Patto per il Lavoro e per il Clima

Emilia-Romagna: Regione dei diritti e dei doveri

Investire in educazione, istruzione, formazione, ricerca e cultura: per non subire il cambiamento ma determinarlo; per generare lavoro di qualità e contrastare la precarietà e le diseguaglianze; per innovare la manifattura e i servizi; per accelerare la transizione ecologica e digitale.

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Emilia-Romagna: Regione dei diritti e dei doveri

Contrastare le diseguaglianze territoriali, economiche, sociali e di genere che indeboliscono la coesione e impediscono lo sviluppo equo e sostenibile.

Linee di intervento

Linee di intervento

Intro linee

  • Potenziare l’infrastruttura sanitaria, sociosanitaria e sociale regionale, adeguando e ammodernando la rete degli ospedali da un lato, potenziando la rete dei servizi territoriali, a partire dalle Case della Salute, dall’altro; investendo sulle più moderne tecnologie e sul digitale per una rete di telemedicina e teleassistenza, su una più forte accessibilità che accresca la prossimità, la capillarità della presenza sul territorio e la domiciliarità; rafforzando l’integrazione tra servizi sanitari, sociosanitari e sociali, avendo a riferimento le esperienze più avanzate a livello europeo.
  • Aprire una nuova stagione di reclutamento e valorizzazione del personale sanitario e sociosanitario a tutti i livelli, in collaborazione con le facoltà di medicina nell’ottica di programmazione dei fabbisogni, recuperando il gap dell’ultimo decennio e immettendo nel Servizio Sanitario Regionale una nuova generazione di medici, infermieri, assistenti e tecnici, agevolandone il reclutamento alle aree interne e di montagna.

Tutte le linee di intervento

  • Proseguire e rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo attraverso la rete degli atenei e dei centri di ricerca, massimizzando le potenzialità delle infrastrutture Big Data disponibili e in corso di realizzazione e costruendo un rapporto più sinergico e cooperativo con le aziende del territorio, a partire dal distretto biomedicale.
  • Alla luce dell’esperienza della pandemia, rafforzare la sicurezza e la qualità dei servizi socio-sanitari, rivedendo i criteri di accreditamento e assicurando la sostenibilità delle gestioni pubbliche e l’equilibrio complessivo del sistema integrato.
  • Proseguire il percorso di valorizzazione delle professionalità e di miglioramento delle condizioni di lavoro delle persone impiegate nel sociale e nei servizi pubblici in regime di appalto e di accreditamento, anche al fine di qualificare i servizi stessi, con un’attenzione specifica ai servizi per l’infanzia e a quelli rivolti alle persone fragili e con disabilità.
  • Incrementare l’attuale dotazione di risorse del FRNA e realizzare una nuova programmazione dei servizi per le persone più fragili, in chiave di residenzialità, domiciliarità e prossimità territoriale, incentivando soluzioni innovative anche grazie alla coprogettazione con il Terzo Settore, a partire dalle esperienze di cohousing, social housing e senior housing, investendo anche risorse del PNRR. Vanno inoltre intensificati gli interventi a supporto dei caregiver, dei progetti di vita indipendente e del “Dopo di Noi” valorizzando la preziosa collaborazione con il tessuto associativo.
  • Puntare ad un sistema capillare di welfare di comunità e prossimità in grado di fare interagire tutte le risorse umane, professionali, economiche anche dei territori. Nel rispetto dell’autonomia delle parti titolari della contrattazione, sperimentare esperienze innovative di contrattazione di welfare aziendale e territoriale integrativo, funzionale a rafforzare il welfare universale.
  • Creare nuovi servizi e azioni integrate a sostegno della natalità e della genitorialità, potenziando anche le misure regionali che facilitino l’accesso ai servizi alle famiglie numerose.
  • Rilanciare le politiche di sostegno ai giovani e la collaborazione della rete educativa anche attraverso lo strumento della co-progettazione, cogliendo i segnali di disagio presenti nel contesto scolastico e nella comunità, con attenzione ai nuovi fenomeni come il ritiro sociale.
  • Sviluppare un nuovo Piano per la Casa che renda strutturale il Fondo regionale per l'affitto, potenzi l’Edilizia Residenziale Sociale e Pubblica (ERS e ERP), nell’ottica di una integrazione tra politiche abitative e processi di rigenerazione urbana, ambientale e sociale, attivando leve normative e finanziarie che favoriscano l’integrazione tra ERP ed ERS nella “filiera” dell’abitare, valorizzino i partenariati pubblico-privato, incentivino forme di aggregazione di cittadini e domanda organizzata di abitazioni e servizi abitativi e rimettano nel mercato della locazione calmierata una parte significativa di patrimonio abitativo oggi inutilizzato.
  • Mettere salute e sicurezza sul lavoro al centro delle priorità istituzionali e sociali, innanzitutto approvando il nuovo Piano di Prevenzione Regionale, rafforzando i Dipartimenti di Sanità Pubblica e gli SPALS in ciascuna Azienda Sanitaria, confermando il lavoro congiunto con gli organismi paritetici e valorizzando le buone prassi a partire dalla “cabina di regia per il piano amianto”.
  • Rafforzare l'Agenzia Regionale per il Lavoro e il sistema integrato pubblico-privato per qualificare i servizi e le politiche attive nei confronti dei giovani, delle donne, di chi ha perso o rischia di perdere il lavoro.
  • Rafforzare l'integrazione della rete dei soggetti pubblici, privati e del Terzo settore, i servizi e le misure di politica attiva del lavoro, rivolte alle persone fragili e vulnerabili qualificando procedure, strumenti e gestione degli interventi.
  • Individuare sinergie per valorizzare il Fondo nuove competenze e permettere alle imprese di realizzare specifiche intese di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’azienda, in base alle quali una parte dell'orario di lavoro viene usata per percorsi formativi.
  • Incentivare una contrattazione collettiva che avvii sperimentazioni per la salvaguardia ed il rilancio dell'occupazione anche attraverso la riduzione dell'orario di lavoro.
  • Nell’ambito della contrattazione collettiva incentivare strumenti di flessibilità e conciliazione - quali ad esempio i congedi parentali - che consentano di rispondere sia ai bisogni delle aziende che a quelli delle lavoratrici e dei lavoratori.
  • In collaborazione con il Tavolo regionale permanente per le politiche di genere e il diffuso associazionismo attivo sui temi dei diritti civili, sociali e di genere, progettare politiche innovative che promuovano: la qualità e la stabilità del lavoro femminile; l’eliminazione dei divari salariali di genere; i percorsi di carriera; la formazione in tutte le discipline; l’imprenditoria femminile; la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro anche attraverso un rafforzamento della rete dei servizi; la migliore distribuzione del carico di cura; interventi in materia di orari e tempi delle città; il contrasto a tutte le discriminazioni e alla violenza di genere e omobitransfobica.
  • Rafforzare i percorsi di inclusione delle cittadine e dei cittadini stranieri attraverso 3 assi: potenziamento delle loro competenze, qualificazione in senso interculturale dei servizi di welfare universalistici e promozione di un lavoro di comunità e di reciproca conoscenza e interazione.
  • Dare continuità alla Strategia Aree Interne e approvare una nuova Legge regionale per la montagna quale aggiornata cornice di riferimento per riconoscerne la specificità e strutturare un’azione di sostegno e promozione integrata che preveda, tra le altre cose: un piano adeguato di manutenzione del territorio e di prevenzione del dissesto idrogeologico; il completamento delle infrastrutture di comunicazione, l’incentivazione per la connettività e l’acquisto di tecnologie informatiche in particolare nelle aree a fallimento di mercato; l’ampliamento dell’offerta di servizi essenziali alla popolazione e il rafforzamento del TPL; misure di attrattività e di sostegno al lavoro e all’impresa da un lato, alla permanenza dei giovani dall’altro; il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale, edilizio e ambientale.

Goal della strategia regionale Agenda 2030

Goal della strategia regionale Agenda 2030

Goal della strategia regionale Agenda 2030

Icona del Goal 1 dell'agenda 2030 

Icona Goal 3 dell'agenda 2030

Icona Goal 4 dell'agenda 2030

Icona Goal 5 dell'agenda 2030

Icona Goal 8 dell'agenda 2030

Icona Goal 9 dell'agenda 2030

Icona Goal 10 dell'agenda 2030

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ultima modifica 2024-03-08T11:56:06+02:00
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