Politico Poetico si è concluso con il Labirinto, spettacolo post-teatrale in realtà virtuale
Si è concluso con grande successo e partecipazione “Politico Poetico”, il progetto promosso dal Teatro dell’Argine all’interno di “Così sarà. La città che vogliamo”, reso possibile da un’amplissima partnership istituzionale e non solo.
Il primo, importante appuntamento è stato il Parlamento, a Bologna in Piazza Maggiore e al Teatro Duse, con cui le centinaia di adolescenti coinvolti nelle scuole bolognesi hanno raccolto in 5 lettere alla città analisi e impegni sui temi dell’Agenda Onu 2030. Ad ascoltarli, tra gli altri, anche il Presidente e la Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e Elly Schlein.
Del tutto complementare è stato il Labirinto, una escursione nel versante in ombra dell’adolescenza. Un viaggio in 14 tappe, come 14 erano le storie messe in scena dalla compagnia e 14 i fanciulli che la città di Atene doveva inviare a Creta per placare la fame del terribile Minotauro che viveva nel labirinto.
Sarebbe improprio definire spettacolo teatrale ciò che si è svolto in un’ala dell’istituto “Aldini Valeriani” di Bologna dal 18 al 27 giugno 2021. Andava in scena in parallelo in tante aule, per ognuna un solo spettatore alla volta. Lo scenario era una stanza vuota oppure, indossando il visore e le manopole provviste dalla Compagnia, era appunto un labirinto nel quale affrettarsi lungo corridoi stretti e opprimenti, salire scale, condividere l’ascensore con accompagnatori minacciosi, sfogliare fascicoli parlanti, aprire porte, spiare una lite violenta nascosti dietro le ante di un armadio… E i meccanismi della realtà virtuale facevano sì che non si fosse più semplici testimoni separati da quanto accade sul palco ma soggetti inclusi nella scena, costretti a lasciarsi guardare dall’adolescente che racconta la propria storia, nell’impotenza di non potergli ricambiare lo sguardo.
Sono state evocate realtà diverse, dalla disabilità all’uso di sostanze, dal bullismo al ritiro sociale, dal viaggio dei minorenni stranieri non accompagnati all’autolesionismo... Una carrellata non esaustiva e tutto sommato rapida – la fruizione delle 14 storie durava circa un’ora per ciascun partecipante – ma sufficiente a provocare un impatto forte e profondo con gli aspetti scomodi dell’adolescenza.
Il complesso lavoro di produzione cinematografica, mista a grafica digitale e a strumenti propri del gaming, aveva alle spalle decine di interviste con operatori sociali dai quali la compagnia teatrale ha raccolto temi e storie. Due di esse attingevano proprio all’esperienza della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, che in tante occasioni interviene a favore di persone minorenni. Ricordiamo che dal 2004 al 2020 sono state aiutate 874 persone di cui 392 (il 45%) erano minorenni, perlopiù vittime indirette della violenza inferta a uno dei genitori ma talvolta oggetto essi stessi di maltrattamenti fisici o sessuali. E se il numero sintetico fa perdere di vista i volti, la Fondazione custodisce le storie di ciascuno e qualche volta le racconta, trasfigurandole quanto basta per rispettare la riservatezza dei protagonisti.
Il Labirinto si è concluso ma potrà essere messo in scena in altre città e noi speriamo che accada. Parla ai più giovani, che nelle modalità di fruizione sono pienamente di casa e nei contenuti ritrovano frammenti di biografie che li riguardano da vicino, e parla agli adulti qualche volta distratti o poco disponibili all’ascolto, ma qui necessariamente dentro allo svolgersi degli eventi.