martedì,  23 gennaio 2024

Legalità, riunita la Consulta regionale: accordi per la sicurezza nelle città, beni confiscati alle mafie e lotta al caporalato

Bonaccini: “L'impegno della Regione insieme a Prefetture, magistratura, forze dell’ordine e polizie locali”

Oggi a Bologna la prima riunione del 2024: condivisa l’attività in corso sui temi del caporalato e dello sfruttamento lavorativo, del riutilizzo per finalità sociali dei beni confiscati, nonché la costituzione nelle province dei ‘Tavoli per la salute, sicurezza e legalità’

I progetti di educazione alla legalità e prevenzione della criminalità organizzata sostenuti dalla Regione nel 2023. Le intese sottoscritte con il Comando regionale della Guardia di Finanza e con le Prefetture emiliano-romagnole per la prevenzione e la repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa. Nonché i recenti procedimenti per destinare agli enti locali di beni definitivamente confiscati alle mafie nel territorio dell’Emilia-Romagna. E ancora, il lavoro avviato in regione sui temi del caporalato e dello sfruttamento lavorativo, e la costituzione nelle province dei ‘Tavoli per la salute, sicurezza e legalità’.

Sono gli argomenti affrontati questa mattina a Bologna, nella sede della Regione, nel corso della seduta della ‘Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile’, i cui lavori sono stati aperti dal presidente Stefano Bonaccini. Presente il capo della segreteria politica della Presidenza, Gianmaria Manghi.

“Prosegue il nostro impegno per promuovere la cultura della legalità e aumentare la sicurezza dei cittadini- ha detto il presidente Bonaccini-. Un lavoro che portiamo avanti con gli enti locali, le associazioni, le scuole e che si affianca a quello quotidiano di istituzioni, magistratura, forze dell’ordine e polizie locali, con l’obiettivo prioritario di promuovere lo sviluppo della qualità di vita delle persone all’interno della comunità. Con il sostegno di progetti dei Comuni dell’Emilia-Romagna, puntiamo a incidere su controllo e vigilanza del territorio, nella convinzione che si debba investire anche su azioni concrete attraverso l’ascolto e la mediazione, per incidere in modo positivo sul tessuto sociale e favorire la convivenza civica”.

Dal 1996 (anno di entrata in vigore della legge nazionale per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie) a oggi, in Emilia-Romagna sono stati sottratti alla criminalità 276 beni immobili totali, di cui 81 già destinati e 195 ancora in gestione all'Anbsc, l’Agenzia nazionale competente. Degli 81 beni destinati, 55 sono stati assegnati ai Comuni che li utilizzano essenzialmente per finalità sociali, 13 sono stati mantenuti al patrimonio dello Stato per finalità istituzionali, usi governativi o altri usi pubblici e altri 13 sono stati venduti per soddisfare i creditori o altre esigenze. Complessivamente, la Regione è intervenuta su 30 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata presenti in 22 comuni, stanziando in totale oltre 4,1 milioni di euro.


“Le politiche per la valorizzazione dei beni sottratti alla criminalità- ha aggiunto Bonaccini- puntano all’inclusione sociale delle persone che vivono in condizione di esclusione e marginalità e alla creazione di nuovi spazi, per ampliare e migliorare i servizi ai cittadini, dalla scuola alla cultura e allo sport, con un occhio di riguardo a giovani e anziani”.

In totale, da quando nel 2016 in Regione è stato approvato il Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e delle economie responsabili, sono stati stanziati oltre 4 milioni di euro, a fronte di una spesa complessiva di quasi 6 milioni, per riqualificare immobili confiscati alla criminalità e destinati ai Comuni.

Sono poi 44, distribuiti tra tutte le province dell’Emilia-Romagna, gli ‘Accordi di promozione della Legalità” cofinanziati dalla Giunta regionale con oltre 1,1 milioni di euro, con cui è possibile promuovere e diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile tra i giovani, con particolare attenzione alle iniziative didattiche e educative nelle scuole. Ancora, alta Formazione, studi, incontri seminariali nelle Università regionali e sostegno degli Osservatori locali per monitorare fenomeni di illegalità e favorire lo scambio di conoscenze e informazioni sui fenomeni criminosi e sulla loro incidenza sul territorio. Infine, una particolare attenzione viene dedicata sempre al riutilizzo di beni immobili confiscati alle mafie, restituiti alle comunità locali.

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ultima modifica 2024-01-23T15:54:43+02:00
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