lunedì,  26 febbraio 2024

130 castelli visitabili in Emilia-Romagna inseriti nel Catalogo regionale del patrimonio culturale (PatER)

Un patrimonio diffuso, dai rilievi appenninici alla pianura padana, dal piacentino al riminese, che caratterizza il paesaggio regionale ed è custode della memoria delle comunità locali

130 castelli visitabili dell’Emilia-Romagna aprono da oggi le loro porte al pubblico nella nuova sezione dedicata di PatER, il catalogo regionale del patrimonio culturale.

Dal Piacentino al Riminese, dai rilievi appenninici alla pianura padana, questo patrimonio diffuso è parte di un più vasto e reticolare complesso – oggi in gran parte scomparso - nato come presidio militare ed economico di un territorio che dai tempi più antichi ha esercitato un decisivo ruolo di cerniera tra sud e nord Europa.

La presenza dei castelli ha improntato nei secoli la storia, il paesaggio e la multiforme identità dello spazio regionale, modellandone l’organizzazione infrastrutturale, economica e sociale. Perse da tempo le antiche funzioni, i castelli di proprietà pubblica o privata – aperti al pubblico per lo più in tempi relativamente recenti, dopo importanti interventi di restauro e riqualificazione che hanno visto anche il contributo della Regione Emilia-Romagna - sono oggi simbolo amato e custodi di memoria delle comunità locali, sede di istituzioni amministrative e culturali o di affascinanti strutture ricettive, potenti attrattori turistici.

La Regione ha riservato negli anni a questo tema ricerche, pubblicazioni e progetti, anche in collaborazione con le Università e le istituzioni competenti. Ultima tappa di questo lungo impegno, il catalogo PatER dedica a ciascun castello una scheda che illustra, insieme al percorso di visita, le ragioni storiche e geopolitiche che hanno orientato il suo impianto in un particolare contesto ambientale e territoriale, modellandone poi le mutevoli strutture architettoniche nelle diverse fasi di vita.

Ogni castello è inserito in numerosi percorsi geografici e tematici - valli e strade storiche da esso presidiate, casati e istituzioni qui dominanti tra medioevo ed età moderna, stili architettonici e decorativi – e si raccorda al più ampio contesto del patrimonio culturale regionale grazie agli approfondimenti offerti da altre sezioni del catalogo sugli istituti e i beni culturali e ambientali (come musei, giardini storici, aree archeologiche) presenti nella struttura o nelle sue vicinanze.

Alle grandi e piccole storie che hanno avuto come teatro i castelli emiliano-romagnoli, intrecciandone i destini, sono dedicati infine alcuni percorsi trasversali nella sezione Storie di Castelli, in continuo arricchimento. Tra i primi pubblicati: i castelli emiliano-romagnoli nel cinema; il loro ruolo in epoca fascista e fino alla seconda guerra mondiale tra rinnovate funzioni militari, comunicazione e immagine; gli edifici ‘riscoperti’ e rinnovati secondo gli stilemi storicistici alla moda dalla élite internazionale frequentatrice delle terme di Salsomaggiore tra fine Ottocento e primi Novecento; le rocche come strumento politico della ‘reconquista’ della Romagna al Papato operata nel Trecento dal cardinale Albornoz.

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ultima modifica 2024-02-26T11:29:15+02:00
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