martedì,  18 luglio 2023

Sanità, via alla riorganizzazione della Rete dell’emergenza- urgenza

Casi a bassa intensità nei Cau (Centri assistenza e urgenza), i più gravi ai Pronto soccorso: risposta di cura più efficace e veloce

L’Emilia-Romagna è pronta. La riorganizzazione della Rete dell’emergenza/urgenza può partire. Illustrata la settimana scorsa dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, in Commissione assembleare, e dopo un confronto a tutto campo con gli attori coinvolti - il mondo della sanità, le organizzazioni sindacali, i professionisti, gli amministratori locali attraverso le Conferenze territoriali sociosanitarie (Ctss), la sanità privata convenzionata e i componenti il Pattoper il lavoro e per il Clima – nel pomeriggio di ieri è stata approvata dalla Giunta regionale, che ha licenziato le Linee di indirizzo per le Aziende sanitarie. Saranno adesso queste ultime a definire l’organizzazione dei servizi sulla base del modello regionale, scelte che verranno approvate nei territori nell’ambito delle Ctss da sindaci e amministratori locali, restituendo un quadro complessivo alla Regione.

Una riforma che potrebbe aprire la strada nel Paese: l’Agenas, l’Agenzia sanitaria nazionale, la sta approfondendo su mandato del ministero della Sanità, così come in Conferenza Stato-Regioni è stato dato mandato di fare lo stesso, avendo individuato una possibile strada di riforma valida in tutta Italia.

I punti forti della riforma

Innanzitutto, dedicare i Pronto soccorso ai casi più gravi, sgravandoli di attività che possono essere gestite più velocemente altrove.

E poi la nascita dei Centri di Assistenza e Urgenza (CAU), distribuiti capillarmente sul territorio e in grado di rispondere, di norma giorno e notte, alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale espresse da parte delle persone.

Inoltre, la creazione di equipe medico-infermieristiche, le UCA, che opereranno a domicilio del paziente; senza dimenticare il potenziamento della telemedicina, con 20mila postazioni informatiche già previste in tutta l’Emilia-Romagna.

Infine, il potenziamento della struttura operativa del 118.

Gli obiettivi

C’è un obiettivo chiaro, ambizioso ma raggiungibile che si è data la Regione: dopo decenni in cui il servizio sanitario regionale ha costantemente fornito alti livelli di assistenza ai propri cittadini - come testimoniato dal posizionamento sempre ai vertici in Italia sulla garanzia dei Lea - è oggi chiamato a gestire complessità e sfide diverse, che accomunano peraltro l’Emilia-Romagna al resto del Paese: dare nuove risposte ai nuovi bisogni di cura, fronteggiando al tempo stesso la carenza di personale sanitario e l’incremento della domanda di prestazioni.

Una trasformazione - dall’emergenza urgenza all’assistenza ospedaliera e territoriale - che vede l’Emilia-Romagna, forte delle sue avanzate competenze professionali e organizzative, di strutture all’avanguardia e di tecnologie innovative, prima Regione in Italia impegnata a ripensare l’organizzazione sanitaria, con un modello ambizioso che potrà appunto fare da apripista a livello nazionale.

La riforma, sintetizzata nel documento “Linee di indirizzo alle Aziende sanitarie per la Riorganizzazione della Rete dell’Emergenza Urgenza in Emilia-Romagna”, è stata dunque approvata in Giunta.

Tre le linee di intervento che le danno corpo: potenziamento dell’emergenza urgenza preospedaliera; introduzione del Numero unico europeo di emergenza (NUE 112) e del Numero europeo armonizzato (NEA 116117), con 3 Centrali operative che lavoreranno in stretta relazione e contiguità con le 3 Centrali 118; istituzione dei Centri di assistenza e urgenza (CAU) territoriali per le cure mediche non emergenti.

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ultima modifica 2023-07-18T11:53:51+02:00
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