Sicurezza nei luoghi di lavoro

Il problema dei lavori in quota nei cantieri post sisma

Giuseppe Semeraro, in Igiene e Sicurezza del Lavoro – ISL, Ipsoa. A. XXIV, n. 1 (2020), p. 45-51

L’articolo si concentra sul tema dei lavori in quota nell’ambito dei cantieri di recupero del patrimonio immobiliare del centro Italia colpito dal terremoto nel 2016. Il lavoro in quota rappresenta infatti un aspetto molto critico sotto il profilo della tutela della salute e sicurezza in un contesto in cui i manufatti risultano strutturalmente indeboliti e non si può escludere la possibilità di ulteriori azioni di natura tellurica che potrebbe indebolirli ulteriormente.

In questo scenario è molto rilevante procedere ad un accurato rilievo del danno e della valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio nello stato in cui si trova. La progettazione deve essere mirata e prevedere una stretta collaborazione tra il progettista strutturista e il coordinatore per la sicurezza: importanti sono le scelte tecniche e tecnologiche ricostruttive, nonché l’allestimento di adeguate opere provvisionali, anche indipendenti e separate dagli edifici, la scelta di attrezzature che impattino il meno possibile sulla struttura. Nei casi di lavori all’interno dell’edificio l’obiettivo è costruire in maniera progressiva in modo da avere aree del fabbricato sicure che possano diventare luogo di raccolta temporanea dei lavoratori in caso di emergenza sismica.

L’articolo propone una sintetica elencazione delle possibili soluzioni di protezione da adottare nei lavori in quota nei cantieri post sisma dove si devono definire misure non convenzionali che devono essere frutto di una importante e specifica progettazione dell’intervento. Le soluzioni sono varie e come ultima soluzione si può essere costretti all’utilizzo, a determinate condizioni, di ancoraggi mobili per DPI anticaduta.

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