Territorio: urgenza (74 cantieri già avviati) e opere strutturali
Per riparare ai danni dell’ondata di maltempo di maggio, in Emilia-Romagna sono già stati aperti 74 cantieri in somma urgenza: 28 in provincia di Bologna, 23 nel ravennate, 14 nella provincia di Forlì-Cesena, 4 nel riminese, 3 nel modenese e 2 nella provincia di Reggio Emilia.

Interventi per un valore di 93 milioni di euro (dato aggiornato all’8 giugno 2023). Si parla di interventi per la riparazione degli argini, la sistemazione dei danni da tracimazioni, smottamenti e alberi caduti, la rimozione di legname e materiali portati dalle piene nell’alveo dei fiumi ma anche interventi sulle opere idrauliche danneggiate.
Al di là degli interventi per uscire dall’emergenza, il principale strumento di pianificazione degli interventi per ridurre il rischio idraulico è il Piano di gestione del rischio di alluvione, approvato dall’Autorità distrettuale del Bacino del Po, che definisce le misure strutturali e non strutturali necessarie per affrontare le criticità idrauliche nel periodo 2021-2027.
Si tratta sia di azioni di prevenzione, protezione e preparazione che di gestione in tempo reale dell’evento, allertamento, sorveglianza idraulica e regolazione dei deflussi.
Per il Distretto del fiume Po e dell’Appenino Centrale, il Piano individua 427 azioni dal valore di circa 2 miliardi e 222 milioni di euro che, come previsto dal Testo Unico dell'Ambiente, restano in attesa di finanziamento statale.
Per la programmazione del 2023, il Ministero dell’Ambiente erogherà la somma di 13 milioni di euro.