Patto per il Lavoro e per il Clima

L’Emilia-Romagna inclusiva fa crescere i talenti: dal 2020, 483 milioni di euro l’impegno della Regione per garantire il diritto allo studio universitario

Rafforzati i posti letto, + 40% entro il 2027. Incrementati i beneficiari e i valori delle borse di studio 110mila in 5 anni), 150 milioni di euro nel 2024, la cifra più alta di sempre, con importi maggiorati del 20% per le studentesse iscritte alle lauree Stem

Studiare in Emilia-Romagna prima, viverci e lavorarci dopo. È la storia di tante ragazze e ragazzi, in continuo aumento, che scelgono di iscriversi negli Atenei regionali e possono farlo anche grazie all’impegno di Regione e Università per garantire loro il diritto allo studio.

Un modello di sviluppo fondato sul diritto di ogni cittadino di accedere ai più altri gradi dell’istruzione e, insieme, un importante tassello della strategia regionale di attrazione e valorizzazione di talenti, fin dai primi passi della formazione universitaria.

Dall’inizio della legislatura regionale, dall’anno accademico 2020/2021, l’investimento complessivo della Regione è stato pari a 483 milioni di euro per quasi 110mila borse di studio erogate, che hanno toccato 23.709 studenti nel 2020, 26.709 nel 2021, 26.395 nel 2022, 27.155 nel 2023 e 28.876 nel 2024.

E si rafforza anche la disponibilità di posti letto per gli universitari. Negli ultimi tre anni si è passati dai 3.533 posti del 2020 ai 3.811 di oggi, di cui 1.783 a Bologna. Considerando le strutture in fase di realizzazione o previste, l’incremento dal 2020 al 2027 sarà del 40%, con l’obiettivo di superare i 5.100 posti letto complessivamente disponibili in Emilia-Romagna. Nel frattempo, la Regione, attraverso ER.GO, Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori, ha anche attivato ulteriori collaborazioni che hanno permesso di aumentare l’offerta abitativa sul territorio. Tra queste a Ferrara l’accordo con Acer e a Bologna l’accordo con il Comune di San Benedetto Val di Sambro e il Progetto Pop House a Calderara di Reno.

Prima scelta assunta dal Patto per il Lavoro e per il Clima è quella di realizzare un investimento senza precedenti sulle persone, in particolare sui giovani e le donne, sulle loro competenze e sulla loro capacità, per non subire il cambiamento ma determinarlo, per generare lavoro di qualità e contrastare la precarietà e le disuguaglianze, per innovare la manifattura e i servizi, per accelerare la transizione ecologica e digitale. Le misure per il diritto allo studio sono pertanto tra le linee di intervento fondamentali condivise nel documento. Ed è l’obiettivo ‘Emilia-Romagna: Regione della conoscenza e dei saperi’, a indicare la necessità di garantire borse di studio universitarie e servizi adeguati al 100% di coloro che, per merito e condizione sociale, ne hanno diritto in una stretta collaborazione tra istituzioni, Atenei e istituti di Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Borse di studio

L’importo unitario della borsa di studio nell’anno accademico 2023/2024 ha raggiunto i 6.656 euro per i fuori sede, i 3.889 euro per i pendolari e i 2.682 euro per gli studenti in sede - con ulteriori incrementi per chi sia in maggiori difficoltà economiche (sono 11.935, pari al 43% degli studenti assegnatari) e per le studentesse iscritte alle lauree Stem (Science, technology, engineering and mathematics). Per queste ultime la maggiorazione dell’importo della borsa è del 20%, e ne beneficeranno in Emilia-Romagna 3.088 studentesse.

L’attrattività degli Atenei dell’Emilia-Romagna

I dati nazionali confermano l’attrattività degli atenei dell’Emilia-Romagna: il Rapporto 2023 dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) attesta come l’Emilia-Romagna sia la prima nel rapporto fra ingressi e uscite di immatricolazioni nelle diverse Università, che è al 4,3, seguita dal Lazio (3,1), Lombardia (2,2) e Toscana (1,75);  ciò significa che per ogni studente immatricolato residente in Emilia-Romagna che va a studiare fuori regione, vi sono 4,3 studenti di altre regioni che si iscrivono negli Atenei emiliano-romagnoli.

In termini assoluti, in Emilia-Romagna nell'anno accademico 2021-2022 c’erano 86.227 iscritti residenti fuori regione, contro gli 83.489 della Lombardia e i 55.494 del Lazio. Divario in crescita, visto che nello stesso periodo le matricole erano state 14.975 in Emilia-Romagna, 13.574 in Lombardia e 9.673 nel Lazio.

Attrattività che la Giunta - in coerenza con quanto prima condiviso nel Patto poi stabilito dalla legge regionale n. 2/2023 “Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna” - sostiene anche portando sul territorio sedi di prestigiose istituzioni di ricerca e universitarie internazionali e progettando una nuova rete di servizi.

Il 2023/2024 anno accademico record

L’anno accademico 2023/2024 segna una crescita record di fondi, importi e beneficiari. La Giunta regionale ha stanziato infatti la somma più alta di sempre, investendo quasi 150 milioni di euro - per allargare ulteriormente la platea dei beneficiari Borse che aumentano sia a livello di importo unitario, che di numero, e che prevedono importi maggiorati del 20% per le studentesse iscritte alle lauree Stem, quelle cioè scientifiche, ingegneristiche, matematiche. Se nell’anno accademico 2022-2023 erano 27.155 gli iscritti agli Atenei regionali risultati idonei ai benefici del diritto allo studio erogati dall’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, quest’anno sono 27.876 (quasi il 3% in più), con un incremento di risorse stanziate di quasi 15 milioni.

Un incremento dovuto anche all’aumento degli importi di borsa e della soglia Isee di accesso. Un’opportunità indicata dal Pnrr che la Giunta regionale ha deciso di cogliere con l’obiettivo di aumentare inclusività e attrattività degli atenei.

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ultima modifica 2024-04-15T16:02:53+02:00
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