Fondazione per le vittime dei reati

Rapinata e minacciata nel suo bar, ora ha bisogno di cure mediche e psicologiche

Su istanza del Sindaco, la Fondazione ha stanziato un aiuto economico mirato

Il fatto è accaduto nel 2020. Un uomo è entrato in un bar pretendendo l’incasso. Impugnava una siringa sporca di sangue e dichiarava di essere sieropositivo. L’esercente ha tentato di difendersi e di resistere ma è stata punta dall’ago.

Gli accertamenti successivi hanno appurato che il giovane non era sieropositivo bensì portatore di un’altra grave malattia infettiva, che la signora ha sviluppato nelle settimane successive e che le terapie non hanno sconfitto.

La signora ha subito alcuni periodi di ricovero in corrispondenza dei quali ha dovuto chiudere il bar, ha affrontato le spese legali per la costituzione di parte civile, è stata sottoposta a terapie sanitarie pesanti, è spaventata all’idea che quanto è successo possa verificarsi di nuovo e pensa di intraprendere un percorso psicologico.

L’autore del reato è un giovane tossicodipendente da più di dieci anni, con alle spalle una storia di trattamenti avviati e interrotti. Per questo reato stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione, una multa e una provvisionale da riconoscere alla vittima oltre alle spese legali, impregiudicato il risarcimento che potrà essere riconosciuto alla parte lesa in un separato procedimento civile. Tuttavia la signora teme che non riceverà mai quanto le è dovuto, date le condizioni di disagio del giovane.

Il Sindaco ha chiesto quindi alla Fondazione di disporre un aiuto nei confronti della vittima, come sostegno concreto in queste difficili circostanze e come segno di solidarietà per il reato subito, e la Fondazione è intervenuta disponendo un fondo che la signora gestirà in modo autonomo, per le cure mediche e psicologiche di cui ha bisogno.

 

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ultima modifica 2021-11-01T17:16:44+01:00
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