Sicurezza nei luoghi di lavoro

“Spazi confinati” a bordo delle navi e rischio chimico per gli operatori portuali

Anno 2015

Autori: Laura Argenti - Direzione Regionale Inail per l’Emilia-Romagna - Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione

Curatori: -

Riferimento al territorio dell’Emilia-Romagna: Si

Riferimento al settore costruzioni: No

Target principale: La trattazione è principalmente rivolta agli operatori portuali

Contenuti principali:

In questo articolo vengono descritte le attività svolte e i risultati del progetto riguardante la valutazione del rischio chimico negli ambienti confinati del Porto di Ravenna, svolto tra il 2012 e il 2014, cofinanziato dall’Autorità Portuale e dall’ Inail di Ravenna. In particolare, il progetto ha riguardato le merci solide alla rinfusa sbarcate in ambito portuale, che rappresentano la maggioranza delle merci movimentate a livello mondiale in termini di tonnellate ed ha avuto lo scopo di implementare un modello di valutazione e di gestione del rischio chimico, con particolare riferimento agli ambienti rappresentati dalle stive che, in particolari condizioni, potrebbero essere considerati ambienti mal ventilati, confinati e/o a sospetto di inquinamento. Il progetto è stato suddiviso nelle seguenti macro-attività: censimento del materiale sbarcato, definizione dei rischi possibili, elaborazione di indicazioni per le misure preventive e protettive e diffusione ai lavoratori di queste misure. Lo studio è stato affidato a ricercatori dell’Università di Bologna ed ha visto un’attiva ed intensa collaborazione di Inail, Autorità Portuale, Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell’Ausl di Ravenna, imprese portuali di Ravenna, Coordinamento Rspp di sito e degli Rls di sito, Chimici del Porto di Ravenna.

 

Per approfondimenti si rimanda al documento:

Argenti, L., Direzione Regionale Inail per l’Emilia-Romagna, “Spazi confinati” a bordo delle navi e rischio chimico per gli operatori portuali (pdf241.87 KB), in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali” 2/2015

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