Lunga vita alla sanità pubblica. Il servizio regionale è di tutti, facciamolo crescere insieme.

Che voce ha la sanità pubblica? Una voce a volte affaticata, ma bellissima, che va ascoltata. La voce di donne e uomini che hanno scelto di garantire le migliori cure a tutti. Nessuno escluso. Queste voci sono le testimonianze di grandi professionisti della sanità pubblica dell'Emilia-Romagna, i protagonisti e le protagoniste del podcast e della campagna ‘Specialmente pubblici’.
Perché il servizio sanitario pubblico è un patrimonio comune di grande valore, da preservare.

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Ascolta il podcast 'Specialmente pubblici'

Episodio 1 | Pietro Cortelli - Neurologia

In ogni specializzazione della medicina, la ricerca scientifica e l’evoluzione tecnologica hanno prodotto cambiamenti straordinari. È un cammino fatto di piccoli passi, spesso invisibili a chi non è del mestiere, dove ogni frammento di superficie conquistata si traduce presto o tardi in qualcosa di preziosissimo per ognuno di noi. Riduzione della sofferenza, possibilità di guarigione, allungamento della vita. Se questo è vero per ogni campo della scienza medica, lo è in particolare per le scienze neurologiche, dove la ricerca è molto rapida e raggiunge traguardi spesso insperati. Anche per Parkinson, ictus, sclerosi multipla, epilessia, insonnia, ora ci sono buone notizie. Lo racconta il professor Pietro Cortelli, direttore dell'Istituto Scienze Neurologiche Bellaria di Bologna.

Episodio 2 | Cristina Morelli - Epatologia dei trapianti

Per alcuni il trapianto è l'unica speranza di vita. Una possibilità estrema che riguarda sempre due storie, due pazienti e le loro persone importanti. Al centro la speranza, che da un lato è ancora accesa, mentre dall'altro viene meno, per lasciare il posto alla parola che non vorremmo mai sentire: irreversibile. Il trapianto agisce su questo filo sottile per allungarlo almeno a un'estremità ed estrarre il bene più grande: un'altra vita che ricomincia. Se c'è qualcuno che può raccontarci questa tensione è la professoressa Cristina Morelli, che si occupa dei trapiantati di fegato prima e dopo l'intervento presso l'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, dai tempi pioneristici ai successi più recenti.

Episodio 3 | Francesca Bonifazi - Terapie cellulari avanzate

Due fratelli, una frattura profonda, al centro un fiume che scorre troppo rapidamente. È la vita che va avanti, anche senza parole, per oltre vent'anni. Tocca alla malattia sparigliare le carte: una malattia gravissima con una sola speranza appesa alla possibilità di un trapianto del midollo. Basta una telefonata per spezzare quel silenzio e azzerare due decenni inutili. Ce lo racconta Francesca Bonifazi, ematologa a capo del programma di terapie cellulari avanzate del Polo Ematologico Seragnoli del Policlinico di Sant'Orsola, un centro di alta eccellenza attivo sia sui trapianti tradizionali che sulla ricerca e lo sviluppo di terapie cellulari moderne con CAR T.

Episodio 4 | Fausto Catena - Chirurgia d’urgenza

C'è un battito di ciglia tra l'evento che improvvisamente ci avvicina al limite estremo e la vita che poi riprende. È lo spiraglio in cui la scienza medica si insinua ogni volta che accade un brutto incidente, deviando il corso di un’esistenza laddove non ci sarebbero più speranze. Una battaglia quotidiana, che nel trauma center ad alta specializzazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena si combatte ogni giorno con la ricerca, l’organizzazione e la pratica clinica, offrendo a tutti, nessuno escluso, prestazioni specialistiche ad elevatissima complessità. Ma cosa accadrebbe se queste straordinarie possibilità di cura fossero riservate a pochi, come in altri Paesi? Ne parliamo con il dottor Fausto Catena, direttore dell’Unità operativa di chirurgia generale e d’urgenza. Quarant'anni di sala operatoria, decine di riconoscimenti internazionali e la scelta di campo di operare nella sanità pubblica.

Episodio 5 | Vanni Agnoletti - Traumatologia

«Un mestiere che brucia, brucia dentro, ti cambia. Lo devi fare solamente se hai della passione». Continua il nostro viaggio nell'ospedale Bufalini di Cesena, dove incontriamo il professor Vanni Agnoletti, direttore dell'Unità operativa di anestesia e rianimazione, responsabile del Siat, il Sistema integrato di assistenza ai traumi. Una specializzazione che richiede alte competenze, non ammette indecisioni e sprigiona tanta adrenalina. Non a caso è la più rappresentata dai medical drama. Ma quando nelle serie televisive americane vediamo le bellissime cliniche, dove a un certo punto arriva il malato insolvente, magari un bambino, e si organizzano le raccolte fondi, seguiamo queste storie continuando a pensare che per fortuna niente di tutto questo ci potrà mai accadere. Ma è ancora così?

Episodio 6 | Paolo Vacondio - Medicina palliativa

Non tutti sanno che c'è una medicina delle cattive notizie, che scende in campo quando le terapie non ci sono o non funzionano più. È il momento di cui abbiamo terrore, quello del “mi dispiace, non c'è più niente da fare”. Ma la buona notizia è che c'è una specializzazione che raccoglie quella parola: niente, niente da fare, e la esplode nei suoi mille aspetti e significati, per continuare a prendersi cura della persona malata e della sua famiglia. Stiamo parlando della medicina palliativa e queste sono le parole di Paolo Vacondio, responsabile della Rete locale di cure palliative dell'Asl di Modena. Il dottor Vacondio è anche autore di un libro indispensabile, intitolato “Sediamoci qui” (Editrice Incontri), che in meno di 200 pagine ci dice come affrontare un momento fondamentale della vita, come operatori, pazienti, familiari o cittadini. Sì, in questa puntata ci occupiamo della morte. Chi per pudore non usa questo vocabolo e ha bisogno di trovare sinonimi e circonlocuzioni, chi preferisce parlare d'altro, rimandare o rimuovere, farebbe bene a restare con noi.

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