Delegazione presso l'UE: sede di Bruxelles

Politica estera e di sicurezza comune PESC

La Politica estera e di Sicurezza Comune (PESC) dell’UE è stata istituita dal Trattato di Maastricht (1992) ed è stata rafforzata dai trattati successivi. La politica estera e di sicurezza comune dell'UE ha l’obiettivo di mantenere la pace e rafforzare la sicurezza internazionale, promuovere la collaborazione internazionale, sviluppare e consolidare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Inoltre, il progetto di creare una Politica europea di Sicurezza e di Difesa (PESD) è stato avviato dal Consiglio europeo di Colonia del 3 e 4 giugno 1999, come componente separato della PESC. L'obiettivo principale della PESD è quello di rafforzare la capacità dell'UE di agire esternamente, attraverso lo sviluppo delle sue capacità civili e militari per la prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi internazionali. Il trattato di Lisbona ne ha modificato la denominazione in Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC), riconoscendone l’importanza e introducendo nuove disposizioni volte principalmente alla progressiva creazione di una difesa comune europea. La PSDC resta parte integrante della politica estera e di sicurezza comune PESC.

Il 28 giugno 2016 l’Alto Rappresentante/Vice presidente della Commissione europea (AR/VP) ha presentato al Consiglio europeo la Strategia globale europea (EUGS) per la PESC, che individua cinque priorità per la politica estera dell'Unione: la sicurezza della nostra Unione; resilienza degli Stati e della società a est e a sud; un approccio integrato ai conflitti; ordini regionali cooperativi; e governance globale per il XXI secolo.

Con l'obiettivo di rendere operativa la visione dell'EUGS per le questioni di difesa e sicurezza, nel novembre 2016 l’AR/VP ha presentato un Piano di attuazione della PSDC, identificando tre serie di priorità: reagire alle crisi e ai conflitti esterni, sviluppare le capacità dei partner e proteggere l'Unione e i suoi cittadini. Il piano introduce 13 proposte in materia di sicurezza e difesa, tra cui una revisione annuale coordinata della spesa per la difesa (CARD), migliori capacità di risposta rapida dell'UE (in particolare mediante il ricorso a gruppi tattici dell'Unione), nonché una nuova cooperazione strutturata permanente (PESCO) unica per gli Stati membri che intendono assumere impegni più ambiziosi in materia di difesa.

Sempre a novembre 2016 l'AR/VP ha anche presentato agli Stati membri il Piano d'azione europeo in materia di difesa (EDAP), unitamente a proposte chiave relative al Fondo europeo per la difesa (FED), incentrando l'attenzione sulla ricerca nel settore della difesa e sullo sviluppo di capacità.

Al fine di sostenere la competitività e la capacità di innovazione dell'industria della difesa dell'UE, nell'agosto 2018 la Commissione ha definito il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP) e nel maggio 2019 ha presentato insieme al Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) un piano d'azione congiunto volto ad agevolare l'attuazione del patto sulla dimensione civile della PSDC (CCC). Nelle sue conclusioni del giugno 2019 sullo stato dell'EUGS, il Consiglio ha raccomandato la piena attuazione del Fondo europeo per la difesa (FED), con l’obiettivo di rafforzare la tecnologia e l'industria della difesa dell'UE.

Per il periodo 2021-2027, il Fondo Europeo per la Difesa sosterrà la ricerca e dello sviluppo nel settore della difesa nell'UE. Con una dotazione complessiva di 7,9 miliardi di €, sarà destinato, per circa un terzo, al finanziamento di progetti di ricerca competitivi e collaborativi, in particolare mediante sovvenzioni, mentre due terzi integreranno gli investimenti degli Stati membri cofinanziando i costi per lo sviluppo delle capacità di difesa dopo la fase di ricerca.

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ultima modifica 2021-04-30T17:23:20+02:00
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