Politica di cooperazione allo sviluppo
La Politica di cooperazione e sviluppo generale ha la sua base giuridica nell’articolo 21(1) del TUE e negli articoli 4(4)-208-211 del TFUE. L’Accordo di Cotonou e vari accordi di associazione bilaterali sono invece disciplinati dall’articolo 217 del TFUE.
L'UE è il primo donatore al mondo di aiuti allo sviluppo. Complessivamente, l'UE ed i suoi Stati membri forniscono oltre la metà degli aiuti pubblici allo sviluppo a livello globale. L'obiettivo principale della politica di sviluppo dell'UE è ridurre la povertà. Altri obiettivi comprendono la promozione della democrazia ed il rispetto dei diritti umani, l'uguaglianza di genere e lo sviluppo sostenibile.
In ottobre 2011, la Commissione europea ha presentato il "Programma di cambiamento" della politica dell'UE in materia di sviluppo e una nuova politica dell'UE in materia di sostegno al bilancio, in cui si esplicita la volontà dell’UE di adottare un approccio più strategico alla riduzione della povertà, anche attraverso un'assegnazione di fondi più mirata.
La spesa dell'UE intende pertanto concentrarsi su settori fondamentali per la crescita e l’inclusione nel lungo periodo ed è mirata ai paesi più bisognosi di aiuti esterni, in cui il sostegno UE può produrre risultati effettivi.
L’Agenda 2030 (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), adottata dalle Nazioni Unite a New York a settembre 2015, stabilisce il nuovo quadro globale volto a contribuire ad eliminare la povertà e realizzare uno sviluppo sostenibile entro il 2030. L’Agenda 2030 fa seguito agli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) e identifica 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e 169 traguardi associati. L’UE ha partecipato attivamente al processo di definizione dell’Agenda 2030 e ispira la sua politica di sviluppo ad essa.
Nel 2017 l’UE ha adottato un “Nuovo Consenso Europeo in Materia di Sviluppo”, che costituisce un quadro comune generale di riferimento per la cooperazione europea allo sviluppo e che si applica a tutte le istituzioni dell'Unione europea e a tutti gli Stati membri che si sono impegnati a cooperare più strettamente. Il nuovo consenso ribadisce l'eliminazione della povertà quale obiettivo principale della politica europea di sviluppo, integrando le dimensioni economica, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile. In tal senso, esso allinea l'azione europea a favore dello sviluppo all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che costituisce una dimensione trasversale della strategia globale dell'UE.
A marzo 2020, la Commissione europea e il SEAE hanno presentato la comunicazione congiunta "Verso una strategia globale con l'Africa", che propone di collaborare con i partner africani su cinque principali sfide globali: I. un partenariato per la transizione verde e l'accesso all'energia: II. un partenariato per la trasformazione digitale; III. un partenariato per la crescita e l'occupazione sostenibili; IV. un partenariato per la pace, la sicurezza e la governance e V. un partenariato per la migrazione e la mobilità.
Ad aprile 2021, un nuovo accordo di partenariato tra l’UE e l'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico è stato raggiunto. Esso fungerà da nuovo quadro giuridico per le relazioni dell'UE con i 79 paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). L’accordo stabilisce principi comuni e copre i seguenti settori prioritari: democrazia e diritti umani; sviluppo e crescita economica sostenibili; cambiamenti climatici; sviluppo umano e sociale; pace e sicurezza e migrazione e mobilità. L'accordo comprenderà una base comune a livello ACP e tre protocolli regionali per l'Africa, i Caraibi e il Pacifico, con particolare attenzione alle esigenze specifiche delle regioni. La scadenza dell'accordo di Cotonou è stata prorogata fino a novembre 2021, a meno che il nuovo accordo di partenariato tra l'UE e i paesi ACP non sia applicato in via provvisoria o entri in vigore prima di tale data.
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