mercoledì,  3 agosto 2022

Sanità, stabilizzazione degli assunti durante la pandemia: a ottobre i bandi in tutte le Aziende dell’Emilia-Romagna

Coinvolti migliaia di lavoratori precari. Nuovo incontro in Regione con i Sindacati confederali: valorizzazione delle professionalità acquisite

Prosegue e si rafforza il piano della Regione per stabilizzare il personale sanitario e sociosanitario, sia del comparto che della dirigenza: a inizio ottobre in tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna usciranno i bandi, uniformi a livello regionale, che interesseranno potenzialmente migliaia di lavoratori e lavoratrici.

Dopo l’intesa raggiunta lo scorso aprile, il confronto tra Regione e sindacati Confederali (Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl) è andato avanti, con un ulteriore incontro ieri, alla presenza dell’assessore alle Politiche per la salute e del Direttore generale.

I bandi riguarderanno, come prevedono le indicazioni nazionali, il personale sanitario e sociosanitario che sia stato assunto a tempo determinato con almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze di un Ente del Servizio sanitario nazionale, e che abbia prestato tale servizio per almeno sei mesi nel periodo della pandemia, quindi tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.  Non necessariamente, dunque, il servizio deve essere stato prestato in Emilia-Romagna, motivo per cui il numero esatto di persone coinvolte potrà essere stabilito solo ad apertura dei bandi; potenzialmente, si tratta comunque di migliaia di professionisti.

L’assessore alle Politiche per la salute sottolinea come la Regione sia impegnata da anni, e ancor più da inizio pandemia, a stabilizzare, assumere e assicurare il turnover del personale sanitario. Considerando le assunzioni a tempo determinato e indeterminato, a partire dall’emergenza Covid la sanità regionale può contare su quasi 6mila persone in più tra medici, infermieri, OSS, amministrativi, dirigenti sanitari e altri operatori. Già ora si registra una percentuale del personale a tempo determinato del 5%, tra le più basse in Italia, considerando che il contratto collettivo nazionale prevede come tetto massimo il 20%. Con questo nuovo impegno, verrà ulteriormente abbassata, permettendo a chi ha lavorato nel servizio sanitario nazionale, a maggior ragione durante un periodo così complesso, di avere un futuro stabile e certo, evitando di disperdere il prezioso patrimonio di esperienza acquisita a servizio dei cittadini e della sanità pubblica.

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ultima modifica 2022-08-03T18:15:52+02:00
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