Patto per il Lavoro e per il Clima

Emilia-Romagna: Regione della transizione ecologica

Investire in educazione, istruzione, formazione, ricerca e cultura: per non subire il cambiamento ma determinarlo; per generare lavoro di qualità e contrastare la precarietà e le diseguaglianze; per innovare la manifattura e i servizi; per accelerare la transizione ecologica e digitale.

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Emilia-Romagna: Regione della transizione ecologica

Accelerare la transizione ecologica per raggiungere la neutralità carbonica prima del 2050 e passare alle energie pulite e rinnovabili entro il 2035; coniugare produttività, equità e sostenibilità, generando nuovo lavoro di qualità.

Linee di intervento

Linee di intervento

Intro linee

  • Accompagnare la transizione ecologica delle imprese di ogni dimensione orientandone e incentivandone gli investimenti verso le energie rinnovabili e verso processi e prodotti a minor impatto ambientale, mettendole nelle condizioni di cogliere le opportunità della transizione verde attraverso aiuti mirati, semplificazioni normative e misure che sostengano il cambiamento verso modelli di produzione e consumi sostenibili.
  • Sviluppare nuove filiere green con attenzione sia alla filiera clima/energia che alle filiere industriali di recupero dei materiali.
  • Investire in ricerca e innovazione orientandola verso campi ad alto potenziale strategico come l’idrogeno, l’elettrico e la chimica verde.
  • Costruire un team di ricerca e studio finalizzato al sostegno e alla definizione di progetti di finanza sostenibile e di impatto sociale coerenti con gli obiettivi del Patto.
  • Incrementare la produzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’accumulo, anche in forma diffusa, attraverso una Legge regionale sulle comunità energetiche.

Tutte le linee di intervento

  • Accelerare la transizione energetica del comparto pubblico, sostenendo lo sviluppo dei Piani Energia-Clima dei Comuni e percorsi di neutralità carbonica a livello territoriale, dando nuovo impulso all’adeguamento e all’efficientamento energetico dell’intero patrimonio pubblico.
  • Promuovere sostenibilità, innovazione e attrattività dei centri storici attraverso lo sviluppo di processi di rigenerazione, che tengano insieme gli interventi edilizi ed urbanistici, le scelte in materia di accessibilità e mobilità, il rafforzamento dei servizi e delle dotazioni infrastrutturali, le azioni di adattamento ai cambiamenti climatici e le misure di rivitalizzazione del tessuto economico e sociale.
  • Continuare a rafforzare la strategia di consumo di suolo a saldo zero e di rigenerazione urbana con un piano di riqualificazione e resilienza delle città capace non solo di intercettare la risorse europee, ma di massimizzare su larga scala gli incentivi introdotti per la riqualificazione, l’efficientamento e la sicurezza degli edifici.
  • Agevolare sinergie e coordinamento del sistema regionale per sfruttare al meglio il potenziale dell’Ecobonus al 110% per l’efficientamento energetico, anche attraverso la valorizzazione e implementazione dello strumento del Catasto Regionale Impianti Termici.
  • Investire, anche grazie alle risorse del Next Generation EU, in un Piano strategico di manutenzione, difesa e adattamento degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti, e di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa della costa attraverso una programmazione pluriennale condivisa con gli enti locali e con tutti gli attori coinvolti; una strategia fondata sul rafforzamento delle conoscenze su rischi e vulnerabilità, che individui priorità, pianifichi interventi di prevenzione da attuare nel breve e nel medio-lungo termine, assicurando certezza e continuità dei finanziamenti, semplificando le procedure, aprendo cantieri diffusi, attivabili rapidamente, ed in grado di coinvolgere una molteplicità di imprese, di varie dimensioni, per creare buona occupazione nella cura del territorio.
  • Sostenere l’economia circolare, anche avviando laboratori di ricerca che coinvolgano la Rete Alta Tecnologia, ARPAE, il Clust-ER Energia Ambiente, i Comuni, i gestori dei servizi ambientali e l’intero sistema produttivo, investendo in tecnologie in grado di ridurre i rifiuti e facilitare la simbiosi industriale, aumentando la durabilità dei prodotti e l’utilizzo di materiali a basse emissioni, promuovendo il riciclo, il recupero e il riuso dei rifiuti attraverso la nascita di nuovi circuiti dedicati e nuovi impianti, anche con l'obiettivo di accrescere l’autosufficienza regionale.
  • Accelerare il percorso di transizione per il superamento delle plastiche monouso, in coerenza con gli obblighi previsti dalla normativa europea, e per un utilizzo più sostenibile della plastica, attraverso l’istituzione di una cabina di regia regionale che valuterà tempi, impatti e modalità attuative di ogni singola azione.
  • Sviluppare la domanda di prodotti, servizi e lavori pubblici sempre più innovativi e sostenibili attraverso lo strumento del Green Procurement e del pre-commercial procurement (forme di partenariato tra industria e PA).
  • Diminuire la produzione dei rifiuti, a partire da quelli urbani, e dei conferimenti in discarica o ai termovalorizzatori, con l’obiettivo di ridurre entro il 2030 almeno al valore di 110 kg pro capite i rifiuti non riciclati, aumentando quantitativamente e qualitativamente la raccolta differenziata (prioritariamente con il metodo porta a porta) con l’obiettivo dell’80% entro il 2025, consolidando in tutti Comuni la tariffazione puntale, introducendo nuovi e diversi meccanismi di premialità e assicurando l’autosufficienza regionale nella gestione di tutti i rifiuti.
  • Accrescere la tutela e valorizzazione della risorsa idrica, migliorando lo stato degli ecosistemi, incentivandone un utilizzo sostenibile anche mediante la riduzione dei consumi e degli sprechi sia nel settore residenziale, quanto in quello industriale ed agricolo (Water Footprint), migliorandone la qualità e la disponibilità, con la prospettiva di dimezzare le perdite di rete, accrescendo, innovando e migliorando la capacità di stoccaggio, riutilizzando le acque reflue e quelle piovane, cogliendo l’opportunità di candidare progetti all’interno del PNRR.
  • Promuovere la sostenibilità ambientale dei nostri sistemi alimentari, a partire dalle produzioni agricole e zootecniche, riconoscendone il ruolo che svolgono nella salvaguardia del territorio e nel creare occupazione; sostenere le imprese negli investimenti necessari per continuare a migliorare il benessere animale e la biosicurezza negli allevamenti, per ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti, dei consumi idrici, per ridurre gli apporti chimici, minimizzare dispersioni ed emissioni, incentivando la ricerca varietale e l’incremento della biodiversità sui terreni agricoli, in linea con la strategia europea “From Farm to Fork”.
  • Incoraggiare la filiera corta, l’agricoltura biologica e la produzione integrata con l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a coprire oltre il 45% della SAU con pratiche a basso input, di cui oltre il 25% a biologico.
  • Valorizzare il contributo che le imprese agricole e di trasformazione possono garantire agli obiettivi di produzione di energie rinnovabili, anche con la prospettiva del raggiungimento dell’autosufficienza energetica, e alla sostituzione dei prodotti della chimica del petrolio con materiali biodegradabili nell’ambito della bioeconomia e dell’economia circolare.
  • Investire su una nuova mobilità sostenibile anche attraverso l’integrazione dell’attuale programmazione degli investimenti con un nuovo pacchetto di progetti green per il PNRR che permetta di: incentivare e rafforzare le reti del trasporto pubblico, con particolare riferimento alle aree montane ed interne; valorizzare la capacità produttiva regionale, sostituendo i mezzi delle aziende TPL con veicoli più ecologici; garantire ulteriori forme di tariffazioni agevolate; promuovere l’uso della bicicletta anche attraverso la realizzazione di 1000 km di nuove piste ciclabili; incentivare gli investimenti per lo sviluppo della mobilità elettrica; accelerare l’integrazione sia tra ferro e gomma, sia con le nuove modalità di mobilità sostenibile; valorizzare il Bike sharing e Car sharing con l’obiettivo di ridurre il traffico motorizzato privato di almeno il 20% entro il 2025; sostenere la diffusione della mobilità privata verso “emissioni zero” anche attraverso l’istallazione di 2.500 punti di ricarica entro il 2025; sostenere il  rinnovo del parco veicolare verso l’elettrico; ridurre la necessità di spostamenti con il rafforzamento della tecnologia digitale (smart city); potenziare  e qualificare il trasporto su ferro, sia per le persone che per le merci, anche attraverso il completamento dell’elettrificazione della rete regionale; puntare  sullo sviluppo dell’intermodalità dei trasporti, a partire dagli investimenti sugli interporti e sui centri intermodali e logistici per promuovere il trasferimento del trasporto merci da gomma a ferrovia. Particolarmente importante sarà la promozione dello sviluppo dell’area del Porto di Ravenna e l’attivazione della zona logistica speciale ad esso collegato.
  • Nell’ambito di politiche di potenziamento del TPL e di concerto con gli Enti locali, proseguire nel percorso di aggiornamento della governance e di aggregazione e integrazione imprenditoriale del sistema pubblico-privato del territorio, finalizzato alla omogeneizzazione e semplificazione gestionale, alle sinergie ed economie di scala, agli investimenti.
  • Piantumare 4 milioni e mezzo di alberi in 5 anni, valorizzare e tutelare il patrimonio forestale, qualificare il patrimonio esistente e aumentare il verde delle città; contribuire a pulire l’aria e tutelare la biodiversità, con la realizzazione di boschi, anche fluviali, e piantagioni forestali, individuando le aree più idonee con il coinvolgimento degli Enti locali, della cittadinanza e degli operatori agricoli; tutelare i corridoi ecologici esistenti come strategicamente essenziali, migliorandone la connettività.
  • Tutelare, valorizzare e promuovere le aree montane ed interne, a partire dalle eccellenze costituite dalle risorse naturali e da parchi, aree protette e Mab Unesco, quali serbatoi insostituibili di biodiversità e bacini di opportunità per uno sviluppo sostenibile dei territori e delle popolazioni locali.
  • Investire per un nuovo turismo sostenibile, inclusivo e lento, a partire dalle ciclovie e dai cammini, costruendo percorsi intermodali e integrati che mettano in rete le eccellenze culturali, archeologiche e paesaggistiche del nostro territorio, promuovendo investimenti sulle energie rinnovabili e la mobilità elettrica e favorendo strutture turistiche ecosostenibili a impatto zero.
  • Gli obiettivi sopra riportati possono trovare risposta adeguata all’interno dell’Accordo Quadro per la qualità dell’aria del Bacino Padano in grado di attivare investimenti straordinari per migliorare la qualità dell’aria, riducendo drasticamente le emissioni di polveri sottili, ossidi di azoto e ammoniaca e, conseguentemente, contribuendo a migliorare le condizioni delle acque sotterranee e superficiali, con un’azione integrata a 360 gradi, fondata su dati certi e confrontabili, su tutte le fonti di inquinamento, attraverso progetti finanziati con risorse nazionali e dell’Unione Europea e condivisi con le altre tre Regioni. Vista la rilevanza nazionale e le procedure d’infrazione comunitarie, la qualità dell’aria del Bacino Padano dovrebbe essere assunto come obiettivo con progettualità specifiche da parte del Governo nell’ambito del PNRR.

Goal della strategia regionale Agenda 2030

Goal della strategia regionale Agenda 2030

Goal della strategia regionale Agenda 2030

Goal 2 dell'Agenda 2030

Goal 3 dell'Agenda 2030

Goal 6 dell'Agenda 2030 

Goal 7 dell'agenda 2030 

Goal 9 dell'Agenda 2030 

Goal 11 dell'Agenda 2030 

Goal 12 dell'Agenda 2030

Goal 13 dell'Agenda 2030 

Goal 14 dell'Agenda 2030 

Goal 15 dell'Agenda 2030  

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ultima modifica 2024-03-08T11:56:51+02:00
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