Ripartire dai Borghi, dove la qualità di vita diventa impagabile

Il progetto pilota di Campolo nell'Appennino bolognese. Nuovo sviluppo e antichi valori nel racconto di chi ci vive e lavora

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ultima modifica 2023-03-10T10:55:25+01:00
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Nell'Appennino bolognese c'è un vecchio borgo da riabitare, Campolo. Ma come si vive in questi luoghi? Cosa significa essere un borgo cooperativo? Cosa è stato fatto finora?

Un borgo da riabitare

Un Borgo da riabitare

C’è una piccola zona, sull’appennino bolognese, destinata a trasformarsi nei prossimi anni e a dare vita ad una cooperativa di comunità. Il Borgo di Campolo e il versante di Montovolo, La Scola e Rocchetta Mattei, nel Comune di Grizzana Morandi nella valle del Limentra, sull’Appennino bolognese hanno l’opportunità di diventare un esempio di rinascita e un modello di nuovo sviluppo. Grazie al progetto pilota selezionato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del bando Pnrr-Borghi, destinatario di 20 milioni di euro, si punta alla riattivazione territoriale e alla rigenerazione culturale, sociale ed economica di un tipico agglomerato di montagna.  

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Campolo case

Ma come si vive oggi in questi luoghi?

Diletta Rocca tra queste montagne è nata e cresciuta e ci è tornata dopo aver vissuto in città per sette anni, dopo aver completato i suoi studi in Filosofia all’Università di Bologna. 


“Sono tornata a Campolo grazie a un’opportunità di lavoro- racconta-. Ho sempre pensato che la mia laurea mi avrebbe portato a vivere in città e invece la possibilità di lavorare come guida alla Rocchetta Mattei mi ha fatto tornare ad abitare qui, dove vivono anche i miei genitori. Adesso lavoro anche con l’Associazione Sassi Scritti, dove realizziamo festival, eventi, rassegne teatrali per bambini e ragazzi e laboratori di scrittura creativa anche per adulti”.  

“Vivere qui è bello, io continuo a frequentare anche Bologna ma ogni volta che torno a casa è un po’ come andare in vacanza- spiega Diletta-. La qualità della vita è impagabile, quello che manca sono un po’ la socialità e i momenti ricreativi, per questo noi con l’Associazione cerchiamo di colmare questa lacuna e offrire a chi vive qui delle occasioni di incontro e di svago, occasioni anche di aprirsi, perché a volte le persone che vivono qui sono un pochino chiuse”.  

Il progetto pilota viene visto come un’opportunità.

“Moltissimo- dice Diletta-, la mia speranza è che attraverso questo progetto si possa tornare a rivitalizzare il paese come quando ero piccola, quando c’erano tre bar, due negozi e un’osteria dove ritrovarsi. La cosa fondamentale per fare questo è dare opportunità di occupazione e anche migliorare la viabilità, per velocizzare l’accessibilità da un luogo all’altro della zona e favorire lo scambio tra noi abitanti e l’accessibilità per chi viene da fuori”. 

Ma cosa significa fare di Campolo un borgo cooperativo?

Ma cosa significa fare di Campolo un borgo cooperativo?

L’idea progettuale prevede la gestione di alloggi ad affitto calmierato, la realizzazione di unità residenziali per ospitalità temporanea a giovani famiglie, studiosi, artisti, viaggiatori lenti, pellegrini, nomad workers e la gestione di servizi a supporto delle attività turistico ricettive, con una bottega della Cooperativa di comunità, l’attivazione di un’economia territoriale e spazi comuni rigenerati (come ambulatorio, sportello tele-sanità, sala civica, palestra yoga e fitness). 

intervista Marco Tamarri

“Si è partiti dalla consapevolezza che per ripopolare la montagna sia necessario offrire condizioni di vita adeguate a esigenze nuove, dando allo stesso tempo opportunità lavorative in quei centri che nel corso degli anni si sono svuotati ma che, come Campolo, conservano una struttura urbana sufficientemente capiente per soluzioni abitative flessibili, servizi e opportunità di relazione- spiega Marco Tamarri, responsabile Cultura dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese che sta seguendo molto da vicino il progetto-. Abbiamo pensato che fosse possibile affrontare il cambiamento senza omologarsi a un unico modello di sviluppo, ma dando alle persone la possibilità di diventare cooperatore di comunità e di partecipare alla nascita della cooperativa”.  

 

La cooperativa sociale

La cooperativa diventa quindi un nuovo soggetto gestore, collettore degli abitanti, fruitori e imprenditori, presenti e futuri, strumento ideale per offrire in modo organico un insieme di attività fortemente collegate al tessuto sociale del borgo, garantendo elasticità ed efficienza.



ma a che punto è il progetto

Rocchetta Mattei

Qualche esempio.

Pensiamo ad una guida ambientale, che ha difficoltà a mantenersi con quell’unico lavoro, ma che se mettiamo in moto un meccanismo virtuoso in collaborazione con un ristoratore o un albergatore, anch’essi cooperatori, può trovare altri modi di integrare il suo reddito, che non è più concentrato solo su una mono-azione- dice ancora Tamarri-. Pensiamo ancora agli anziani che abitano nel borgo, che possono migliorare la loro vita con una serie di servizi minimali e diffusi, come qualcuno che possa portargli la spesa a casa o recarsi in farmacia a ritirare medicine e ausili, in cambio di un piccolo compenso. Magari con un pulmino, che la mattina viene utilizzato invece per portare i bambini a scuola. Questa sinergia alza il livello di servizio per le persone che vivono in montagna e allo stesso tempo dà opportunità di lavoro ad altri, che in questo modo possono decidere di trasferirsi sul posto, senza necessità che sia il pubblico come referente”.

 

Ma a che punto è la realizzazione della cooperativa?

“Siamo all’inizio, a breve incontrerò la comunità di Campolo, entro il 2023 sarà operativa e a inizio 2024 avvieremo i primi servizi- dice Tamarri-. Intendiamo sfruttare al massimo gli attrattori culturali della zona, penso alla Rocchetta Mattei ma anche alla Casa delle Arti, che sarà realizzata nel Compendio del Palagio e attrezzata con le strumentazioni e attrezzature necessarie per farne la sede di una efficiente casa di produzione musicale e artistica, un luogo propulsore di iniziative culturali di alto livello, destinate alla popolazione locale, ma anche ad attrarre talenti e artisti che vogliano produrre in un contesto senza inquinamento sonoro e dove possono trovare le professionalità necessarie al loro lavoro. I progetti culturali, trainanti dell’intero processo di rigenerazione del borgo e della comunità in senso ampio, fanno capo ai partner con cui si è avviata la coprogettazione della Casa, e determinano le basi per le attività formative di alto livello connesse al sistema”.  

 

Cosa è stato fatto finora

Cosa è stato fatto finora

Sono già stati acquisiti, o sono in corso le acquisizioni, per 11 stabili e complessi di immobili per un totale di 26 unità immobiliari da destinare ad affitti calmierati o ospitalità breve, un immobile destinato a struttura ricettiva low cost e servizi alla comunità e 1 complesso per attività culturali (la Casa dell’Arte e la Scuola Edile e del restauro al Palagio). 

Sono 13 gli ettari di terreni acquisiti, mentre circa 2 ettari stanno per esserlo, nei quali sono previsti un parcheggio di servizio presso la Rocchetta-Palagio, un’area attrezzata per ciclo-escursionismo e e-bike, un tratto EuroVelo (pista ciclabile inserita nei circuiti europei) e un parcheggio di servizio presso la Scola. 

Sono già state proposte manifestazioni di interesse per la direzione artistica delle attività culturali e per le attività sportive, ed è stata avviata una collaborazione con l’Istituto Professionale Edile di Bologna per l’avvio della Scuola Edile e del Restauro e l’attivazione dei corsi per scalpellini. 

In via di realizzazione, inoltre, una pubblicazione dedicata ai percorsi ciclabili da e per Campolo. 

All’interno del borgo di Campolo verranno realizzati interventi per riqualificare il patrimonio architettonico e creare una rete economico-sociale, che metta in relazione l’ambito prettamente residenziale del Borgo, rendendolo più attrattivo verso i giovani, con nuove funzioni altamente specializzate in ambito culturale e turistico da insediare nel borgo stesso, nel vicino insediamento medioevale della Scola e alla Rocchetta Mattei. 

Con un investimento di 5,3 milioni di euro saranno realizzati vari tagli di alloggio, per diverse utenze ma privilegiando i giovani residenti, oltre a strutture ricettive dedicate ai turisti. 

Altri investimenti – 9 milioni – saranno destinati al recupero e al restauro di altri immobili con funzione culturale, come gli interventi di messa in sicurezza della parte non restaurata della Rocchetta Mattei, il restauro del complesso del Palagio, nei pressi sempre della Rocchetta Mattei, che ospiterà la futura “Scuola di Alta formazione Edile e del Restauro” e la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza di Casa Morandi. 

Un altro finanziamento di circa 2 milioni di euro sarà dedicato alla riqualificazione di spazi pubblici integrati al contesto paesaggistico. Tra gli interventi previsti la realizzazione di una rete di viabilità verde, la sistemazione del Percorso degli Sterpi, la creazione del “Percorso degli Scalpellini” e la riqualificazione energetica. 

Si punta, inoltre, al riconoscimento del valore del sapere artigianale dell’arte degli scalpellini, con l’attivazione di percorsi formativi per la valorizzazione di questo patrimonio immateriale, fondamentale per garantire continuità alle tecniche costruttive locali. Un investimento di 2,1 milioni sarà destinato alle attività culturali e formative, con l’avvio della citata Scuola di Alta formazione Edile e del Restauro, di una Casa delle Arti con Summer School, residenze artistiche, corsi formazione per tecnici, e festival musicali e letterari diffusi. 

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A cura di: Barbara Musiani e Cinzia Leoni

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