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Parte il progetto CIPROMED sul sistema produttivo agroalimentare del Mediterraneo

Coordinato dall'Università di Thessaly (UTH), coinvolgerà quattro gruppi di ricerca dell'Alma Mater con l'obiettivo di costituire un sistema di colture in grado di coprire il fabbisogno nutrizionale dell'acquacoltura e dell'allevamento e produrre fonti proteiche alternative che siano efficienti, praticabili e prodotte localmente

Si è svolto a Volos (Grecia), presso l’Università di Thessaly (UTH), il Kickoff meeting del progetto “CIPROMED - Circular and Inclusive utilisation of alternative PROteins in the MEDiterranean value chains” finanziato nell’ambito del programma PRIMA (PRIMA SECTION 1 2022 - (IA) Food Value Chain. Tra i partner del progetto, quattro Dipartimenti dell’Università di Bologna IRCSS Ospedale S. Orsola.

Gli attuali sistemi di produzione agricola europei sono fortemente dipendenti dalle importazioni di proteine per coprire il fabbisogno nutrizionale dell'acquacoltura e dell'allevamento, ma anche per il consumo umano. Questa problematica interessa in particolar modo la regione mediterranea, dove la siccità e i deficit ecologici stanno peggiorando l'autosufficienza delle filiere proteiche tradizionali. L'UE ha quindi urgente bisogno di fonti proteiche alternative che siano efficienti, praticabili e prodotte localmente.

L'obiettivo principale del progetto CIPROMED è, quindi, quello di costituire un sistema produttivo agroalimentare del Mediterraneo stabile e robusto, sfruttando le colture coltivate localmente e utilizzando proteine ottenute dall’impiego di sottoprodotti agroindustriali. Il raggiungimento di tale obiettivo comporterà l'adozione di tecniche innovative per l’allevamento degli insetti e la coltivazione di microalghe che utilizzano questi sottoprodotti, con conseguente accelerazione della produzione di proteine d’interesse sia mangimistico che alimentare.

Il gruppo di ricerca di Biologia e Biotecnologia delle Piante, guidato dalla Prof.ssa Annalisa Tassoni, si occuperà dell’isolamento di proteine di origine vegetale e della loro caratterizzazione funzionale e di sicurezza (Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche ed Ambientali – BIGEA, capofila).

Il Gruppo di ricerca di Chimica, Analisi Strumentali e Sensoriali degli Alimenti della Prof.ssa Tullia Gallina Toschi si occuperà delle analisi sensoriali e della valutazione del gradimento di prodotti da forno a base di proteine alternative (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari - DISTAL).

Il gruppo di ricerca in Nutrizione Clinica, guidato della Prof. ssa Maria Letizia Petroni (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche - DIMEC), ed IRCSS S. Orsola (Dipartimento Medico Chirurgico delle Malattie Digestive, Epatiche ed Endocrino-metaboliche) si occuperanno della valutazione della sicurezza e dei possibili benefici metabolici e sul microbiota intestinale dell'utilizzo di questi prodotti nell’ambito della Dieta Mediterranea.

Il gruppo di ricerca BRACCO, guidato dalla Prof.ssa Alessia Tessari (Dipartimento di Psicologia “R. Canestrari” – PSI) si occuperà di indagare se e come i preconcetti verso il “nuovo” cibo influenzino le decisioni di assaggio o acquisto, e di analizzare le influenze delle nuove tendenze cultural/alimentari su tali scelte.

Il progetto che avrà una durata complessiva di tre anni, vede inoltre il coinvolgimento di Università, centri di ricerca, piccole e medie imprese e organizzazioni non governative di sette paesi Europei (Grecia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Cipro e Malta) e di tre paesi extra-europei (Tunisia, Israele, Marocco) per un totale complessivo di 17 partners.