionamento dell’energia. La guerra impone la necessità di ripensare le modalità di approvvigionamento energetico dell’UE, che ad oggi dipende per circa il 40% dal gas russo. Il legame con la Russia è facilitato dalla vicinanza geografica e della facilità di trasporto attraverso i gasdotti. Negli ultimi decenni si è tentato di diversificare le fonti di approvvigionamento, cosa però non facile nel breve periodo. Tra gli Stati membri l'Italia risulta essere tra i più vulnerabili: a fronte del più alto consumo di gas pianificato per gli anni ‘20, la produzione interna incide solo per il 6% del totale.

Di seguito verranno affrontate le misure messe in campo dall’UE per affrontare le conseguenze della crisi nei tre ambiti sopracitati.

4. Quali misure ha attuato l’UE per l’arrivo dei cittadini ucraini sfollati?

Il 4 marzo 2022, il Consiglio ha adottato una decisione che prevede la concessione del diritto alla protezione temporanea a coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina. I diritti dei beneficiari includono un permesso di soggiorno per tutta la durata della protezione e l’accesso a vari servizi, tra cui l'occupazione, l’alloggio, l'assistenza sociale, le cure mediche, l’istruzione per i minori di 18 anni e l’opportunità per le famiglie di riunirsi.

Con l’obiettivo di aiutare gli Stati membri dell’UE ad affrontare le spese derivanti dall’accoglienza dei rifugiati, su proposta della Commissione Europea, il Consiglio ha approvato l’iniziativa CARE, che include:

  • la possibilità di un cofinanziamento dell'UE del 100% nell'ambito dei finanziamenti della politica di coesione, che mira a sostenere misure di emergenza come la costruzione di centri di primo soccorso o di accoglienza, ospedali da campo, servizi igienico-sanitari e approvvigionamento idrico;
  • la possibilità di utilizzare le risorse del pacchetto REACT-EU per qualsiasi tipo di misura a sostegno delle persone in fuga dall'Ucraina.

La Commissione Europea ha anche istituito una piattaforma di solidarietà che riunisce gli Stati membri e le agenzie dell'UE per coordinare il sostegno ai Paesi in difficoltà. In particolare, la piattaforma aiuterà a organizzare i trasferimenti di persone all'interno dell'UE verso gli Stati membri che hanno capacità di accoglienza, e a stabilire percorsi verso Paesi non UE che già ospitano comunità ucraine, come il Canada o il Regno Unito.

Il 22 aprile 2022, la Commissione europea ha adottato un progetto di bilancio rettificativo per incrementare gli stanziamenti del bilancio dell’UE del 2022 a sostegno delle persone che fuggono dall’Ucraina: un aumento di 99,8 milioni di euro in impegni e 176 milioni di euro in stanziamenti di pagamento. I fondi, che ammontano a 400 milioni di euro, saranno convogliati tramite il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (AMIF) per garantire accoglienza e servizi di prima necessità e tramite lo Strumento per la Gestione delle Frontiere e i Visti (BMVI) per sostenere le procedure alle frontiere esterne e le esigenze di accoglienza immediata. La proposta è stata approvata il 16 maggio.

5. Quali sono le misure intraprese dall’UE per affrontare l'aumento dei prezzi, le conseguenze sull’offerta di materie prime e la questione della sicurezza alimentare?

Già a fine 2021, la Commissione Europea aveva istituito un meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi della sicurezza dell'approvvigionamento alimentare (EFSCM) per garantire l'approvvigionamento e la sicurezza alimentare nell'UE in tempi di crisi, che potrà essere utilizzato nel contesto della crisi russo-ucraina. Gli Stati membri dell’UE hanno inoltre a disposizione le misure di politica sociale e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).

Per sostenere i produttori più colpiti, la Commissione Europea ha anche proposto un pacchetto di sostegno di 500 milioni di euro, attraverso cui gli Stati membri potrebbero fornire sostegno finanziario agli agricoltori per far fronte all'aumento dei costi dei fattori di produzione o alle restrizioni commerciali. Per attenuare l'impatto dei prezzi elevati sui più vulnerabili, è prevista invece la possibilità per gli Stati Membri di ridurre fino allo 0% l'aliquota IVA su beni che rispondono a esigenze di base come i prodotti alimentari. La Commissione Europea ha inoltre adottato un nuovo Quadro Temporaneo di crisi nell’ambito degli aiuti di stato, che permette di sostenere le imprese direttamente o indirettamente colpite con un sostegno per l'aumento dei costi del gas e dell'energia elettrica.

Oltre a fornire aiuti umanitari per gli sfollati in Ucraina, la Commissione Europea sta collaborando con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per sostenere le piccole aziende agricole ucraine e garantire la produzione. Invece, per quanto riguarda le misure a livello globale, l'UE si impegna a stanziare 2,5 miliardi di euro a sostegno della cooperazione internazionale destinata al conseguimento di obiettivi in materia di nutrizione.

Ulteriori informazioni riguardo alle misure nell’ambito della sicurezza alimentare sono disponibili nella Comunicazione della Commissione Europea, pubblicata il 23 marzo 2022.

6. Quali risposte hanno messo in campo l’UE e i suoi partner per rispondere alla crisi energetica?

Il 18 maggio, la Commissione ha presentato il piano REPowerEU proprio al fine di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi entro il 2030, partendo dal gas naturale. Il piano comprende una serie di misure per rispondere all’innalzamento dei prezzi energetici che affligge l’Europa da mesi e fare scorta di riserve di gas per il prossimo inverno. Grazie al REPowerEU l’Unione cercherà di diversificare l’approvvigionamento di gas, velocizzare la transizione verde e sostituire il gas con altre fonti per la produzione energetica e nei sistemi di riscaldamento.

Aggiungendo a queste misure l’implementazione della proposta Fit for 55, entro il 2030 si potrebbe ridurre il consumo annuale di gas dell’UE del 30%, equivalente a 155 miliardi di metri cubi: l’equivalente di quanto importato dalla Russia nel 2021. La Commissione prevede di dialogare con gli Stati membri al fine di implementare progetti utili al raggiungimento di questi obiettivi.

Un mese dopo, l’8 aprile, il Consiglio europeo ha ufficializzato il quinto pacchetto di sanzioni alla Russia, che impone l’embargo sul carbone russo e sui combustibili fossili solidi. Seppur al momento risulti escluso il gas, sono in corso discussioni politiche con gli Stati Membri su come accelerare la transizione verso una sovranità energetica che sia anche sostenibile, coerentemente agli obiettivi del Green Deal europeo. Tuttavia, non si tratta di una trattativa facile, visti i diversi approcci e fabbisogni energetici dei Paesi europei: tra chi può fare affidamento su altre fonti, come il nucleare in Francia, a chi invece dipende maggiormente dal gas russo, come Germania, Austria, e appunto Italia. Un embargo esteso al gas metterebbe a rischio recessione questi ultimi, e ciò impone di trovare fornitori alternativi con cui stipulare contratti di lungo periodo. Tenendo a mente che alcuni Paesi con stoccaggi bassi, o poco collegati dalle infrastrutture europee rischiano di esaurire le loro scorte entro la fine dell'inverno. La Commissione conta di presentare ad aprile una proposta legislativa affinché, in tutta l’Unione, si raggiunga il 90% degli stoccaggi di gas per l’inverno entro il 1° ottobre di ogni anno.

Inoltre, in occasione del G7 straordinario di Bruxelles del 24 marzo, UE e USA hanno istituito una task force congiunta sulla sicurezza energetica, che avrà l’obiettivo di rafforzare la cooperazione energetica tra i due partner transatlantici (anche in termini di approvvigionamento di gas americano, per colmare la domanda europea), e condivisione di conoscenze e tecnologie per la transizione verso le rinnovabili al 2030.

Il 2 maggio 2022, in occasione della riunione straordinaria del Consiglio, i ministri UE dell’Energia hanno ribadito la loro solidarietà all’Ucraina e agli Stati membri interessati dalla sospensione delle forniture di gas da parte di Gazprom. Hanno sottolineato inoltre il loro impegno ad adoperarsi per la progressiva eliminazione della dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi, in linea con gli obiettivi di REPowerEU, presentato dalla Commissione Europea il 18 maggio.

Con la riunione straordinaria del Consiglio europeo del 30 e 31 maggio è stato previsto l’embargo del petrolio greggio e i prodotti petroliferi forniti dalla Russia agli Stati membri con un’eccezione temporanea per il petrolio greggio fornito mediante oleodotto. In materia di energia, uno principali temi sul tavolo del Consiglio, i leader Ue si sono impegnati a diversificare ulteriormente le fonti e le rotte di approvvigionamento, garantire prezzi accessibili, accelerare la diffusione delle rinnovabili, migliorare ulteriormente l'efficienza energetica e promuovere il risparmio energetico, completare e migliorare l'interconnessione delle reti europee del gas e dell'elettricità.

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ultima modifica 2022-06-23T15:52:15+02:00
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