Fondazione per le vittime dei reati

Un sostegno a chi subisce violenza affinché superi l'esperienza di vittimizzazione

Una lezione sulla Fondazione alla Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Bologna

Il 17 novembre scorso, a Palazzo Hercolani (nella foto), il corso di Sociologia della devianza e criminologia della professoressa Susanna Vezzadini ha ospitato la direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati.

La docente ha introdotto il corso con grande calore sottolineando l’unicità della Fondazione in un panorama istituzionale ancora molto carente nell’aiuto alle vittime di reato, e ha ricordato il legame personale con la direttrice, a cui la accomunano gli studi in quella stessa sede universitaria e l’esperienza svolta nella giustizia minorile.

L’incontro ha preso spunto da una rassegna su alcuni degli aiuti più recenti assegnati dalla Fondazione, alcuni dei quali riferiti a crimini molto noti – omicidi, femminicidi, lesioni gravissime riportate in cronaca – e altri non conosciuti all’opinione pubblica ma ugualmente gravi. Questo ha dato la possibilità di riflettere su alcuni aspetti dell’esperienza di vittimizzazione: i limiti del sistema giudiziario nell’ascolto delle vittime, il biasimo espresso verso chi non incarna la “vittima ideale”, l’interiorizzazione della violenza subita soprattutto quando questa si verifica nelle relazioni più strette, le contraddizioni che possono spingere a desiderare di uscire e al tempo stesso di conservare le relazioni violente.

Sono state raccontate storie molto drammatiche e altre colme di speranza. In tutte si è visto come l’intervento della Fondazione, pur limitandosi all’erogazione di fondi, sia espressione di solidarietà e vicinanza alla persona offesa attraverso l’impegno delle istituzioni. Con somme mirate all’analisi dei bisogni di ciascuna situazione personale, la Fondazione vuole incoraggiare la vittima nel processo di ricostruzione della propria vita superando gradualmente l’umiliazione e il danno patito.

Nella seconda parte dell’incontro sono stati illustrati i dati di attività, la struttura organizzativa della Fondazione, le molte iniziative di carattere educativo e culturale in questi anni, e la possibilità di sviluppo ulteriore nei prossimi anni attraverso la raccolta di nuove risorse e l’impegno ad attrarre istanze ogni volta che viene commesso un grave crimine nei confini dell’Emilia-Romagna o a carico di cittadini della regione.

Numerosi richiami sono stati fatti alle risorse presenti in queste pagine web per ulteriori approfondimenti da parte degli studenti. In chiusura, la professoressa Vezzadini ha voluto ricordare il seminario del febbraio 2016 sulla giustizia riparativa organizzato dalla Fondazione insieme al Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale, e in special modo la straordinaria testimonianza di incontro tra Irene Sisi e Claudia Francardi.

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ultima modifica 2021-11-22T11:02:38+01:00
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