SICUREZZA DEL TERRITORIO E CONTRASTO AL DISSESTO IDROGEOLOGICO

Il territorio ha bisogno di rispetto, cura e manutenzione costante. La prevenzione passa anzitutto attraverso il contrasto del fenomeno dell’abbandono e dello spopolamento delle aree montane. Fenomeno che, con tutta evidenza, oltre alla perdita di eccellenze, ha effetti deleteri sulla tenuta complessiva del territorio e sulla sicurezza delle comunità.

Prenderci cura del nostro Appennino, del suo territorio e della sua gente, è una priorità di tutta la Regione: se i problemi non si risolvono a monte, precipitano a valle. Ma per prevenire il dissesto ed aumentare la sicurezza del territorio serve tanto altro.

L’esperienza dell’alluvione impone un ripensamento organico delle mappe di rischio e della pianificazione regionale in tutta la regione. Pertanto, da una parte proponiamo al Governo di sottoscrivere nei primi 100 giorni un patto trasparente e di responsabilità comune per la messa in sicurezza del territorio con finanziamenti adeguati; dall’altra siamo pronti a raddoppiare le risorse regionali dedicate, a dotarci di una nuova cornice normativa in materia e istituire un’Agenzia specializzata dedicata alla sicurezza territoriale. Questi obiettivi sono prioritari e funzionali a dare urgente attuazione ad una strategia regionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso un piano integrato di investimenti, sfruttando anche i fondi di coesione, che coinvolga tutti gli enti e soggetti gestori di reti e opere idrauliche e di bonifica.

Occorre adeguare la rete scolante e fognaria, realizzare bacini di laminazione e aree per esondazioni controllate, de-impermeabilizzare e rendere più verdi le città, ridare spazio ai corsi d’acqua, impedire nuovi insediamenti in aree ad alto rischio.

Il risanamento e la manutenzione del territorio devono essere supportati da un piano di investimenti mirato e adeguatamente finanziato dal Governo nazionale che, oltre alla manutenzione dei fiumi e al contrasto al dissesto idrogeologico montano, con particolare attenzione al rischio frane, comprenda anche il contrasto all’erosione costiera con interventi sostenibili che garantiscano di durare nel tempo.

OBIETTIVI OPERATIVI

  • Approvare una legge regionale sulla sicurezza territoriale e difesa del suolo.
  • Istituire un’Agenzia dedicata, organizzata per bacini idrografici, con un grande piano di assunzione di geologi, ingegneri e tecnici, al fine di potenziare la nostra capacità di azione quotidiana e supportare i Comuni.
  • Raddoppiare le risorse stanziate a bilancio per la manutenzione dei corsi d’acqua, per la difesa della costa e il contrasto al dissesto idrogeologico.
  • Avviare una stagione straordinaria di interventi estensivi e omogenei di messa in sicurezza dei versanti, dando priorità a quelli maggiormente colpiti da fenomeni franosi.
  • Sollecitare il Governo perché vengano riviste le norme che possono rallentare o impedire l'attività di manutenzione del reticolo idraulico.
  • Garantire un intervento straordinario e la manutenzione puntuale del reticolo idraulico primario e secondario.
  • Coordinare le politiche interassessorili rispetto ai Consorzi di bonifica per favorire la piena integrazione delle politiche nella messa in sicurezza del territorio.
  • Collaborare con le Autorità di Bacino per l’aggiornamento del Piano di assetto idrogeologico e il Piano di gestione del rischio alluvionale.

RICOSTRUZIONE DELLE AREE COLPITE DALLE ALLUVIONI E DA ALTRI EVENTI ESTREMI

Gli emiliano-romagnoli, con le alluvioni del 2023 e del 2024, hanno subito tra gli eventi più catastrofici a livello globale generati dai cambiamenti climatici. Vite umane perse, oltre 9 miliardi di euro di danni, un territorio sconvolto nelle sue attività economiche e sociali, nella sicurezza delle sue case e della vita quotidiana. A più di anno e mezzo dal primo evento, dopo la scelta sbagliata del commissariamento della ricostruzione, centralizzata su Roma, che ha comportato ritardi tanto negli gli indennizzi a famiglie e imprese quanto nella ricostruzione del territorio, con la nomina del nuovo Commissario straordinario, la Regione è pronta per un cambio di passo.

Un cambio di passo, che necessita di un Patto con il Governo nazionale, a partire dalla piena consapevolezza che ricostruire come prima non basta, né l’EmiliaRomagna può attendere i tempi ordinari per realizzare opere straordinarie per la messa in sicurezza del territorio che devono partire da subito. I drammatici eventi di settembre e ottobre 2024 dimostrano una volta di più che bisogna lavorare su più piani: attuazione di un piano straordinario di manutenzione di tutti i corsi d’acqua, realizzazione delle casse di espansione e laminazione, ampliamento degli spazi di espansione dei fiumi, adeguamento della rete scolante e fognaria, revisione delle norme (ad esempio il Regio Decreto che contiene il testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche) e dei piani che possono rallentare o impedire l'attività di manutenzione, senza escludere, laddove necessario, il ricorso allo strumento della delocalizzazione e a quello della servitù di allagamento.

OBIETTIVI OPERATIVI

Cambio di passo

Nella ricostruzione serve un cambio di passo deciso. La Regione è pronta a stringere un Patto repubblicano con il Governo per garantirlo. Se, come è indispensabile, occorre accelerare i processi, Governo, Regione ed Enti locali dovranno lavorare di più e meglio, insieme, per la definizione delle opere strategiche, degli interventi e delle norme da scrivere o da modificare, e per la realizzazione di tutto ciò che è necessario al fine di mettere in sicurezza l’Emilia-Romagna.

Azioni prioritarie
  • Avere un Commissario con una struttura tecnica adeguata, con sede in Emilia-Romagna, e risorse sufficienti per mettere in sicurezza con procedure straordinarie i territori colpiti.
  • Definire un referente unico nel Governo per la ricostruzione e un tavolo permanente di livello nazionale che si riunisca con continuità. Periodicamente, questo tavolo dovrà relazionare anche agli Enti locali, al Patto per il Lavoro e per il Clima e ai Comitati degli alluvionati in merito all’andamento e avanzamento dei lavori, rispetto agli impegni presi. Questo metodo rappresenterà l'operazione trasparenza del rapporto nuovo tra Governo, Regione e Struttura commissariale.
  • Aggiornare le norme e le ordinanze per gli indennizzi per famiglie e imprese: le procedure vanno semplificate e i rimborsi devono essere idonei. - Come Regione costruire una regia complessiva di tutti i soggetti coinvolti - in primis i Comuni, le Province e la Città Metropolitana - e di tutti gli enti che la Regione sovraintende, diventando l'interlocutore di tutto ciò che è in capo anche ad altri soggetti (Consorzi di bonifica, imprese multiutility, etc.).
  • Definire strategie specifiche per ogni territorio adeguate alle diversità che intercorrono tra il bacino del Po, quello del Reno e i fiumi regionali e a situazioni uniche come quella del Comune di Bologna.

Piani speciali per la ricostruzione

Il D.L. 1° giugno 2023, n. 61 “Interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023” convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2023, n. 100, ha previsto che il Commissario straordinario disciplini i finanziamenti alla ricostruzione pubblica, definendone il perimetro di azione e prevedendo l’approvazione di 5 Piani speciali per ambiti di intervento: opere pubbliche; beni culturali; interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico; infrastrutture ambientali danneggiate dagli eventi alluvionali, infrastrutture stradali e ferroviarie.

A seguito degli eventi alluvionali del 2024 sono state avanzate al Governo proposte urgenti al fine di consolidare e accelerare il processo di ricostruzione in essere anche con interventi di modifica della norma primaria atti a snellire le procedure amministrative, nonchè individuando un primo Piano Stralcio di interventi attinenti al Piano Speciale sul dissesto idrogeologico, da finanziarsi con ulteriori risorse del bilancio dello Stato da trasferire alla contabilità̀ speciale. In particolare, per quanto riguarda il Piano Stralcio, nelle more dell’approvazione dei Piani speciali e delle relative coperture finanziarie, in accordo con l’Autorità distrettuale di Bacino del Po, sono stati individuati, tra quelli previsti dal quadro esigenziale del Piano speciale sul dissesto, una serie di interventi strategici per la mitigazione del rischio idraulico relativi ai bacini che hanno manifestato le più forti criticità da programmare urgentemente e prioritariamente.

Azioni prioritarie
  • Sollecitare il finanziamento tempestivo del Piano Stralcio del Piano speciale per la ricostruzione del nucleo di opere che devono partire immediatamente, con deroghe e procedure accelerate, compresi gli interventi su tutti i ponti che possono creare interferenza e intralcio ai corsi d'acqua.
  • Sollecitare il finanziamento dei Piani Speciali per la ricostruzione.

Programma di mandato 

Il testo completo del programma del presidente de Pascale