Patto per il Lavoro e per il Clima

Agricoltura sostenibile, Emilia-Romagna prima in Italia per numero di trasformatori di prodotti biologici: obiettivo 2030 coltivazioni ‘a basso impatto ambientale’ in oltre il 45% della superficie agricola utilizzata

Dall’inizio della nuova programmazione di sviluppo rurale 2023-2027 emanati già 20 bandi per un totale di oltre 160 milioni a chi adotta pratiche a basso impatto

La sostenibilità ambientale, la salvaguardia della biodiversità, la produzione energetica pulita in Emilia-Romagna passano anche dall’agricoltura: coltivazioni di qualità, allevamenti e realtà di trasformazione agroalimentare.

Le misure agroambientali sono tra le linee di intervento fondamentali condivise dai firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima. Nell’obiettivo ‘Emilia-Romagna, regione della transizione ecologica’, il Patto indica con chiarezza la necessità di promuovere la sostenibilità ambientale dei sistemi alimentari, a partire dalle produzioni agricole e zootecniche, riconoscendone il ruolo svolto nella salvaguardia del territorio e nella creazione di occupazione.

Un sistema di politiche condivise, che punta a sostenere le imprese negli investimenti necessari per continuare a migliorare il benessere animale e la biosicurezza negli allevamenti, per ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti, dei consumi idrici, per ridurre gli apporti chimici.

Ma anche minimizzare dispersioni ed emissioni, incentivando la ricerca, il trasferimento delle conoscenze nel settore agricolo, e l’incremento della biodiversità sui terreni agricoli, in linea con la strategia europea “From Farm to Fork” (dalla fattoria alla tavola). Fondamentale a questi fini è incoraggiare l’agricoltura biologica e la produzione integrata con l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a coprire oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) con pratiche a basso input, di cui più del 25% a biologico.

 

Programma di sviluppo rurale

La sostenibilità delle produzioni agricole, finalizzata alla conservazione della biodiversità, alla migliore gestione delle risorse naturali, alla riduzione delle emissioni e alla conservazione e sequestro del carbonio, è un obiettivo fondamentale della Pac perseguito tramite il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).

Nell’ambito di tale cornice programmatoria europea la Regione ha previsto nel proprio Programma di Sviluppo Rurale (PSR) numerosi interventi a sostegno, oltre che dell’agricoltura biologica e integrata, di altre pratiche a basso impatto ambientale quali l’adozione di tecniche di distribuzione degli effluenti di allevamento, di semina su sodo, l’incremento della sostanza organica, la conversione dei seminativi a prati e pascoli, la gestione sostenibile dei prati permanenti e di infrastrutture ecologiche, e la riduzione dell’impiego dei fitofarmaci.

Il PSR 2014-2022 ha destinato oltre 600 milioni, pari a circa il 43% della sua dotazione totale, a misure volte alla sostenibilità ambientale, con numerosi bandi a sostegno di impegni per l’adozione di tecniche a basso input e di investimenti per l’ambiente e il clima.

Nella programmazione 2023-2027 l’Emilia-Romagna ha destinato alla sostenibilità ambientale risorse complessive per oltre 404 milioni di euro pari al 44,25% delle risorse totali, per interventi, in linea con gli obiettivi del Patto per il lavoro e per il clima,  volti a tagliare l’impiego della chimica e favorire metodi di agricoltura biologica e integrata, ridurre le emissioni nei processi produttivi agricoli, in particolare nel settore zootecnico; dotarsi di sistemi irrigui aziendali ad alta efficienza e capacità di stoccaggio della risorsa idrica e ottimizzare l’uso delle acque. I bandi già emanati in questo ambito sono 20 bandi, per un totale di oltre 160 milioni di euro, con l’interessamento di circa 190 mila ettari di superficie.

A questi si aggiungono gli ecoschemi – tra le principali novità della Pac 2023/2027 – che consistono in ulteriori e specifiche misure volte a tutelare il clima, l'ambiente e il benessere degli animali, fornendo un sostegno agli agricoltori che si impegnano ad applicare altre pratiche sostenibili.

 

Biologico e integrato, i numeri

I contributi alla sostenibilità ambientale arrivano soprattutto dall’agricoltura biologica e integrata, che determinano positive ricadute sia sulla salute umana che sull’ambiente, a partire dalla qualità dell’aria e delle acque.

Negli ultimi dieci anni la superficie agricola utilizzata certificata biologica è cresciuta del 125%: con oltre 200mila ettari rappresenta un quinto delle intere aree coltivate. Percentuale superiore alla media italiana (pari a circa 17%) ed europea (circa 10%), posizionando l’Emilia-Romagna al quinto posto in Italia per quota di superficie certificata. A fine 2022, la regione è anche la prima in Italia come numero di trasformatori di prodotti biologici, con 1.277 trasformatori e 6.053 produttori, per un totale di 7.330 operatori biologici.

Nel corso della programmazione di sviluppo rurale 2014-2022 la Regione Emilia-Romagna ha emanato quattro bandi per l’agricoltura biologica, fornendo sostegno all'85% degli agricoltori biologici regionali, e all’l'80% della Sau biologica regionale.

A oggi, se alle superfici certificate bio si sommano quelle che hanno aderito a pratiche e metodi di agricoltura sostenibile (ecoschemi ed interventi agroambientali di sviluppo rurale), la Sau soggetta a tali pratiche si attesta complessivamente a oltre il 40% di quella regionale.

 

Acque meno inquinate

Le tecniche di agricoltura biologica e produzione integrata assumono un particolare rilievo per la salvaguardia della qualità delle acque, come evidenziato dai risultati positivi della valutazione del Psr 2014-2022, in termini di riduzione di input agricoli potenzialmente inquinanti.

Meno azoto, i cui apporti tramite fertilizzanti sono ridotti del -19,5% considerando l’insieme delle aree ad agricoltura biologica e integrata rispetto a quelle condotte con metodi ordinari. Mentre per la difesa fitosanitaria e il diserbo, l’utilizzo di prodotti a bassa pericolosità per circa i tre quarti dei trattamenti effettuati nelle aziende che hanno aderito a tali pratiche, oltre a un calo rilevante dei prodotti con sospetta cancerogenicità e/o teratogenicità e dei prodotti a tossicità cronica.

Infine, le tecniche proprie dell’agricoltura sostenibile hanno avuto anche una ripercussione positiva sulla qualità dell’aria grazie alla riduzione dei concimi azotati, che produce un calo delle emissioni di ammoniaca pari a 861 Mg/anno.

Azioni sul documento

ultima modifica 2024-04-11T09:25:34+02:00
Questa pagina ti è stata utile?

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina