La vita in gioco

Vista da vicino del 27 gennaio 2014

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Anno: 2014

Il gioco d'azzardo è un gioco che non diverte, ma rovina, che non fa stare insieme, ma isola, che illude di poter vincere, ma inesorabilmente porta alla sconfitta della persona.
In questa puntata si ricostruisce il contesto ambientale, in cui si moltiplicano le occasioni di gioco e scommessa e le illusioni di vincita facile, e approfondisce le azioni che la Regione Emilia-Romagna ha già messo in campo, anticipando il problema che sempre di più sta emergendo in tutta la sua drammaticità.
La testimonianza di un giocatore che in tre anni ha perso famiglia, amici, soldi e voglia di vivere, e che ora grazie all'Associazione giocatori anonimi ha aiutato se stesso e aiuta gli altri, descrive a fondo il problema e mostra una delle strade che la Regione ha scelto di seguire: quella di valorizzare e sostenere il lavoro delle associazioni che già lavorano sul campo per risolvere il problema. Nella puntata una intervista all'assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Carlo Lusenti.

Trascrizione

Nicola – Associazione Giocatori Anonimi
Quando cominci a dire vado 10 minuti a giocare e i 10 minuti diventano cinque ore. Vado a giocarmi 20 euro e poi in un pomeriggio svuoti un bancomat ed una carte di credito. Distruggi sicuramente una famiglia, distruggi le amicizie, distruggi tutto quello che hai intorno a te.

Ermanno Muolo – Giornalista Voce Narrante
La vita non è un gioco e il gioco non è la vita.
Sembra banale ma questo il giocatore patologico non lo sa, non lo sa più.
Gioca e basta. Gioca sempre. Si gioca ogni possibilità di salvezza.
La proliferazione di sale da gioco e di occasioni di scommessa ed azzardo rendono sempre più evidente che nel gioco dove non c'è bravura ma solo sorte, nessuno può davvero vincere, se non chi incassa.
La Ludopatia è un problema.

Carlo Lusenti – Assessore Politiche Salute – Regione Emilia-Romagna
Da un lato subiamo il danno prodotto da questa eccessiva diffusione del gioco d'azzardo legalizzato e dall'altro subiamo anche il danno ulteriore di avere malati di gioco patologici e di sostenere i costi per l'assistenza di queste persone che sono indotte a questa patologia da scelte e da politiche di questi anni che riteniamo molto sbagliate.

Ermanno Muolo – Giornalista Voce Narrante
Ma la regione Emilia-Romagna ha già reagito.
Innanzitutto con una legge che incide nell'informazione, nella prevenzione, nel recupero e nell'assistenza, e soprattutto, come risposta immediata, nel valorizzare e riconoscere le tante associazioni che già lavorano sul campo.
Nicola solo tre anni fa, ha iniziato a giocare. Ha giocato. E ha perso tutto.

Nicola – Associazione Giocatori Anonimi
Le mie giornate le passavo alla continua ricerca del denaro per riuscire poi ad andare a giocare il giorno successivo. Il tempo per la mia famiglia non c'era più, la crescita di mia figlia non me la sono minimamente goduta perché l'unico pensiero era andare a giocare. Non è più neanche importante vincere, non è più importante perdere; l'importante è andare a giocare. Il gioco dovrebbe essere una cosa che aggrega, il gioco bello, invece purtroppo per un giocatore compulsivo il gioco isola. Poi fortunatamente mia moglie mi ha aiutato, mi ha dato una mano, ha trovato questa associazione e grazie a questa associazione, a questo programma adesso sono cinque anni che ho smesso di giocare e faccio parte integrante dell'associazione dedicandogli un po' di tempo per ridare quello che mi è stato dato e ho capito come fare a tenere il gioco lontano da me, però so, e mi accorgo con più segnali che ce l'ho sempre dietro alle spalle.

Ermanno Muolo – Giornalista Voce Narrante
Nicola ha giocato e ha perso tutto, ma poi ha lottato e ha vinto se stesso, riguadagnando la sua vita.
Si può fare, e se vuoi cambiare l'aiuto c'è. Come la comunità di accoglienza Pluto, dove il giocatore patologico viene ospitato e salvato dal suo isolamento attraverso lo stare insieme ad altri, tornando a condividere le piccole cose, e ritrovando il contatto con la famiglia, anche attraverso il gioco stesso che torna ad essere solo divertimento e socialità e non fuga dalla realtà o ricerca di denaro.

Matteo Iori – Presidente Papa Giovanni XXIII
Abbiamo persone che vengono da storie diverse quindi è difficile poter tracciare un identikit del giocatore che si rivolge a noi. Il gioco d'azzardo ha attività sempre più attrattive con messaggi che rimandano ad una vincita facile, a portata di mano di tutti; questo purtroppo dal nostro punto di vista è un'illusione perché noi abbiamo avuto in carico oltre 680 giocatori in questi 14 anni e tutti hanno portato enormi problemi di dipendenza, di perdita finanziaria e quindi noi tocchiamo con mano che diventa un'illusione.

Ermanno Muolo – Giornalista Voce Narrante
L'aiuto c'è, c'è già e si sta lavorando per renderlo sempre più efficace e diffuso.
Ma il primo aiuto deve arrivare da se stessi. Se proprio devi scommettere, fallo su di te.
Cosa diresti a qualcuno che ha il tuo stesso problema e vuole cambiare?

Nicola – Associazione Giocatori Anonimi
Intanto gli direi di non vergognarsi. La cosa fondamentale e che non deve pensare di essere una brutta persone, non deve pensare di non potersi recuperare, l'unica cosa deve capire e deve accettare che è malato.

Ermanno Muolo
Mi viene in mente che da bambino mi dicevano: un bel gioco dura poco. Aveva una profondità...

Nicola – Associazione Giocatori Anonimi
Si, probabilmente: il gioco è bello fin che è corto!

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ultima modifica 2018-03-15T17:00:14+01:00
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