Episodio 2 - Energia e futuro: Emilia-Romagna capofila del cambiamento, a chiederlo sono i giovani

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Il tema dell'ambiente è inscindibilmente legato al tema dell'energia, la modalità con la quale

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produciamo e utilizziamo energia ha a che fare con il futuro, appunto, delle nuove generazioni

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ed è essenziale su questo, diciamo, produrre una grande svolta nel nostro Paese e anche

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in Emilia-Romagna. L'energia che produciamo e consumiamo ha un impatto sull'ambiente e l'ambiente

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non è un luogo astratto, ma è la casa di tutte e tutti noi. Cosa possiamo ed dobbiamo fare

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per proteggerla dalla Costituzione alla vita di tutti i giorni. MDP è il podcast del presidente

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della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale. Questa puntata è dedicata ad ambiente ed energia.

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La Repubblica tutela il paesaggio, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse

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delle nuove generazioni. Questo è il terzo comma dell'art.9 della Costituzione

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modificato all'unanimità dal Parlamento italiano nel 2022, che per la prima volta porta

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la parola 'ambiente' dentro il testo della nostra Costituzione. Fino ad allora l'unica tutela

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era quella del paesaggio, tema peraltro molto controverso che in alcuni casi oggi apre

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anche tensioni forti, fra riduzione delle emissioni clima-alteranti e appunto tutela del nostro

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paesaggio e del nostro territorio. Energia e democrazia: argomento ricorrente del suo mandato,

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perché questo tema per lei è così importante? Attorno al tema dell'energia ovviamente

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gravitano tante delle preoccupazioni delle famiglie e delle imprese emiliano-romagnole. I costi

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dell'energia in questi anni sono aumentati più volte a dismisura e hanno costretto tante

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famiglie a cambiare il loro stile di vita e tante imprese hanno rischiato di chiudere o di andare

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fortemente in difficoltà a causa dei temi energetici.

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La mia generazione è stata segnata, tutta la mia adolescenza è stata segnata da conflitti

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internazionali che dichiaratamente o velatamente avevano la base, diciamo, l'accesso, il controllo

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delle fonti energetiche, quello che peraltro anche in questi giorni stiamo vivendo in termini

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di tensioni molto forti attorno alla Repubblica islamica dell'Iran, e poi ci dovremo anche interrogare

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di che effetto hanno i costi energetici sulle nostre democrazie. Il tema dell'energia, oltre a essere un

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tema economico è anche un tema inscindibilmente legato alla libertà, alla democrazia.

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Lei ha parlato spesso di trilemma energetico, di cosa si tratta?

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Una politica energetica quella che manca all'Italia e all'Europa dovrebbe essere fatta di tre

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cardini, tre pilastri portanti, tre grandi colonne, la prima è quella della sicurezza degli aprovvigionamenti

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per l'industria, per l'economia, per i trasporti, per le famiglie, per il riscaldamento, avere

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la certezza di disporre dell'energia necessaria. Secondo elemento che poi è anche, ovviamente legato al

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primo, è quello dell'economicità. Abbiamo bisogno di energia, ma abbiamo bisogno di energia,

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a un prezzo accessibile alle famiglie e anche per il sistema delle imprese, perché le imprese sia

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quelle altamente energivore, che anche quelle, diciamo, artigiane, manifatturiere, ma tutte le imprese

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hanno nella loro difesa della competitività i costi energetici come un fattore determinante.

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Ultimo punto, ma non per importanza e a maggior ragione ripeto anche rispetto alle scelte che l'Europa

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ha fatto, che l'Italia ha fatto, il cambio che c'è stato della nostra Costituzione, l'articolo 9

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che tutela l'ambiente, il tema della sostenibilità. Come dicevamo, la modalità con la quale

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produciamo energia e la modalità con cui utilizziamo l'energia ha un impatto decisivo sulla quantità

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di emissioni clima-alteranti, principalmente ovviamente la CO2 ma non solo, cambiare la modalità di produrre

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energia diventa decisivo per ridurre le emissioni, arrivare al net zero, arrivare, diciamo, ovviamente

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ad azzerare le emissioni e provare a salvare questo pianeta anche per i diritti delle nuove generazioni.

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La necessità per l'Emilia-Romagna di investire in maniera molto forte sulle energie rinnovabili

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tiene insieme tutti gli elementi del trillema e questo diciamo non è alternativo agli impianti

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che ci garantiscono sicurezza energetica e all'idea di una transizione giusta, concreta e pragmatica.

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Per l'Emilia-Romagna è fondamentale, sbloccare la vicenda col governo delle aree idonee per le fonti

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rinnovabili e per noi è fondamentale farlo vincolando le nuove installazioni di energie rinnovabili

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alle imprese, al loro autoconsumo, alle comunità energetiche delle famiglie, per contribuire

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alla riduzione delle bollette. Per l'Emilia-Romagna è fondamentale avere un atteggiamento

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concreto anche sui grandi impianti di fonti rinnovabili, programmandoli, pianificandoli, senza

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trasmetterle l'idea al territorio che chi investe, gli investitori, possono fare quello che vogliono

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e senza dare l'idea agli investitori che sono travolti dalla burocrazia, è impossibile lavorare

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o operare nel nostro Paese e anche ovviamente nel nostro territorio. In questo senso è molto grave

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che ancora non sia stato approvato la parte del decreto FER2 che incentiva l'eolic offshore.

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Noi abbiamo programmato negli anni grandi impianti eolici al largo delle coste che non hanno

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impatto paesaggistico, che non hanno interazioni con i traffici marittimi, con le attività della pesca,

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ma che possono dare un contributo fino a un gigavat di energia rinnovabile per la nostra

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regione. Allo stesso modo dobbiamo continuare a investire, a lavorare su tutta la filiera del biometano,

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del biogas, che per altro favorisce e incentiva anche l'economia circolare. Tutte le tecnologie che

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abbiamo sviluppato, che stiamo sviluppando e che vogliamo sviluppare contribuiscono ad aumentare

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l'autonomia e l'indipendenza energetica del nostro Paese, a ridurre le emissioni clima-alteranti e se lo

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facciamo con intelligenza anche ad abbattere le bollette. Nucleare, rigassificatori, biocombustibili,

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cattura della CO2: temi molto divisivi, qual è la visione dell'Emilia-Romagna?

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Io ho sempre creduto nel valore della laicità della scienza. Io, ad esempio, sono abbastanza scettico sulla

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possibilità oggi per l'Italia di rientrare in un programma nucleare di vecchia generazione dal quale

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è uscita molti decenni fa, ma in Emilia-Romagna sosteniamo con forza il centro di ricerca del

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Brasimone per il nucleare di nuova generazione. La scelta sulle tecnologie vale per la decisione,

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fatta di installare un rigassificatore a Ravenna quando l'Italia aveva bisogno di garantire

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sicurezza energetica. Vale per l'approccio che abbiamo sul tema delle aree idonee, per le fonti

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rinnovabili, vale per i biocombustibili, vale per la cattura della CO2. La scelta politica deve

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avvenire dopo che la scienza ha analizzato, ha studiato, ha confrontato le ipotesi e dentro a quel

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trilemma, quella matrice, cioè che impatto ha questa scelta sulla sicurezza energetica, che impatto

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ha questa scelta sui costi di energia, che impatto ha questa scelta sulla riduzione delle emissioni,

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ci ha detto qual è il bilancio. La sfida di oggi: rimanere economicamente competitivi pur riducendo

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l'impatto sull'ambiente. In questi mesi c'è molta discussione, molto dibattito sul tema

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della revisione del green deal europeo e i temi energetici e legati alle emissioni della CO2 sono al centro

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di questa discussione. Anche io, diciamo, sono stato negli anni scorsi, critico rispetto, diciamo,

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all'approccio che si è data l'Unione Europea, non perché non condivida e perché non sia urgente

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ridurre le emissioni clima-alteranti e cambiare la nostra modalità di produrre. Ma io penso che dobbiamo

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ridefinire qual è la missione dell'Unione Europea. In un mondo per altro che su questi temi si sta

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quasi sistematicamente voltando dall'altra parte. Avevamo l'illusione di non essere soli in questa battaglia

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per i diritti delle nuove generazioni e invece questo momento purtroppo siamo molti isolati. Qual è il punto?

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Io vorrei, diciamo, il mio obiettivo è che l'Emilia-Romagna, l'Italia, l'Europa, siano quel luogo

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del mondo che dimostra come si può essere competitivi, come si può continuare a vincere la sfida dell'export,

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diciamo di essere leader sui mercati internazionali, riducendo radicalmente la quantità di emissioni

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clima-alteranti. E il ruolo dell'Emilia-Romagna in questo scenario? Per chi ama le statistiche,

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l'Emilia-Romagna è la regione italiana di fatto che installa più fonti rinnovabili di tutti. E però

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l'Emilia-Romagna è anche la regione che ha il bilancio più negativo di tutti nel rapporto fra energia prodotta

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da fonti fossili ed energia da fonti rinnovabili. Come ci si spiega questa differenza così grande?

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Ce la si spiega per le caratteristiche della nostra regione. Da una parte, l'Emilia-Romagna non ha la

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resa delle fonti rinnovabili del centro sud e quindi in termini di ore di esposizione al sole,

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di ventosità, le nostre rinnovabili rendono meno di quelle di un'altra parte del Paese. Non abbiamo nemmeno

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il clima del sud, pensate alle necessità di riscaldamento delle famiglie durante il periodo invernale,

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rispetto ad altre zone del Paese. Abbiamo anche un tessuto produttivo altamente energivoro. In Emilia-Romagna

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non ci facciamo mancare niente: il vetro, la chimica, l'acciaio, la ceramica. Abbiamo tutti i settori produttivi

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hard-to-abate, difficili, diciamo, da abbattere in termini di emissioni. Per questo motivo per noi il

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tema della sfida energetica è più urgente che per gli altri e l'Emilia-Romagna vuole impegnarsi

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e lavorare su tutte le filiere di attività. Vale ovviamente per il tema della sicurezza degli

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approvigionamenti e quindi ci siamo dotati di una rete di infrastrutture per garantire sicurezza

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alle imprese e alle famiglie sul fatto di avere sempre disponibilità di energia. Vogliamo essere la

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prima regione d'Italia anche che dà gli strumenti alle comunità energetiche, sulle quali abbiam

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già fatto una legge nel 2022 e al sistema delle imprese con l'auto-consumo per poter da soli ridurre

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la propria bolletta. Stiamo combattendo anche con il governo per avere una normativa che ce lo consenta,

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avevamo già fatto una norma sulle aree idonee, il tema è sì quello di trovare il giusto compromesso

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fra difesa del territorio, spazio da destinare le fonti rinnovabili, ma il tema è quello di farlo

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garantendo una riduzione di bolletta alle famiglie e alle imprese. Noi dobbiamo ridurre la CO2 in atmosfera e dobbiamo ridurre

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allo stesso modo le bollette per le famiglie e per le imprese e lo dobbiamo fare con le comunità

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energetiche e con l'auto-consumo per il nostro sistema produttivo. Siamo partiti dalla Costituzione che parla

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di tutela dell'ambiente per le nuove generazioni. Lei ha due figli, cosa insegna loro per quanto riguarda

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il rispetto dell'ambiente, il risparmio dell'energia nella vita di tutti i giorni, per esempio?

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Io credo che più spesso siano le nuove generazioni a insegnare a noi, nel senso che capita molto spesso

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che io e mia moglie veniamo ripresi dai nostri figli perché non siamo coerenti con tutti i principi

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che magari a volte con anche un po' di saccenza gli abbiamo insegnato, o che loro imparano a scuola.

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Quindi su questo sono ottimista, cioè penso che ci siano nuove generazioni che abbiano ben chiaro

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i rischi che corrono e anche, ovviamente, quello che è successo in Emilia-Romagna, di drammatico

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in termini di effetto dei cambiamenti climatici, ha suonato una sveglia, a tanti e a tante.

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Però ripeto, il problema è che i nostri figli rischiano di pagare il prezzo di decisioni che prenderemo

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nei prossimi mesi, anni, posso dire che ho molta fiducia in loro e che spero che loro si possono fidare altrettanto di noi.

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MdP è il podcast del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, è realizzato dalla

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Agenzia di informazione e comunicazione della giunta della Regione Emilia-Romagna.

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