"Emilia più di prima" è un podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna, che ripercorre i dieci anni di ricostruzione dopo il sisma del 2012. Una storia corale affidata alle parole di esperti, testimoni e protagonisti per raccontare cosa significa risollevarsi, insieme.
"Emilia più di prima" è un podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna, che ripercorre i dieci anni di ricostruzione dopo il sisma del 2012. Una storia corale affidata alle parole di esperti, testimoni e protagonisti per raccontare cosa significa risollevarsi, insieme.
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"Emilia più di prima" è un podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna, che ripercorre i dieci anni di ricostruzione dopo il sisma del 2012. Una storia corale affidata alle parole di esperti, testimoni e protagonisti per raccontare cosa significa risollevarsi, insieme.
"Emilia più di prima" è un podcast prodotto da Regione Emilia-Romagna, che ripercorre i dieci anni di ricostruzione dopo il sisma del 2012. Una storia corale affidata alle parole di esperti, testimoni e protagonisti per raccontare cosa significa risollevarsi, insieme.
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È il marzo 2020, il momento più terribile della pandemia. Nelle strade deserte di Bologna sfreccia una bicicletta, chi la guida pedala in piedi per andare più velocemente. È il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna che, in seguito, diventerà anche presidente della Cei.
Lo abbiamo incontrato due anni dopo, in occasione del decennale del sisma dell’Emilia, per porgli una sola domanda: cos’è il coraggio?
L'energia sprigionata da un terremoto è incontrollabile nei suoi effetti. In Emilia è capitato che la grande scossa scindesse in due una storica azienda agricola, generando un piccolo teatro da 99 posti. Ora le due realtà convivono in buona armonia. È una storia vera. Ce la raccontano i protagonisti, Manuela De Meo e Pietro Traldi, attori e fondatori di Sementerie Artistiche.
Sfuggita a un destino da notaio per inseguire la passione per la cucina, Giovanna Guidetti è chef e titolare di un ristorante di tradizione situato nel centro storico di Finale Emilia, epicentro della prima scossa del 2012. La storia di Giovanna – raccolta anche in un libro - testimonia che ci si può rialzare molte volte nel corso di una sola vita. Talvolta anche insieme.
Quando il governo dichiara lo stato di emergenza per l’Emilia, sono trascorsi appena sei giorni dall’entrata in vigore del decreto che riordina la Protezione civile e ne limita il ruolo ai soccorsi dei primi 30 giorni. Malgrado il Paese abbia maturato nel tempo numerose esperienze nella gestione di grandi terremoti, non c’è ancora un quadro normativo di riferimento né tantomeno una strategia nazionale. Ha inizio così per l'Emilia un’avventura amministrativa che ha lasciato il segno non solo in chi l’ha intrapresa. La ripercorriamo in due puntate, con uno dei protagonisti: Enrico Cocchi, direttore dell’Agenzia regionale per la ricostruzione – Sisma 2012.
Quando il governo dichiara lo stato di emergenza per l’Emilia, sono trascorsi appena sei giorni dall’entrata in vigore del decreto che riordina la Protezione civile e ne limita il ruolo ai soccorsi dei primi 30 giorni. Malgrado il Paese abbia maturato nel tempo numerose esperienze nella gestione di grandi terremoti, non c’è ancora un quadro normativo di riferimento né tantomeno una strategia nazionale. Ha inizio così per l'Emilia un’avventura amministrativa che ha lasciato il segno non solo in chi l’ha intrapresa. La ripercorriamo in due puntate, con uno dei protagonisti: Enrico Cocchi, direttore dell’Agenzia regionale per la ricostruzione – Sisma 2012.
Per i suoi studenti è una star, per noi un potente decodificatore di fenomeni complessi, capace di riportare al centro le persone, i loro nomi, la loro storia. È Margherita Russo, docente di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Dal 2014 al 2017 ha diretto il progetto di ricerca Energie sisma Emilia, che ha indagato gli effetti economici, sociali e sanitari del sisma del 2012. In pochi minuti ci spiega qual è la chiave per leggere la ricostruzione emiliana.
Per i suoi studenti è una star, per noi un potente decodificatore di fenomeni complessi, capace di riportare al centro le persone, i loro nomi, la loro storia. È Margherita Russo, docente di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Dal 2014 al 2017 ha diretto il progetto di ricerca Energie sisma Emilia, che ha indagato gli effetti economici, sociali e sanitari del sisma del 2012. In pochi minuti ci spiega qual è la chiave per leggere la ricostruzione emiliana.
Dieci anni dopo il terremoto dei capannoni, abbiamo chiesto al sociologo Aldo Bonomi come e perché l’Emilia ce l’ha fatta, se ce l’ha fatta. “Quando la terra trema si torna ai fondamentali, ma - avverte il direttore di Aaster - terra e territorio non sono mai sinonimi”. Il territorio è sempre costruzione sociale, tessitura di relazioni, ponti e soglie, tra le faglie sociali, rese più profonde dall’azione tellurica, e nuove forme di convivenza socioeconomica, capaci di affrontare le metamorfosi future. In primis, la crisi ecologica e la riconversione.
I danni del sisma del 2012 al patrimonio storico-artistico appaiono da subito gravissimi. Le scosse attraversano chiese, teatri, palazzi, torri, castelli, rocche, opere pittoriche e scultoree, provocando ferite profonde. La soprintendente Carla di Francesco è impegnata in un sopralluogo, quando assiste in diretta al crollo della Torre dei Modenesi di Finale, divenuta il simbolo del sisma emiliano.
Architetto umbro e civil servant, alle spalle una lunga e prestigiosa carriera nella Pa, Alfiero Moretti è unanimemente riconosciuto come il maggior esperto del Paese in materia di urbanistica di emergenza e ricostruzione. Non c’è terremoto in Italia che non lo abbia visto in prima fila: Friuli, Irpinia, Umbria, Abruzzo, Emilia. E di nuovo l’Italia Centrale. Ecco come racconta il suo arrivo nel cratere emiliano dieci anni fa, quando l’allora Commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, lo chiama al suo fianco.