La politica agricola nell'Unione europea

La Politica Agricola Comune (PAC) è stata fin dall’istituzione della Comunità Economica Europea la politica comune più importante per dotazione di risorse.  

In base all'art. 39 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), la Politica Agricola Comune ha come obiettivi: 

  • l'incremento della produttività dell'agricoltura, sviluppando il progresso tecnico, assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della manod-opera; 
  • un tenore di vita equo per la popolazione agricola, con l'organizzazione comune dei mercati agricoli ed il rispetto dei principi di unicità dei prezzi, della solidarietà finanziaria e della preferenza comunitaria; 
  • la stabilizzazione dei mercati
  • la sicurezza degli approvvigionamenti; 
  • prezzi ragionevoli per i consumatori

Istituita negli anni 60 allo scopo di garantire l’autosufficienza degli approvvigionamenti alimentari, la PAC è stata oggetto nel tempo di varie riforme in funzione dell’evoluzione delle strutture produttive e della domanda dei mercati, dell’allargamento della UE e di nuove sfide connesse con il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale. Anche la dotazione di risorse è variata, così come la quota percentuale sul bilancio europeo che è scesa da oltre il 60% all’attuale 31%. 

Storicamente i finanziamenti della PAC sono suddivisi in due pilastri: il primo pilastro, che riguarda i pagamenti diretti di sostegno al reddito degli agricoltori e assorbe circa tre quarti del bilancio; il secondo pilastro, dedicato agli interventi per lo Sviluppo rurale. Ai due pilastri si affianca il sostegno alle Organizzazioni Comuni di Mercato per alcuni settori produttivi. 

L’ultima riforma, in vigore dal primo gennaio 2023 fino al 2027, ha riunito in un unico documento di programmazione nazionale, il Piano Strategico della PAC, tutte le risorse e gli strumenti di intervento messi a disposizione degli Stati Membri. La PAC 2023-2027 persegue 10 obiettivi specifici: 

  1. garantire un reddito equo agli agricoltori
  2. aumentare la competitività
  3. migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare
  4. agire per contrastare i cambiamenti climatici
  5. tutelare l'ambiente
  6. salvaguardare il paesaggio e la biodiversità
  7. sostenere il ricambio generazionale 
  8. sviluppare aree rurali dinamiche
  9. proteggere la qualità dell'alimentazione e della salute
  10. promuovere le conoscenze e l'innovazione. 

In Italia, le misure di finanziamento per lo Sviluppo Rurale inserite nel Piano Strategico Nazionale, sono riunite in un Complemento di programmazione gestito dalle Regioni.  

Il Complemento di Programmazione per lo Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna ha una dotazione, per il periodo 2023-2027, di 913 milioni di euro di cui il 40% finanziato dalla UE, e il restante 60% dallo Stato e dalla Regione.  

Il complemento di programmazione viene attuato attraverso 47 interventi, articolati in 67 azioni che fanno riferimento a 4 macro-obiettivi:  Competitività, 286 M€; Ambiente e clima, 404 M€; Sviluppo del territorio, 150 M€; Conoscenza e innovazione 51 M€. A questo riparto si aggiungono 23 M€ per l’assistenza tecnica.

Interventi, azioni e bandi di finanziamento sono consultabili nel portale della Regione dedicato allo Sviluppo rurale.