Emilia-Romagna, ricostruire dopo l'alluvione

Le informazioni sui territori colpiti dall'alluvione in Emilia-Romagna. La raccolta fondi. Gli interventi in corso

Tra Budrio e Molinella nella pianura bolognese dieci imprese al lavoro per ripristinate argini e alveo dell’Idice nei pressi del Ponte della Motta crollato

L’obiettivo è portare all’altezza originaria le arginature prima della stagione invernale. In settimana sopralluogo della vicepresidente della Regione, Irene Priolo

Proseguono i lavori sul fiume Idice, tra i Comuni di Molinella e Budrio, nei pressi del Ponte della Motta crollato a causa dell’alluvione del maggio scorso. Stanno terminando quelli di scavo che renderanno nuovamente funzionale la strada comunale via Rondanina, mentre sono in corso le opere di rimozione delle parti del ponte nella strada provinciale 7 Zenzalino crollate nell’alveo. Iniziata anche la movimentazione di materiale sabbioso per realizzare le rampe necessarie ad accedere nell’alveo stesso per eseguire un primo guado a valle della vecchia struttura di attraversamento distrutta.

A metà settimana, la vicepresidente della Regione con delega alla protezione civile, Irene Priolo, farà un sopralluogo nelle zone colpite della bassa pianura bolognese, compreso quella del Ponte Motta.

L’obiettivo è portare all’altezza originaria le arginature prima della stagione invernale, con l’unica eccezione della “finestra” che consentirà eventuali tracimazioni controllate che saranno convogliate dai canali di bonifica.

Quattro milioni di euro: è il costo sostenuto per il primo intervento di ri-sezionamento, di realizzazione della tura, re-inalveamento del torrente, dei primi studi idraulici e di altre lavorazioni. Il costo per l'intervento di ricostruzione arginale, anche questo in corso dalla settimana scorsa, è di 28 milioni di euro.

Al termine dei cantieri di somma urgenza, sarà comunque necessario il completamento dell’opera con un appalto dedicato per lavori che estendano l’impermeabilizzazione arginale e l’ampliamento della sezione della difesa spondale.

Gli interventi in cifre

La “tura” in massi (opera provvisoria che serve a formare un diaframma impermeabile per mettere all'asciutto un tratto di terreno sommerso) che attualmente chiude la rotta, al momento alta circa 2 metri sul livello dell’acqua, sarà innalzata insieme alle altre arginature. Sono 600mila i metri cubi di terreno necessari per la ricostruzione arginale, in parte in terreno argilloso: sarà utilizzato anche il materiale fuoriuscito dall’Idice di matrice prevalentemente sabbioso. Dei 7 chilometri di argini lesionati, i maggiori danni riguardano un tratto di circa 3,6 chilometri, in particolare nella sinistra idraulica sul lato di Molinella. Sono impegnate nei lavori oltre 10 imprese che stanno operando in modo coordinato per portare a termine un intervento complesso e articolato.

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ultima modifica 2023-07-17T17:26:09+02:00
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