martedì,  4 gennaio 2022

31 anni fa la strage al Pilastro: il ricordo dei carabinieri Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini

Uccisi dalla banda della Uno Bianca. La Regione alle commemorazioni. Bonaccini: “Colpiti in un agguato vile e feroce. Coi familiari per la verità". Digitalizzazione atti processuali

Il monumento al Pilastro, BolognaSono passati 31 anni dalla morte di Mauro Mitilini, Andrea Moneta, Otello Stefanini, i tre carabinieri poco più che ventenni uccisi barbaramente a Bologna, al Pilastro, nella sera del 4 gennaio 1991 dai killer della banda della Uno Bianca dei fratelli Savi, che seminò il terrore tra il 1987 e il 1994 soprattutto in Emilia-Romagna. Una scia di sangue che lasciò lungo il suo percorso criminale ventiquattro morti e più di cento feriti.

Un anniversario che ogni anno Bologna ricorda con una cerimonia insieme all’Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, alla Legione dei Carabinieri Emilia-Romagna, al Comune e alle istituzioni cittadine. Oggi, alla deposizione delle corone al monumento in memoria delle vittime, in rappresentanza della Regione è intervenuto il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi.

“Ricordiamo tre giovani servitori dello Stato uccisi mentre erano in servizio in un agguato vigliacco e feroce- afferma il presidente Stefano Bonaccini-. L’intera comunità regionale si stringe ai loro familiari, a quelli di tutte le vittime della banda delle Uno Bianca e a Rosanna Rossi Zecchi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, che continua a battersi per la piena verità e la memoria di chi ha perso la vita in una delle pagine più buie della storia del Paese e della nostra regione. Siamo al loro fianco per difendere i valori della giustizia e della legalità. E per fare memoria: per questo come Regione abbiamo sostenuto il progetto per la digitalizzazione degli atti processuali, un dovere che abbiamo anche nei confronti delle nuove generazioni, per testimoniare ogni giorno la determinazione nel perseguire sempre la verità e rafforzare democrazia e civile convivenza”.

La digitalizzazione degli atti processuali

Il versamento anticipato del materiale è stato definito da una convenzione tra gli Uffici giudiziari e l’Archivio di Stato di Bologna, a conclusione dei lavori di un tavolo tecnico istituito nell’ambito del Comitato di Coordinamento del Patto per la Giustizia dell’area metropolitana di Bologna.

Il 13 ottobre scorso il Procuratore della Repubblica Giuseppe Amato ha consegnato la prima significativa parte della documentazione alla direttrice dell’Archivio di Stato, Giovanna Giubbini -180 faldoni contenenti gli atti relativi all’indagine, cui far seguire altri 107 faldoni relativi alla celebrazione del processo - alla presenza del presidente Bonaccini, del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, della presidente dell’Associazione familiari vittime Uno Bianca, Rosanna Rossi Zecchi, e del presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi.

La consegna per una migliore sistemazione e consultabilità degli atti e per avviarne la digitalizzazione affinché tale documentazione sia accessibile a tutti e possa essere sottoposta a ricerche e analisi che permettano di chiarire ogni aspetto della vicenda criminale.

Le operazioni, sotto la supervisione dell’Archivio di Stato, sono finanziate dalla Regione Emilia-Romagna. Il Polo archivistico regionale (ParER) si occuperà della conservazione delle riproduzioni digitali e anche dell’adeguamento del software di accesso ai contenuti in uso per i fascicoli processuali già digitalizzati.

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ultima modifica 2022-01-04T15:33:32+01:00
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