Autonomia strategica
Negli anni recenti, un filone rilevante delle politiche digitali a livello europeo si è ricollegato alla ridefinizione di una strategia industriale europea, volto ad assicurare all’UE gradi maggiori di autonomia strategica in un’epoca di instabilità degli scenari internazionali. L’impulso all’autonomia strategica nasce come risposta alle politiche industriali incisive di altri Paesi, agli ambiziosi obiettivi della transizione con cui affrontare la sfida climatica e all’intensificarsi delle tensioni geopolitiche su scala globale. Le difficoltà determinate dalla pandemia da Covid-19, poi dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica hanno dato ulteriore spinta, così come l’Inflation Reduction Act adottato nel 2022 dagli USA. In questo contesto, le politiche dell’UE promuovono la creazione di capacità avanzate attraverso industrie strategiche, contrastando la dipendenza dall’importazione di materie prime critiche, cruciali per la transizione verde e digitale.
Nel marzo 2020, con la Comunicazione Una nuova strategia industriale per l’Europa, si sono gettate le basi per una strategia industriale volta a sostenere la doppia transizione. Dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, nel maggio 2021 la Commissione ha pubblicato un Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020 al fine di tenere conto delle nuove circostanze evidenziate dalla crisi pandemica, nella transizione verso un’economia più sostenibile, digitale, resiliente e competitiva a livello globale. Altri documenti rilevanti alla luce del collegamento tra politiche industriali, verdi e digitali riguardano Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare (marzo 2020), Un piano industriale del Green Deal per l'era a zero emissioni nette (febbraio 2023), i 30 anni di mercato unico e la Competitività a lungo termine dell'UE (marzo 2023).
Di particolare importanza sul piano normativo e operativo è il Regolamento 2023/1781 sui semiconduttori (European Chips Act). Presentato nel febbraio 2022 dalla Commissione insieme ad una Comunicazione e ad una Raccomandazione su strumenti comuni per affrontare la carenza di semiconduttori e su un meccanismo per il monitoraggio dell’ecosistema dei semiconduttori, è entrato in vigore nel settembre 2023. I microchip sono alla base di un’ampia gamma di applicazioni legate sia alla vita quotidiana sia alle infrastrutture essenziali: la loro domanda è in crescita, ma l’Europa sconta una carenza e una dipendenza da pochi fornitori stranieri. Il Chips Act si è posto l’obiettivo di creare una base industriale tale da raddoppiare la quota di mercato globale dell’Europa nel settore, portandola al 20% entro il 2030. Il Regolamento comprende:
- l’iniziativa “Chip per l'Europa” per lo sviluppo di capacità tecnologiche e l’innovazione su larga scala, tramite centri di progettazione, centri di competenza, linee pilota;
- un quadro per impianti di produzione integrata e fonderie aperte dell'UE, con possibilità di aiuti di Stato, per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la resilienza;
- un meccanismo di coordinamento tra Commissione e Stati, con misure di monitoraggio degli approvvigionamenti, previsione di carenze e risposta comune alle crisi.
Lo European Chips Act mira a innalzare a 43 miliardi di euro gli investimenti pubblici e privati entro il 2030, attraverso un riorientamento strategico della partnership pubblico-privata europea “Tecnologie digitali fondamentali” (KDT JU), ora divenuta Chips JU. Secondo fonti della Commissione europea, a maggio 2024 risultavano essere stati annunciati investimenti industriali in Europa per circa 100 miliardi di euro.
A marzo 2023 è poi stata presentata, insieme ad una Comunicazione collegata, una proposta di Regolamento sulle materie prime critiche. Adottato dal Parlamento a dicembre 2023 e dal Consiglio a marzo 2024, il Regolamento 2024/1252 sulle materie prime critiche (Critical Raw Materials Act, CRMA) è entrato in vigore nel maggio 2024. Il Regolamento mira a garantire l'accesso dell'UE a un approvvigionamento sicuro, diversificato, economicamente accessibile e sostenibile di materie prime critiche, rafforzandone la circolarità e potenziando la ricerca per lo sviluppo di sostituti, ai fini del raggiungimento degli obiettivi della doppia transizione. A tale scopo:
- definisce un elenco di materie prime critiche e un sottoinsieme di materie prime strategiche;
- promuove per i progetti strategici di estrazione procedure di autorizzazione più snelle, rapide ed efficienti e un migliore accesso ai finanziamenti;
- fissa parametri di riferimento disponendo che l’UE si doti della capacità di estrarre il 10%, trasformare il 40% e riciclare il 25% del proprio consumo annuo di materie prime strategiche, e che la dipendenza da una singola fonte non superi il 65% del consumo;
- prevede il monitoraggio delle catene di approvvigionamento delle materie prime critiche e un coordinamento delle scorte di materie prime strategiche tra gli Stati membri;
- richiede alle grandi imprese esposte a carenze di materie prime strategiche di effettuare periodicamente una valutazione dei rischi sulle proprie catene di approvvigionamento;
- punta a intensificare i partenariati strategici bilaterali e ad un “Club delle materie prime critiche” su scala globale.
- Strategia industriale europea – Uno sguardo d’insieme
- European Chips Act – Uno sguardo d’insieme
- Infografica sul Critical Raw Materials Act
- Briefing Servizio Ricerca del Parlamento Europeo (EPRS) sul Critical Raw Materials Act