Nasce nel 1929 in una Ravenna sfollata per i bombardamenti. Aderisce al Partito comunista ancora ragazzo e svolge attività nel movimento studentesco ricoprendo fino al 1951 l'incarico di segretario provinciale della Federazione giovanile comunista (Fgci). 

Si laurea in Giurisprudenza e diventa prima dirigente e poi per sette anni segretario della federazione Pci di Ravenna. Dal 1956 al 1970 è consigliere comunale e per 11 anni, dal 1965 al 1976 è segretario regionale del Pci dell'Emilia-Romagna.

Dal '70 è membro del Comitato centrale e della direzione nazionale del Partito comunista, e per due volte consigliere regionale. Il 21 maggio 1976 diventa presidente della Regione, incarico che riveste fino alla prematura morte, avvenuta, a soli 48 anni, nel suo ufficio di presidente, il 22 dicembre 1977.

Viene definito da Armando Cossutta “un costruttore dell’Emilia-Romagna, del partito nuovo e di una nuova società” anche per l’appello costante alle grandi componenti politiche di ispirazione socialista, laica e cattolica, alla collaborazione e alla convergenza programmatica sul terreno comune dell'interesse pubblico, oltre le divisioni ideologiche e culturali. Nel corso della sua breve presidenza, Sergio Cavina lavora al tema del decentramento istituzionale, su ciò che avrebbe comportato nella regione, sul suo sviluppo, sul suo ruolo nazionale.

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